Garcia Amadori a TuttoMMA: “Guardo ad un BJJ molto combat, non mi interessano i punti”

Garcia Amadori a TuttoMMA: “Guardo ad un BJJ molto combat, non mi interessano i punti”

18 Aprile 2020 0 Di Redazione

Continuano le interviste esclusive di TuttoMMA. Dopo aver avuto l’onore (ed onere) di intervistare atleti italiani ed internazionali, questa volta intervistiamo un coach. E che coach: il Maestro Garcia Amadori.

Amadori – ideatore della Vampire Choke, tecnica di strangolamento del BJJ pubblicata anche su Gracie Mag -, è noto soprattutto per essere il fondatore del metodo All Points. Il metodo, adattabile ad ogni sport da combattimento, fonde i concetti di BJJ, MMA, lotta, pugilato e muay thai. Garcia che, ricordiamo, è head coach di Stefano Paternò (13-3-1) sin da quando il fighter milanese era poco più che un ragazzo.

Il metodo All Points è un tuo stendardo, ormai conosciuto parecchio in Italia. Non tutti sanno, però, che sei anche cintura nera di bjj con una tua tecnica (la Vampire Choke) pubblicata su Gracie Mag. Che ci puoi raccontare della tua visione della disciplina rispetto al canonico “andare a punti” sdoganato ultimamente nelle competizioni?

La mia crescita nel BJJ è stata differente, agli inizi è stata molto autodidatta. Nel tempo ho fatto una grande ricerca e, dopo aver approfondito e essermi allenato in diversi stili di BJJ, ho avuto un’evoluzione personale, che rientra anche nel metodo All Points. Non avendo avuto punti di riferimento, ho potuto creare un mio stile, consolidatosi con l’invenzione della Vampire Choke, tecnica pubblicata anche su Gracie Magazine, dove è stata etichettata come unica.  È una tecnica che si può trovare ovunque, da bjj.wiki a watch bjj. Non credo che nessun altro abbia mai ottenuto gli stessi risultati. Veder pubblicata una tecnica di tua invenzione su Gracie Mag è difficile.

Nel bjj, invece, il mio lignaggio è: Hélio Gracie, Rickson Gracie, Romolo Barros, Sidney Silva e il sottoscritto. Questo lignaggio è importante, perché fa capire che il mio bjj è più volto alla difesa personale che non verso quello sportivo. Non ho nulla contro il bjj sportivo, ci mancherebbe. Io però nelle cose devo vedere la praticità e il pragmatismo. Non mi interesse vedere i punti.

Noi usiamo il nostro bjj, che è molto combat. Io oggi sono cintura nera di secondo nel bjj. Tante tecniche, tanti fronzoli che si fanno nel bjj sportivo io non le considero così importanti, pur conoscendole. Credo sia più importante tenere una posizione di vantaggio per portare i colpi, le finalizzazioni ed avere la difesa al controllo di un uomo.  Tutte quelle posizioni e quei movimenti che si possono fare in una situazione mio in cui non ho i colpi non le considero neanche. Considero invece tutto ciò in cui ho a che fare con dei colpi e con le percussioni. Al principio il bjj si basava proprio sulla difesa personale, poi è stato codificato con molte regole che oggigiorno sono anche interdette ed è diventato il bjj sportivo.

Sono tanti anni che ho il mio sistema, e che ho la conferma che il mio stile funziona. E questo l’abbiamo potuto anche vedere con lottatori che avevano un grande ju-jitsu, come Cody Mckenzie e John Maguire. Entrambi sono famosi per il loro bjj, ma sono stati spiazzati proprio nel loro campo da Stefano, (Paternò, di cui il Maestro è head coach, ndr) che ha adottato la mia versione.

Un altro esempio – sempre con Stefano, che sotto di me ha ottenuto una cintura viola avanzata -, è quando ha battuto Mehrdad Janzemini, il quale si è allenato tantissimo con Relson Gracie, specializzandosi tantissimo nella finalizzazione alle caviglie. Alla fine contano i fatti, se quello che faccio funzioni o meno. Visto che fino ad oggi ha dato ottimi riscontri, possiamo dire che funzioni.