UFC: quella volta in cui GSP rincontrò il bullo che lo perseguitava e gli cambiò la vita

UFC: quella volta in cui GSP rincontrò il bullo che lo perseguitava e gli cambiò la vita

26 Aprile 2020 1 Di Redazione

UFC – Continuano gli aneddoti su Georges St-Pierre. L’ex fighter canadese ha rivelato giorni fa come, paradossalmente, non si sia mai divertito combattendo.  Del resto GSP ha intrapreso la strada degli sport da combattimento non per passione, quanto perché costretto. GSP, come molti sapranno, si è avvicinato al fighting per necessità. Come raccontato più volte da lui stesso, in età giovanile è stato vittima di diversi atti di bullismo. E l’aneddoto in questione riguarda proprio i bulli, tema di cui l’ex re dei welter UFC si occupa tutt’oggi anche a livello umanitario, essendo una battaglia combattuta dalla Georges St-Pierre Foundation.

LA RUOTA GIRA – Siamo a Montreal. Georges non è più quel bambino a cui venivano tolti soldi e cibo sull’autobus. Georges ora è Georges “Rush” St-Pierre, campione del mondo UFC, stella delle MMA e soprattutto l’atleta più acclamato e cercato del Canada, Quebec in particolare. GSP è al semaforo. Un clochard gli si avvicina per chiedere dei soldi. Il senzatetto però non è un senza tetto qualunque, almeno per Georges. È “lui”, uno dei bulli che più tormentava il campione dei welter da piccolo. Tra i due cala il gelo, molto più freddo del rigido e gelido dell’inverno canadese. I due si riconoscono immediatamente.

Chi prima imponeva la propria forza ora sta chiedendo aiuto proprio ad una sua ex vittima. Gran parte di noi, siamo onesti, non avrebbe fatto niente in quell’istante se non sbeffeggiare e lasciare lì, con mani, spirito ed anima vuoti, colui che ha rappresentato il nostro incubo peggiore. Non GSP però. Georges non si mostra rancoroso. Anzi. Tira fuori dalle tasche (piene più di soddisfazione che di mero denaro), un paio di banconote da cento dollari. Nel momento in cui porge la salvezza di qualche giorno per quell’ormai pover uomo, gli dice:

Ricordati, sei migliore di ciò che sei ora. Tu puoi fare tutto quello vuoi”.

Le parole scuotono nel profondo l’ex bullo. I soldi di Georges saranno gli ultimi guadagnati per carità. L’uomo lascia la strada, cerca di riprendere in mano la vita. Ci riesce. Trova un lavoro, una casa ed inizia a mettere su famiglia.

“Qualche settimana dopo, i miei genitori mi hanno detto che era venuto un uomo a cercarmi. Era quel ragazzo. Mi voleva ringraziare perché grazie al mio discorso era riuscito a prendere nuovamente in mano la sua vita. Sono stato estremamente felice di sapere che le cose per lui iniziavano ad andare meglio”.

Georges St-Pierre, campione nell’ottagono, ancor di più (se possibile) nella vita.