UFC Vegas 21: The Good, The Bad and The Ugly

UFC Vegas 21: The Good, The Bad and The Ugly

14 Marzo 2021 1 Di Giuseppe Albi

Nuovo appuntamento con “The Good, The Bad and The Ugly”, la rubrica che analizza i momenti migliori, i più cattivi (sportivamente parlando) e i più brutti dell’ultima card UFC.

Ecco quanto ci ha lasciato in eredità UFC Vegas 21:

THE GOOD – Ige, Spann, Grant, Semelsberger e l’antica arte del KO

Chi si lamentava di alcune card senza finalizzazioni, dopo UFC Vegas 21 si può dire finalmente soddisfatto. Combo devastanti e colpi da spegnere la luce avranno fatto balzare dal divano in molti durante l’ultima notte. Merito di Ryan Spann, Dan Ige, Davey Grant e Matthew Semelsberger che, oltre ad aggiudicarsi i $50,000 previsti dal bonus di Performance of the Night, ci hanno regalato i momenti migliori dell’intera card. Potere magico di quell’antica arte che non passa mai di moda e che risponde al nome di: KO.

THE BAD – Leon Edwards

È lui il grande cattivo dopo UFC Vegas 21. Una nomea sbagliata, dettata dal fatto che l’inglese era già stato richiamato una volta. Eppure la sua ditata involontaria nell’occhio destro di Belal Muhammad è destinata a rimanere nella storia. Non per il gesto in sé – vista appunto l’involontarietà e le scuse immediate di Edwards – ma perché ha aperto il dibattito sulla possibilità di fare qualcosa per evitare che episodi come questo si ripetano in futuro. Anzi, se chiudete gli occhi e vi concentrate un attimo, è già possibile udire in sottofondo l’eco delle tante discussioni che imperverseranno ovunque nei prossimi giorni…

THE UGLY – Eryk Anders

Niente, le polemiche sono già arrivate mentre scriviamo, non c’è nemmeno bisogno di aspettare i prossimi giorni. C’è chi accusa la non conformità dei guantini UFC, chi pone il dito (espressione più che attuale) su delle falle nel regolamento, chi invece si scaglia contro quegli atleti abituati a tenere le mani aperte. La verità è che in uno sport così imprevedibile spesso è difficile tracciare delle linee di confine, anche se alcune dovrebbero essere assodate. Altrimenti non è possibile spiegare la decisione di Eryk Anders di colpire con una ginocchiata Darren Stewart quando quest’ultimo si trovava con un ginocchio sul tappeto. Una situazione praticamente uguale a quella successa fra Petr Yan e Aljamain Sterling una settimana prima e che ha fatto il giro del mondo. Tutti hanno visto quella scena. Tutti ne hanno parlato. Evidentemente non Eryk Anders.

Urge forse un programma che preveda un ripasso del regolamento da fare ad ogni atleta e al suo team prima di ogni evento? Forse sì a giudicare da quanto si sta vedendo ultimamente.