Alessio Di Chirico a TuttoMMA: “Serve più equilibrio. Trash talking? Con me non funziona”

Alessio Di Chirico a TuttoMMA: “Serve più equilibrio. Trash talking? Con me non funziona”

26 Gennaio 2021 0 Di Redazione

Alessio Di Chirico è un grande atleta, ma prima di tutto una grande persona. Ho avuto il piacere di intervistarlo più volte, ai tempi di Fox Sports. Non ho il piacere di chiamarlo amico ma soltanto perché, io come penso anche lui, credo e do a questa parola un significato molto importante. Però davvero, è probabilmente uno dei fighter con cui ho il rapporto migliore. E questo perché è impossibile non andare d’accordo con lui.

Alessio Di Chirico, oltre ad essere un grande fighter, è soprattutto un ragazzo intelligentissimo: vi sorprendereste se solo sapeste di quante cose potrebbe parlarvi. Per dire, la scorsa estate – credo, o comunque qualche mese fa – ha analizzato frame per frame la vittoria del peso medio italiano Bellator Pietro Penini contro Charlie Ward. Una roba che, davvero, i breakdown di Dan Hardy sul canale UFC sono una passeggiata di salute. Perché Ale, dopo aver chiuso col football americano, è diventato – secondo il mio parere – prima un marzialista, poi un fighter.

Vi sembrerà una sviolinata, questa, ma in realtà non è altro che una prefazione sentitissima per presentarvi la nostra intervista ad Alessio Di Chirico, per cui buona lettura!

1) Ciao Ale, e benvenuto su TuttoMMA! Cominciamo con una domanda scontata: quali sono state le tue sensazioni appena prima di entrare in gabbia, durante e dopo il match? Ti abbiamo visto visibilmente emozionato, ed è stato bellissimo vederti gioire dopo un KO del genere. Ci racconti cosa hai provato?

Prima di entrare una grandissima tensione, mi giocavo tutto là sopra, devo dirti che invece non ricordo tanto del match, mi sa che stavo in trance agonistica, e alla fine ero totalmente fuori di testa per quello che era appena successo. Diciamo che non ho trattenuto le emozioni!

2) Joaquin Buckley ci ha provato in tutti i modi a fare lo splendido, sia con le dichiarazioni pre-match che al peso. Quanto ti ha caricato il suo atteggiamento negli ultimi giorni pre-match? Pensi che abbia esagerato col trash talking? Tra l’altro gran gesto, il tuo, facendovi una foto assieme

Penso che ormai sia una attitudine diffusa in tutti i fighter quella di provocare e denigrare l’avversario, ho cercato di non farci caso e di non farmi distrarre facendo finta niente. Non penso che abbia esagerato, semplicemente il trash talking non mi piace, non mi interessa e non ha alcun effetto su di me. Poi il giorno dopo il match finisce tutto e ti fai la foto, giusto così, non provo rancore di nessun tipo verso Buckley.

2/1-2) Cosa vi siete detti quando sei andato ad abbracciarlo dopo il KO?

L’ ho confortato dicendogli che è un campione e che si riprenderà.

https://www.instagram.com/p/CKOM1Plg9Op/

3) Molti giornalisti d’oltremanica hanno tentato di ricamare sopra ad un presunto atteggiamento non troppo carino tuo e del team nei confronti di Dana White, che ad onor del vero aveva anche detto qualcosa in conferenza stampa. Abbiamo visto, però, che sia in un video pubblicato su Instagram che in una intervista a Fatti Marziali hai spiegato come sia stato tutto un equivoco. Possiamo chiederti come è andata negli spogliatoi e se poi hai comunque avuto modo di parlare in prima persona con Dana o Mick Maynard?

Sì nel backstage , dopo che mi hanno fatto 5 interviste e ho ripetuto la stessa cosa sempre, ho avuto un pesante calo di adrenalina, Dana è passato velocemente mentre stavo parlando con una persona dello staff e quasi non l’avevo riconosciuto.
Ho fatto una figuraccia involontaria e mi sono scusato con lui e Mick per il fraintendimento. Figurati se non eravamo contenti in quel momento!

https://www.instagram.com/p/CKJWFeZo1go/

4) Sei riuscito a sfruttare il tuo allungo in maniera eccelsa, facendo praticamente quello che volevi con Buckley alla distanza. Hai raccontato, però, di aver avuto un camp complicato per le ovvie questioni legate al prepararsi in tempo di pandemia. Tutto questo ti ha caricato maggiormente? Come è stato preparare il match in piena pandemia?

Eh sotto Natale in zona rossa con Michele abbiamo rischiato davvero le multe pesanti, scherzo in realtà ovviamente potevo allenarmi da solo o con partner selezionati seguendo le normative con tante difficoltà tra un tampone e l’altro per fortuna è andato tutto bene, devo ringraziare poi le due strutture che mi hanno ospitato la Peak29 di Simone Franceschini e Valerio Santavenere, e lo Sporting Village di Claudio Del Falco.

5) Dopo il match hai lanciato un messaggio bellissimo, importante, sia nell’intervista con John Anik che nella conferenza post-evento. Era una cosa che sentivi di fare da tempo? Come e quando nasce?

E da un po’ che lo volevo dire, forse ancora prima di questa striscia di sconfitte.
Purtroppo c’è una tendenza in questo sport che ti esalta sopra ogni modo quando vinci mentre quando perdi vieni denigrato e messo da parte.
Sebbene sia consapevole che in parte è il mondo che purtroppo funziona così sarebbe bello se si arrivasse un po’ a moderare questa attitudine. Peraltro ti chiedo: qualcuno ha avuto da ridire sull’intervista a Conor alla fine del match con Poirier? Non è stato bello poter ascoltare tutte e due le voci? Non potremmo farlo più spesso? Tutto qui.

6) Sappiamo che non ti piace chiamare in causa nomi o avversari, anche se per noi il decisamente poco simpatico Kevin Holland meriterebbe di avere un ripasso delle tantissime botte che gli hai rifilato nel vostro match (giudicato in maniera assurda). Però, realisticamente, quali sono i tuoi piani per i prossimi mesi?

Arrivare al rematch con Holland entro fine anno.

7) Prima di chiudere: come rispondi, a posteriori, a chi parlava di impossibilità di allenarsi ad alti livelli in Italia per esser competitivi in UFC, dato che hai steso un atleta che ha girato diversi team in USA (ed è stato spesso cacciato perché mandava di proposito KO gli sparring partner)? C’è qualche tuo compagno di allenamento o membro del team che vorresti ringraziare in particolare?

Non è mia intenzione fare polemica, ma non ero io che dicevo la frase: “I campioni non si Fanno nelle Palestre”, viene da Ali.
Ora però non voglio neanche fare il fanatico, mi piace fare Camp di allenamento all’estero due tre volte l’anno, tuttavia in questo momento è anche molto complicato e rischioso spostarsi.
Ma poi soprattutto, questo sport ha solo 25 anni lo stiamo ancora scoprendo anno dopo anno, però è incredibile come ci sia tanta gente che pensa già di avere la ricetta segreta funzionante al 100% no? Ci vorrebbe solo un po’ di equilibrio e di rispetto in più.
Ringrazio tutti i pirati che sono saliti con me sulla materassina questo periodo, i miei allenatori in primis Mike che è davvero una persona incredibile oltre che una leggenda vivente, Luca Vidau oltre che mio amico ormai da una vita preparatore formidabile per la sua attitudine e per la sua concretezza. Ivano il mio maestro di boxe, quei due diretti destri andati a segno sono stato il risultato di ore a correggermi, e sono stati poi fondamentali come set up per il calcio.
Luca Anacoreta che oltre a farmi sentire una persona normale con la moltitudine di fisse che ha, è il lottatore più forte con cui mi sia mai confrontato.
Alessio Fabbri che definirlo mental coach è riduttivo, o forse siamo noi messi così male psicologicamente che minimizziamo un mestiere del genere, perché da quando ho cominciato a lavorare con lui ha tirato fuori tutto il meglio che avevo dentro.
Pier, agente che fa i miracoli con sponsor e media in una situazione così difficile per le MMA, esempio come persona e come padre.
Valerio Giordani per la lotta libera, ora che è tornato al 100% nel giro non temo nessun lottatore.

Si ringrazia Pierluigi Ferrantini per la disponibilità e per la buona riuscita dell’intervista.