UFC Vegas 24, le pagelle: Whittaker sale in cattedra. Arlovski sorprende Sherman

UFC Vegas 24, le pagelle: Whittaker sale in cattedra. Arlovski sorprende Sherman

18 Aprile 2021 0 Di Giuseppe Albi

Dall’UFC Apex di Las Vegas altro evento cruciale per il futuro dei pesi medi.

Prima di analizzare il main event fra Robert Whittaker e Kelvin Gastelum passiamo in rassegna gli altri match della main card.

Ad aprire le danze sono stati Luis Pena e Alex Munoz. Tre round d’azione nei quali il tutto si è svolto secondo un copione ben preciso che ha visto Pena imporsi dalla lunga distanza con il suo striking fantasioso e il suo maggior allungo, e Munoz invece andare a segno ogni volta che è riuscito ad accorciare sull’avversario. Dopo un primo round sostanzialmente equilibrato è stato Pena ad emergere e a chiudere in crescendo il match. Un andamento che è stato premiato dai giudici i quali gli hanno assegnato la vittoria per split decision. Voto 6.5 per Violent Bob. Voto 6 per Munoz.

Nella sfida successiva spazio alle donne e al grande equilibrio generato dal matchup fra Tracy Cortez e Justine Kish. Una battaglia ad alto tasso agonistico dove entrambe non si sono affatto risparmiate dando vita a tre round molto divertenti. Anche in questo caso il verdetto è stato lasciato in mano ai giudici che hanno dato la vittoria per split decision a Cortez. Voto 6 per l’atleta di origini messicane, con mezzo voto in meno per aver mancato il peso. Voto 6 anche per Justine Kish che ha meritato comunque la sufficienza nonostante la sconfitta.

Dopo due match che si sono risolti alla distanza, altro lavoro extra per i giudici che sono stati chiamati a esprimere un verdetto anche per la sfida fra Jacob Malkoun e Abdul Razak Alhassan. Un compito questa volta più semplice visto che Malkoun ha letteralmente dominato il suo avversario addomesticandone il pericoloso striking con un wrestling asfissiante. Vittoria per decisione unanime per Jacob Malkoun che si merita il nostro 7 in pagella. Voto 4 per Alhassan, ancora una volta inconsistente dopo le ultime due sconfitte consecutive.

Siamo arrivati così al co-main event fra Andrei Arlovski e Chase Sherman. Un match intergenerazionale fra un ex campione UFC e un atleta che sogna di seguirne le orme. Anche questa volta la contesa si è risolta alla distanza con i giudici che hanno assegnato la vittoria per decisione unanime ad Arlovski. Battuta d’arresto pesante per Sherman che finisce dietro la lavagna con un impietoso 4 in pagella. Voto 6.5 invece per l’eterno Arlovski, non solo per la prestazione (che sicuramente non è stata all’altezza del suo curriculum) ma per aver accettato il match in short notice e per aver dimostrato che, per battere la old school, bisogna essere disposti a scendere negli inferi.

Già, scendere negli inferi. La stessa sensazione, se non maggiore, la si deve provare quando si entra nell’ottagono con Robert Whittaker. Chiedere per conferma a Kelvin Gastelum che ha subito la potenza e la precisione dell’australiano per 25 tormentati minuti. Un Whittaker paziente e chirurgico: nel primo round ha scosso Gastelum con un high kick e un gancio sinistro devastanti. Nel secondo si è imposto colpendo dalla media distanza e rovesciando ogni tentativo di takedown di Gastelum.

Una lezione di pura accademia continuata anche nelle successive tre riprese dove Whittaker non ha mai rischiato nulla. Vittoria per decisione unanime dunque per The Reaper che si merita il nostro 9 in pagella. Voto 4.5 infine per Gastelum, totalmente incapace di trovare una contromisura allo strapotere dell’avversario.