Dana White si gioca tutto, UFC ad un bivio storico

Dana White si gioca tutto, UFC ad un bivio storico

3 Aprile 2020 0 Di Alex Dandi

Nonostante il Presidente Dana White si ostini a voler portare in scena UFC 249, lottando contro tutti e tutti- forse anche contro il buon senso- le MMA mondiali di fatto sono ferme. E non si sa davvero quando riprenderanno, come ogni altra attività sportiva, lavorativa o sociale che sia.

La nostra vita è sospesa, non solo lo sport.



Quotidiani e tv ci ripetono incessantemente che siamo al centro di una stravolgente apocalisse sociale dove nulla sarà più come prima.

I più ottimisti spiegano che torneremo gradualmente alla normalità tra mesi, i più pessimisti pronosticano un mondo in cui il distanziamento sociale sarà irrinunciabile. Un mondo dove ogni assembramento di pubblico, per spettacoli e sport, sarà impossibile, perché ci sarà sempre la possibilità di una recidiva.

I pessimisti cosmici, supportati in verità da diversi scienziati, annunciano anche che- surprise, surprise- non è escluso che altre epidemie siano pronte a esplodere nei prossimi anni o decenni. Detta così la vita sociale come l’abbiamo conosciuta sembra finita ma restiamo razionali: l’umanità ha superato di peggio.

Personalmente penso che dopo un periodo letteralmente tragico torneremo a vivere la nostra vita, forse con qualche cicatrice permanente ma torneremo a vivere. Ma quanto ci vorrà? Mesi? Anni? Ad oggi nessuno lo sa per certo, con buona pace di tutti gli esperti e scienziati del mondo.

Questi foschi scenari non possono però impedirci di continuare a coltivare le nostre passioni, i nostri sogni e i nostri progetti, piccoli o grandi che siano. E se siete qui a leggere queste righe è possibile che tra le vostre passioni ci siano le Mixed Martial Arts, sia che siate telespettatori, atleti o addetti ai lavori.

Il Presidente Dana White, sebbene criticato e criticabile, portando avanti UFC 249 e i prossimi eventi UFC, non credo voglia solo nuotare controcorrente come un salmone ma immagino abbia due obiettivi, uno più importante dell’altro.

Il primo obiettivo, apertamente dichiarato, è di essere da ispirazione per altri brand sportivi, dimostrando che si può organizzare uno show sportivo anche in condizioni di emergenza, magari a porte chiuse, magari in location insolite, magari modificando le strutture stesse dello show e dello sport.

Se c’è qualcuno che può risciurci, quello è Dana White: eccezionale visionario che, insieme ai fratelli Fertitta, ha creato un business miliardario da uno sport che non più di 16 anni era considerato bollito e impossibile da lanciare.

White vuole scrivere la storia e lo vuole fare da solo, contro tutti, a modo suo, mostrando un ego enorme ma anche una rara capacità di prendersi grandi responsabilità, che potrebbero professionalmente schiacciarlo. Per sempre.

Tuttavia Mr. White vuole dimostrare che il business UFC non si ferma nemmeno davanti ad una pandemia globale. Vuole dimostrare che i fighter sono i veri guerrieri contemporanei. Vuole dimostrare che UFC è il brand sinonimo di MMA, diverso da ogni altra promotion. Vuole dimostrare che le MMA possono andare avanti, al contrario di ogni altro sport al mondo, nonostante tutto.

Strategia rischiosa, da giocatore d’azzardo quale White è, che potrebbe attirare su UFC una luce sinistra se tutto andrà storto. Oppure…oppure chissà, la storia la scrivono i vincitori.

Il secondo obiettivo, meno dichiarato ma lampante, è salvare il business di UFC in un momento cruciale della sua espansione globale. Non fermare il business UFC significa soddisfare sponsor e media partner e di conseguenza salvare il lavoro e l’indotto economico ai dipendenti. Significa soldi in tasca agli atleti e soldi in tasca a tutti coloro che gravitano intorno a UFC, a partire da tutti quei giornalisti che oggi criticano White. Gli stessi giornalisti che senza UFC e senza sport in molti casi, tra qualche mese, saranno senza lavoro. Il sottoscritto come telecronista (ma anche come manager di atleti pro) senza UFC o Bellator non lavora, per capirci. E come me tanti altri nel mondo. Per farla breve l’intero mondo delle MMA che lavora è fermo ma c’è Dana White che vuole rimettere tutto in moto, al più presto, prendendosi al momento molti oneri. E nessun onore.

Si può obiettare che in tempi di pandemia le priorità dovrebbero essere altre, in primis la salute, ma non si può dimenticare che esiste anche un dopo, perché la salute è la prima cosa ma purtroppo non è tutto ciò di cui abbiamo bisogno per vivere. Anche l’economia ha un suo peso. Anche nelle MMA.

Personalmente sono combattuto: sarei felice di commentare UFC 249, qualunque sia la card, con o senza Khabib, perché commentare è la mia passione e il mio lavoro, d’altro canto temo che potrei essere- nel mio piccolo ruolo di telecronista italiano- parte di uno degli eventi sportivi più bizzarri e irresponsabili della storia dell’umanità.

Non me la sento di condannare White in toto come stanno facendo praticamente tutti i giornalisti di settore a livello mondiale: sarà che sono un sognatore, sarà che sono un entusiasta ma ci vedo qualcosa di incredibilmente coraggioso in quello che sta provando a fare Mr. Dana White.

Io non sarei altrettanto spavaldo ma rispetto la sua scelta.