UFC, quando Khabib perse contro Gleison Tibau (ma non secondo i giudici)

UFC, quando Khabib perse contro Gleison Tibau (ma non secondo i giudici)

7 Maggio 2020 0 Di Redazione

Khabib – Esiste un detto comune, tra gli appassionati ed i professionisti di sport da combattimento, che è quasi un mantra: mai lasciare la decisione del match in mano ai giudici.

Succede che delle volte gli incontri siano così equilibrati e incerti fino alla fine che ai giudici possa capitare di incappare in errori nello stilare i cartellini, delle volte giustificabili, altre volte meno con conseguente rabbia di fan, commentatori e addetti ai lavori e non, che arrivano ad accusare i giudici di veri e propri furti; d’altronde dalla nascita delle MMA molto è cambiato, nel regolamento così come nel modo di combattere dei fighters per adattarsi allo stesso regolamento, quest’evoluzione ha portato ad avere sempre più spesso match equilibrati che finiscono con la decisione dei giudici, spesso questi verdetti sono netti e non confutabili, altrettanto spesso succede che l’equilibrio del match non renda così semplice decretarne un vincitore.

Nel curriculum di campioni, anche tra i più dominanti, non è strano trovare almeno un match conclusosi con una decisione controversa, non fa eccezione l’imbattuto e dominante campione dei Lightweight UFC Khabib “The Eagle” Nurmagomedov (28-0, 12-0 UFC).


Ma andiamo con ordine, è il 7 luglio 2012, UFC 148, evento che vede fronteggiarsi nel main event due leggende come Anderson “The Spider” Silva (34-10-1, 17-6-1 UFC) e Chael Sonnen (31-17-1, 7-7 UFC) per il titolo Middleweight UFC; in preliminary card, al suo secondo match in UFC combatte un giovanissimo ma con già un record invidiabile e senza sconfitte, Khabib Nurmagomedov (vittoria per Submission – rear-naked choke – all’esordio, ndr.), contro un veterano e cintura nera di Brazilian Jiu-Jitsu, Gleison Tibau (35-14, 16-12 UFC).

Nel primo round il russo (con ancora un’impostazione prevalentemente mutuata dal Combat Sambo, ndr.) parte tenendo il centro dell’ottagono e prendendo l’iniziativa con diversi jab ed un esplosivo high kick che però non arrivano a bersaglio, non riuscendo mai ad entrare nella guardia del brasiliano, che a sua volta risponde con colpi di braccia pesanti ma che a loro volta non provocano danni significativi. Da questo momento Khabib prova invano diversi tentativi di takedown, non riuscendo mai a portare a terra l’avversario che si difende sempre bene grazie ad un’ottima takedown defense schiena a parete (interrotti e riportati al centro diverse volte dell’arbitro Mario Yamasaki, ndr.) il primo round si conclude quindi senza un chiaro vincitore, anche se l’iniziativa premia sostanzialmente un giovane Nurmagomedov.

Il secondo round vede il brasiliano portare a segno i colpi più pesanti e significativi, ma è sempre il russo a prendere l’iniziativa nonostante non riesca mai ad entrare nella guardia con i colpi né a portare a segno i diversi tentativi di takedown. I cartellini dei giudici premiano ancora una volta l’iniziativa e l’aggressività di Khabib.

Il terzo round continua sulla falsa riga dei due precedenti con Khabib alla disperata ricerca del takedown e il veterano dell’ATT a difendere e rispondere con colpi pesanti ma che non sortiscono grande effetto, fino ad un takedown portato a segno dopo un’incertezza del sambista, proseguito con il tentativo di prendere la schiena da parte di Tibau ma con Nurmagomedov che in qualche modo riesce a difendersi e a tornare in piedi. Altri tentativi a vuoto da parte di “The Eagle” ben difesi sempre dall’avversario. Anche questa volta evidentemente viene premiata la maggiore iniziativa del russo, che nonostante non riesca mai a mettere a segno né colpi significativi né takedown prova sempre insistentemente e riesce a difendere bene le poche iniziative di un Tibau che comunque piazza dei colpi pesanti e per poco, come detto, non prende la schiena con la possibilità di finalizzare l’imbattuto avversario.

Verdetto finale tutti e tre i giudici assegnano 30-27 a favore di “The Eagle”, che festeggia in preda all’emozione con un Tibau decisamente perplesso.

A distanza di anni Tibau ha sempre affermato di aver controllato Nurmagomedov per tutto il match ed altri, tra cui il commentatore Joe Rogan, già durante il match, dichiararono il brasiliano il fighter migliore del match, i fan gridarono al furto, analisti di settore e aggregatori di scorecards (ad esempio MMA Decisions) si divisero sulla decisione.

Vale la pena notare che questa era solamente la seconda apparizione del russo sull’ottagono UFC negli Stati Uniti, che fino al match precedente aveva combattuto prevalentemente in Russia o in paesi ex URSS, che era appena 23 enne e non era ancora la macchina da takedown e ground and pound che conosciamo oggi, ma anche che Tibau era già un veterano UFC con 16 match all’attivo nella promotion.

Da notare che Tibau bloccò ogni singolo tentativo di takedown avversario, cosa che sarebbe successa solamente un’altra volta, nel match successivo contro Thiago Tavares (che comunque cedette ai pesanti colpi di Khabib ad 1:55 minuti del primo round, ndr.), ma è anche vero che Nurmagomedov prese l’iniziativa e il controllo del match per la maggior parte del tempo, e che comunque il segno più visibile rimase sul volto di Tibau, un profondo taglio all’arcata sopraccigliare, conseguenza di uno dei pochi ma pesantissimi colpi andati a segno da parte di The Eagle. Infine all’ultimo round il daghestano sembrava avere ancora molto fiato ed energie, invece Tibau si limitava a controllare e risparmiare energia. Decisivo ai fini del verdetto è stata la maggiore aggressività da parte di Nurmagomedov (caratteristica che non ha perso negli anni, ndr.) oltre al fatto di aver comunque neutralizzato qualsiasi tentativo di attacco da parte del brasiliano.

Concludendo, sicuramente uno dei più brutti, se non il più brutto match disputato da Nurmagomedov, ma di fatto di rapina non si può parlare, verdetto giusto ma che sarebbe risultato altrettanto giusto se fosse stato assegnato a Tibau.