UFC, Jon Jones arrestato (di nuovo): quando GOAT non sta per il migliore

UFC, Jon Jones arrestato (di nuovo): quando GOAT non sta per il migliore

27 Marzo 2020 3 Di Redazione

UFC – Jon Jones è nuovamente finito in manette – come riportato da MMA Fighting -. Per poche ore, prima di essere rilasciato su cauzione. Ma davvero, come può un fighter di 32 anni, che ogni volta promesse a se stesso, ai suoi affetti e ai suoi fan di non ricascarci, ricadere puntualmente nei soliti errori?

Parliamo, probabilmente, del talento più cristallino che le MMA abbiano mai visto. Striking eccezionale, ottimo wrestling, grappling fantasioso, potenza e fisicità fuori dal comune. Una legacy però offuscata dal doping, e dalla dipendenza – perché di questo si tratta – dalle droghe e dall’alcool. Il 6 gennaio 2015, infatti, “Bones” fu trovato positivo ad un metabolita della cocaina, la benzoilecgonina. Non essendo però tale sostanza proibita da WADA, la commissione atletica dello stato del Nevada non gli poté impedire di combattere a UFC 182. Nell’aprile successivo, poi, Jones pensò bene di distruggere un auto a noleggio attraversando col rosso, schiantandosi contro due vetture e abbandonando la scena dell’incidente mentre una donna incinta era alla ricerca di aiuto.

Nel cruscotto dell’auto del campione dei massimi-leggeri UFC fu trovata una pipetta per la marijuana, con Jones che schiacciato dalle prove a suo carico si consegnò alla polizia pagandosi, nel contempo, la cauzione da 2.500$ e venendo subito rilasciato. Già nei test di UFC 182, il rapporto testosterone/epitestosterone era altissimo nelle analisi del sangue di Jones, con diversi esperti del settore anti-doping che accusarono dei sospetti alquanto forti ma smentiti, in quanto gli unici valori fuori dalla norma erano quelli legati ai metaboliti della cocaina.

Non ci volle molto, però, per finire nella spirale del doping, con Jones che ad un giorno da UFC 200 risultò positivo al clomifene e al letrozolo. Risultato? Match con Daniel Cormier saltato. Neanche a dirlo, Jonny boy gridò subito al complotto, rifiutando di assumersi le proprie responsabilità e beccando, nel novembre 2016, una squalifica di un anno da USADA.

Meno di un anno dopo, il 22 agosto del 2017, “Bones” fu trovato positivo al turinabol. Si prospettava, neanche a dirlo, una squalifica da 4 anni come da protocollo, ma fu invece sancito uno stop di soli 15 mesi, retroattivi tra l’altro. Ed è da qui che, di fatto, ricomincia la carriera da fighter di Jones, che comunque continuerà a mostrare tracce di turinabol nel suo sangue a causa del prolungato utilizzo antecedente della sostanza steroidea. In mezzo a tutto ciò anche le molestie ad una cameriera in locale di Albuquerque, schiaffeggiata, baciata sul collo e toccata più volte e per cui è stato condannato per 90 giorni.

A ciò si è infine aggiunto l’episodio odierno, con Jones fermato nella mattinata di giovedì 26 marzo con l’accusa di uso negligente di arma da fuoco, guida in stato di ebrezza e con vettura per di più priva di polizza assicurativa. Gli agenti di polizia gli hanno chiesto lumi in merito a degli spari uditi e di cui, guarda un po’ il caso, il campione dei massimi-leggeri UFC non sapeva nulla. Il tasso alcolico percepito tramite test, però, era superiore più del doppio rispetto al consentito. Sotto il sedile del conducente dell’auto di Jones è stata trovata una pistola, e sotto l’altro una bottiglia di un mezcal molto famoso.

Ciò nonostante, anche in questo caso Jones è stato rilasciato su cauzione, con la sua storia personale che si arricchisce di un altra pessima, pessima parentesi. Tutto ciò a coronamento di una storia personale non edificante e che ne ha minato, checché se ne dica, anche la legacy sportiva. Perché comunque quella di Jones, una volta che si sarà ritirato, sarà ricordata come la storia di un qualcuno che poteva essere il Michael Jordan, il Tiger Woods, il Roger Federer delle MMA e che ha deciso di essere altro, lasciandosi divorare e successivamente inghiottire totalmente dai propri demoni interiori e dimostrandosi incapace di dominarli.