UFC, Di Chirico: “Avrei voluto il rematch con Holland. Dovrei combattere a Fight Island”

UFC, Di Chirico: “Avrei voluto il rematch con Holland. Dovrei combattere a Fight Island”

30 Aprile 2020 3 Di Riccardo Colella

UFC – Classe ’89 e scuola Gloria Fight Center. Alessio Di Chirico è un ragazzo intelligente e riflessivo, oltre che uno dei migliori atleti che l’Italia abbia mai prodotto. Riportiamo l’intervista rilasciata quest’oggi sul profilo instagram di Alex Dandi.

Si parte immediatamente con la situazione relativa agli allenamenti.

“Per fortuna ho allestito in casa una piccola palestra con sollevamento pesi, quindi forza… poi faccio anche cardio… ma non mi fa male allenare un po’ la forza. È un momento davvero terribile… e allenare la forza per un atleta è importante. Sono anche migliorato, eh… resto, però, un po’ scarso nella panca (ride)”.

Il fighter romano militante in UFC appare comunque sorridente nonostante il grave momento che stiamo vivendo, complice la recente paternità.

“Io sorrido, ma ho attacchi di ansia riguardo alla situazione in generale, politica, economica, sanitaria… che a volte davvero mi bloccano. Sorrido ma c’è poco da sorridere. Cerco di non pensarci… perché questo bisogna fare, finché non finisca questa situazione e si possa ripartire. È una crisi economica che, finora, non c’era mai stata… ma è così… a volte ci penso anche troppo sulle cose…”.

Ovviamente si finisce a parlare della ripresa di UFC.

“Io assistito alla conferenza che c’è stata e ho appreso che molti fighter chiedevano visti per allenarsi in altri paesi, ma UFC non può nulla in tal senso. L’isola sarà allestita entro la fine di Maggio… quindi i primi eventi saranno a Jacksonville, in Florida, e poi si passa di là… si faranno tre match e poi si continua così. Anche il mio match, che all’inizio era programmato per Dublino, dovrebbe essere confermato per il 15 di Agosto.  Dana White ha invitato i fighter a farsi trovare pronti, per quanto possibile, mentre loro hanno confermato che si stano impegnando al massimo per farci lavorare e poter sostenere le nostre famiglie. Poi, comunque, per loro è un gran ritorno… Farsi trovare pronti non è semplicissimo. Per Maggio avrei molte difficoltà… anche per quella che è la concezione delle MMA in Italia. Non solo non sono considerate sport professionistico dal CONI… ma nemmeno uno sport… I vertici del CONI stanno appunto decidendo se sarà possibile riprendere l’attività… vedremo. Anche perché, ad oggi, sono l’unico fighter con un match fissato… vorrei combattere perché ho la necessità economica di lavorare. Il match, poi, si prepara anche mentalmente… e quindi dovremo tutti lavorare su quell’aspetto. Voglio combattere ma non in maniera clandestina… Ma se la tendenza è questa… anche col pugilato c’è stato un bel passo indietro: non è più riconosciuto come sport professionistico!”.

Nonostante il blocco pressoché totale che stiamo vivendo, pare esserci qualche spiraglio per l’incontro di Alessio.

Io il contratto UFC l’ho firmato… e anche il mio avversario! Ma senza luogo… o meglio: era originariamente predisposto per Dublino; ma forse ora dovremo firmarlo nuovamente. Poi, se tutte le card si recupereranno a Giugno, come sembra, non dovrebbero esserci problemi a combattere per il 15 di Agosto. Chi lo sa… Credo che ci porteranno sull’isola con un aereo privato. Non riesco a immaginare, comunque… sono sincero. Anche perché, quando sono nella fight week, non ho mai un umore molto socievole… e quindi non penso che andrò lì a visitare l’isola e le spiagge… Di sicuro dovremo essere tutti controllati. Anche se, ad oggi, di linee guida non ne abbiamo ricevute. Ho ricevuto, però, il reminder di USADA… quello sì… lo mandano sempre una settimana prima del match. Io sono stato controllato 18 volte. Ormai il medico è di casa… Ma se pensi che c’è gente che addirittura si dopa per andare in spiaggia col fisico scolpito… Questo, purtroppo, è il lascito del bodybuilding anni ’80”.

Alcuni, forse, non sanno che Alessio oltre che un grande fighter, è anche un ottimo match-analyst.

“In realtà odio guardare i miei match. Non c’è un mio match in cui mi sia piaciuto come ho combattuto; ma cerco sempre di analizzarli al termine dell’incontro. Il mio match migliore, però, è stato quello con Bamgbose. Ho chiuso l’incontro prima del limite con un elemento tecnico che inizialmente non mi veniva molto bene (le ginocchiate, ndr)… ma ora sono un mio punto di forza, visto quanto le abbiamo provate. Penso di essere migliorato nel tempo… ma credo anche di aver sprecato parecchie occasioni. Se avessi fatto l’upset con McLellan o Spicely, allora la mia carriera sarebbe stata un’altra. Alla fine per divertirmi nell’ottagono, non sono stato troppo lucido. Succede così… nella testa può anche esserci un calo di motivazioni. Molti atleti arrivano in UFC, comincia una nuova fase della carriera… e allora partono i dubbi. Ma io lo dico sempre: l’obiettivo deve essere vincere. Anche perché non stante spesso non si riesca a sfruttare al meglio un ipotetico sprint iniziale, c’è sempre tempo per arrivare in alto. Ognuno è artefice del proprio destino”.

Proprio la questione dell’arrivare in alto è meritevole di attenzione e di ulteriori analisi, tanto da prendere spunto dalle domande dei follower.

“Tra cinque anni avrò 35 anni e spero di avere un contratto da sfruttare al massimo delle mie potenzialità. Spero di fare quattro match entro un paio di anni… e avere, entro il 2021 un rinnovo. Spero anche di arrivare presto a combattere nella parte alta del ranking. Ora sono al 39esimo posto e spero che 4 match possano bastare a proiettarmi in alto. Una volta lì, poi, sarebbe difficile capire chi affrontare… perché c’è stata una bella rivoluzione nei medi. Molti sono a fine carriera: Jacarè e Romero, per esempio. Lo stesso Darren Till, è altissimo in graduatoria ma non si capisce come… visto che ha fatto solo un match nei medi. E dietro c’è gente tipo Rodolfo Vieira che, secondo me, se trova Adesanya vince lui. La mia idea non tiene molto conto delle classifiche; ma se Adesanya viene portato a parete da Vieira, è finito. Poi Adesanya ha modificato un po’ il modo di combattere… perché difendere il titolo porta a questo. Anche Jon Jones… era bellissimo vederlo combattere, prima”.

È sotto gli occhi di tutti che nel corso della carriera in UFC, Alessio non sia stato tra gli atleti più fortunati…

Io sono super scaramantico… la fortuna fa più del 50% in un incontro. Speriamo di averla dalla nostra parte. Ce ne sono di atleti scaramantici: da Nadal a Valentino Rossi. Poi, ovviamente non è solo fortuna… le commissioni in caso di indecisione a volte premiano il fighter più famoso. Altrove, invece, sono meno preparati sullo striking… e spesso tenere un basso profilo non paga. Un bravo giudice quando guarda un match lo capisce chi ha vinto. Io qualche rimpianto ce l’ho, ma i rematch immediati, purtroppo, valgono solo per la parte alta della classifica… e ci abbiamo anche provato, eh… Con Holland l’avrei voluto il rematch. Perché non mi piace lui e non mi piacciono quei fighter che parlano troppo e poi nella gabbia si comportano in tutt’altra maniera. Falsi e opportunisti… non mi sono mai piaciute che cambiano idea così”.

Quando si combatte nei medi, presto o tardi che sia, si viene sempre rapportati al campione di categoria.

Nel match Romero-Adesanya, io la colpa la do a Romero. Lui all’inizio è stato dieci minuti fermo… perché lo stile cubano si basa sempre sulla rimessa: sia nella lotta che nello striking. Come vedrei un match UFC ipotetico contro Adesanya? Ci sarebbe tanto lavoro da fare. Credo sarebbe molto difficile perché è un lottatore molto completo e ha dei set-up e una scelta dei tempi, nel portare i colpi, pazzesca. Credo, tuttavia, che qualche errore lo faccia… nello striking, per esempio, per tenere la distanza dopo il jab che non va a segno, rimane col braccio teso e questo lo rende vulnerabile. Si espone ai ganci destri e soprattutto ai low kick. Ecco, quella potrebbe essere una chiave: perché lui non li blocca bene. Quasi li ammortizza… e poi sarebbe da studiare dal punto di vista del grappling. Ci vorrebbe un ottimo game plan… un po’ come in JDS Vs Velasquez”.

Anche Alessio non può sottrarsi alla classica domanda sul post pandemia.

“È una cosa che cambierà per sempre gli equilibri. È difficile da prevedere. Ci sarà una grande crisi che, se da un lato temprerà il nostro carattere, dall’altro ci metterà a dura prova”.