Ultima spiaggia per Tyron Woodley: “Smettere non è un’opzione. Tornerò al top”

Ultima spiaggia per Tyron Woodley: “Smettere non è un’opzione. Tornerò al top”

26 Marzo 2021 0 Di Redazione

Di fronte a tre sconfitte consecutive, un’altra potenziale sconfitta con uno slugger dalle mani pesantissime come Vicente Luque, potrebbe costare carissima a Tyron Woodley. Ma l’ex campione dei pesi welter ha un solo pensiero fisso prima di UFC 260: fare la prestazione.

Era apparso svogliato, fuori forma, quasi bloccato nelle sue ultime tre uscite. Un trio di sconfitte quasi senza senso dovute soprattutto a scelte sbagliate fatte prima dei match. A confermarlo è stato lui stesso durante il tradizionale media day prima dell’evento.

Queste le sue parole:

“La vita non è sempre un percorso senza ostacoli. Può esserlo, ma facciamo noi le scelte, e io stesso ho fatto scelte nella mia vita che mi hanno portato fuori da quel percorso. Queste sono cose che devo affrontare e smettere ora non è una opzione. Devo uscire dal prossimo match al top ed ho tutte le intenzioni di farlo”.

Ci è voluto del tempo, e i mesi passati a letto in convalescenza dopo il serissimo infortunio alle costole patito nel match con Colby Covington sono serviti per capire dove avesse sbagliato.

“Penso che il Karma sia reale e a fine giornata devi pagare il suonatore di cornamuse – n.d.a. (modo di dire “La vita ti presenta sempre il conto alla fine”) – ha continuato Woodley.

Ma, dopo tutta la sofferenza patita in quelle sconfitte, Woodley ha ammesso anche di non aver mai perso di vista i princìpi fondamentali che lo hanno portato al top della divisione dei welter in UFC. Ha trascorso gran parte del tempo a ricostruire tutto questo in preparazione al match di sabato notte con Luque, un artista del KO che si è ripreso dalla sua precedente battuta d’arresto vincendo i suoi ultimi due match.

Si è poi trasferito nel sud della California per allenarsi con il veterano delle MMA Antonio Mckee, noto per essere il guru delle “inversioni di rotta” per i fighter che hanno bisogno di tornare a vincere dopo un periodo difficile della loro carriera. Ha quindi iniziato con i nuovi compagni di allenamento che si sono offerti di sacrificarsi con lui durante gli allenamenti.

Storie di cadute e resurrezioni ce ne sono a dozzine nelle MMA, ma Woodley crede che la sua è una di quelle che sarà ricordata.

“Tutto quello che ho passato non mi ha ucciso – ha ammesso Woodley – Non mi ha buttato fuori da questo sport. Io penso che le storie più belle siano quando qualcuno torna alla vittoria, perché non si è mai arreso. Sono ancora al top, sono ancora veloce, e in base alla situazione attuale sono ancora la migliore mente della nostra divisione”.

Nonostante questo le sconfitte consecutive cominciano ad essere tante e l’ex campione è consapevole che, in caso di un’altra debacle, le cose potrebbero mettersi male in UFC.

“Potevo lasciare dopo il mio ultimo match, oppure avrei potuto farlo dopo Gilbert Burns, dopo Kamaru Usman, o magari dopo Darren Till, non dipende solo da me, dipende dall’organizzazione e sono grato che mi sia stata data un’altra possibilità, cosi vedrete quello che sono, vedrete la mia grandezza”.

In effetti c’è stato un momento in cui Tyron Woodley non solo era considerato il migliore al mondo, ma anche uno dei fighter più attivi del roster UFC. Sia lui che l’ex campione LHW Jon Jones, hanno difeso infatti il titolo 4 volte in un anno solare.

Woodley è ancora convinto che quel fighter di un tempo non solo sia ancora in giro, ma che sia anche capace di raggiungere vette altissime nell’ottagono.

C’è solo un modo per dimostrarlo: UFC 260, il bivio definitivo della carriera di Tyron Woodley.

 

Articolo realizzato da Antonio Paleologo