UFC, Reebok al capolinea: Nike, Venum o Under Armour nel futuro?

UFC, Reebok al capolinea: Nike, Venum o Under Armour nel futuro?

9 Luglio 2020 1 Di Redazione

UFC – “Yes, one of those three”.

A parlare è Dana White, che durante una puntata di ‘The Schmozone’, incalzato dagli host Helen Yee e Dave ‘Schmo’ Schmulenson, si è lasciato scappare un indizio sul prossimo sponsor tecnico di UFC. I ‘three’, invece, sono Venum, Nike e Under Armour, tre fra i brand di riferimento di tutti gli sportivi e pronti a prendere il posto di Reebok al fianco della promotion. Dopo ben sei anni – al termine di un accordo del valore di 70 milioni di dollari –  le strade del marchio statunitense e della più grande promotion di MMA al mondo si separeranno, spezzando quel legame che è ormai solido e immediato nella testa di ogni appassionato.

Under Armour era in corsa prima che Reebok alla fine strappasse un accordo con UFC sei anni fa, mentre Venum è stato a lungo – e rimane tutt’ora – un punto di riferimento fra i marchi di abbigliamento sportivo per i praticanti di arti marziali miste, oltre ad essere stato a lungo partner di José Aldo, nella sua ascesa al titolo e alla gloria. Nike, infine, si è già schierata al fianco di grandi star come Jon Jones e Anderson Silva, sebbene “Bones” sia stato poi messo da parte per i suoi incidenti fuori dalla gabbia.

Al centro dell’ottagono dal 2021 potremmo quindi vedere la testa di un serpente, un paio di lettere (UA) o lo swoosh più famoso al mondo, ma – sebbene speculazioni e pronostici siano già partiti – è difficile prevedere quale dei tre brand vincerà la corsa e siglerà l’accordo con Dana White. Quello che si può fare è giocare e immedesimarsi nei panni dello Sponsorship Director di questi brand e chiedersi: cosa può portare UFC a ciascuno di questi brand e viceversa?

VENUM – Il marchio è molto conosciuto fra gli appassionati di fighting, rappresenta uno dei brand posizionati meglio all’intreno di questa nicchia, e ad un primo sguardo potrebbe rappresentare il partner perfetto per la promotion. Senza dubbio, la partnership potrebbe essere vantaggiosa per il brand, che avrebbe la possibilità di ‘farsi promuovere’ da UFC anche fra i consumatori meno core, cominciando un lavoro che porterebbe il marchio ad essere conosciuto anche da chi non combatte o non pratica arti marziali.

NIKE – La prospettiva di Nike è completamente opposta: in questo caso sarebbe il brand a ‘promuovere’ UFC, aprendo alla promotion le porte del mainstream e dandole la possibilità di essere conosciuta e apprezzata anche da chi – al momento – non ha ancora mai avuto la curiosità o la chance di guardare una fight night. Forte di questa ‘potenza di fuoco’ – nonostante un budget sicuramente più alto di quello a disposizione di Venum – probabilmente il brand potrebbe non arrivare a offrire le cifre messe sul piatto da Venum.

UNDER ARMOUR – UA, al momento, sembra quella più lontana dall’accordo con UFC e Dana White. Il brand non vive tempi felicissimi, tanto che ha cominciato a disinvestire dagli accordi di sponsorizzazione messi in piedi negli ultimi anni – in particolare nel mondo del calcio. La strategia di legarsi a UFC potrebbe però trovare spiegazione nel duplice obiettivo di rafforzare il proprio posizionamento negli sport ad alta prestazione (fighting, CrossFit) e di sponsorizzare poche ma rilevanti properties sportive.

La scelta finale ricadrà inevitabilmente su UFC e su Dana White, che ha già detto che la sua promotion ‘is talking to people now’. UFC potrebbe quindi uscire dal perimetro dell’autoreferenzialità delle MMA e presentarsi al mondo ‘là fuori’ al fianco di un brand globale come Nike, affiancato dalla potenza di fuoco mediatica del marchio di Portland, facendo leva proprio sull’awareness del brand e sulle sue numerose collaborazioni e iniziative.

La scelta – per Dana White e UFC – sta proprio nell’indirizzo politico che si sceglierà di intraprendere: tanti soldi, maledetti e subito (quelli che io stesso offrirei se gestissi un budget destinato alle sponsorizzazioni per Venum) o un cammino di promozione condiviso anche a fronte di un importo leggermente inferiore (ciò che – di contro – mi sentirei di offrire se rappresentassi Nike).