Alessio Di Chirico: l’etica del duro lavoro, senza chiacchiere inutili

Alessio Di Chirico: l’etica del duro lavoro, senza chiacchiere inutili

16 Aprile 2020 2 Di Redazione

Basso profilo non è sinonimo di basse ambizioni. Alessio Di Chirico, tecnicamente, fisicamente e mentalmente, non ha nulla da invidiare a molti atleti presenti nella top 15 UFC. Inquadrato, solido in fase di striking e potente a livello lottatorio, il nostro “Manzo” è probabilmente l’atleta del panorama che più di tutti ha mostrato crescita esponenziale negli ultimi anni assieme a Marvin Vettori, Carlo Pedersoli, Stefano Paternò e Iuri Lapicus.

Purtroppo, ed è un dato di fatto che ci permette di non essere tacciati di eccessivo patriottismo, i giudici UFC hanno spesso e volentieri sfavorito il nostro rappresentante. Non per malafede, sicuramente, ma basti vedere già il match d’esordio, disputato contro un Bojan Velickovic finito in poco tempo in Professional Fighters League – ex WSOF – per capire come la valutazione dei giudici UFC sia stata quantomeno opinabile.

Un match equilibrato, certo, ma che al netto di un secondo round ‘probabilmente vinto dal serbo grazie ad un gran tentativo di kimura – con Alessio che ha stoicamente resistito a costo di rimetterci un braccio – ha visto Manzo imporre il proprio ritmo nelle restanti riprese. Considerato come, sia in fatto di colpi significativi che di controllo dell’ottagono Di Chirico – che portò anche dei takedown – avesse ovviamente la maggior parte delle statistiche a favore, al momento della decisione era legittimo aspettarci il braccio del nostro connazionale alzato. E invece, no: i giudici premiarono in maniera a tratti immeritata Velickovic, che anche su MMA Decision venne dato per sconfitto ai punti da diversi giornalisti d’oltremanica, oltre che dal sottoscritto come avrete avuto modo di capire. Da segnalare, sul sito in questione, anche due 30-27 per ADC.

Paradossalmente, anche nella vittoria Alessio Di Chirico si è trovato spesso di fronte a giudici dalle valutazioni dubbie: chiunque tra voi abbia visto il match con Garreth McLellan non potrà che concordare sul fatto che un 29-28 risultasse stretto rispetto ad un legittimo 30-27. E pensate che un giudice ha anche avuto l’ardire di dare il match al sudafricano! Più tirato, invece, il match contro Julian Marquez, comunque vinto per split e parecchio combattuto ma assurdo pensare a come, un giudice, abbia pensato di assegnare tutte e tre le riprese all’americano. In mezzo anche la sconfitta con Eric Spicely e la grandissima vittoria per KO su Oluwale Bamgbose.

Contro Kevin Holland, invece, lo smacco peggiore:

Un match dominato, ma davvero dominato per tre round.

Un 30-27 solare, a voler proprio esser buoni – essendoci, nel primo round, anche i presupposti per 10-8 –. Eppure, decisione unanime per lo statunitense. Un folle e trilaterale 29-28 che, anche su MMA Decision, trova soltanto 2 conferme su 14. Tralasciando il 30-27 dato da un addetto ai lavori che avrà visto chissà quale incontro, sono stati ben 11 i giudizi favorevoli verso Manzo da parte dei giornalisti americani.

Anche il match con Makhmud Muradov, molto tirato,  poteva propendere verso Alessio, ma qui diciamo che ci si trova di fronte ad una sconfitta decisamente più “accetabile” in fatto di verdetto: incontro combattuto, 29-28 per il pupillo di Floyd Mayweather ma con un Di Chirico comunque autore di un’ottima performance e che, qualora avesse vinto, non avrebbe assolutamente rubato nulla all’avversario.

Spostandoci, invece, sul lato meramente sportivo e tecnico, è evidente come Alessio Di Chirico abbia praticamente rivoluzionato se stesso negli ultimi anni: la completezza e la poliedricità sono sempre state le armi migliori di Manzo, che dal canto proprio si è evoluto moltissimo nello striking. L’utilizzo costante di velenose ginocchiate, unito ad un ottimo lavoro del clinch, è figlio dei pregressi del suo head coach Lorenzo Borgomeo nella muay thai. La parte lottatoria, legata al wrestling, è una costante variabile positiva che lo ha visto spesso utilizzare il gioco di takedown soprattutto nella prima parte della sua carriera. A terra, invece, le sue skill sono sempre state solide.

Ciò che colpisce di Alessio Di Chirico, è la sua personalità tranquilla, il suo modo di porsi sempre garbato e mai fuori dai toni. Un aplomb che lo ha sempre contraddistinto, e che non lo ha mai visto intraprendere stupide battaglie o schermaglie social. Ma guai a dubitare della personalità di Manzo, che ci ha regalato il momento migliore mai vissuto in una intervista post-match quando ha imitato Peter Griffin in una salumeria italiana.

Scusi, babidi bubi?

Il prossimo match di Alessio, in linea teorica, si sarebbe dovuto disputare l’11 aprile scorso, contro Markus Perez. Va da sé come la pandemia da coronavirus abbia, giocoforza, posticipato tutto. Quel che è certo, però, è che Alessio Di Chirico ha tutte le possibilità per mettersi ancor di più in mostra in UFC finita la pandemia, ovviamente -, grazie ad una poliedricità importante e ad un’etica del lavoro che, c’è da scommettersi, lo porterà presto a raccogliere i frutti del duro lavoro coltivato.

https://youtu.be/lZDMfZB46QI?t=907