UFC: quando Nick Diaz e Joe Riggs si picchiarono anche in ospedale dopo il match

UFC: quando Nick Diaz e Joe Riggs si picchiarono anche in ospedale dopo il match

15 Luglio 2021 0 Di Giuseppe Albi

Le grandi battaglie nella gabbia sono spesso accompagnate da rivalità che, nella maggior parte dei casi, terminano con un abbraccio alla fine del match. Non è sempre così però. Alcune volte infatti le antipatie fra i fighter sono sfociate in autentiche faide da Far West.

È quanto successo nel 2006 a Nick Diaz e Joe Riggs, i quali diedero vita a qualcosa che sarà ricordato per sempre nella storia delle MMA.

Le schermaglie fra i due iniziarono alla cerimonia del peso. Uno sguardo di troppo, qualche parola fuori posto e la miccia è innescata, soprattutto se nei paraggi c’è un soggetto altamente infiammabile come Nick Diaz.

Il ragazzo di Stockton è cresciuto nei bassifondi e non fa nulla per mascherarlo, né in strada e né quando combatte nella gabbia. Figuriamoci se si lascia intimorire da uno come Riggs, soprattutto se al suo fianco, a spalleggiarlo, c’è l’immancabile fratello Nate.

Le parole diventano minacce e il giorno del match l’atmosfera è elettrica. Prima dell’ingresso si fa fatica a contenerli, poi finalmente arriva il momento di dare sfogo agli istinti primordiali.

L’incontro è durissimo e segue un copione ben preciso: Riggs è il più efficace grazie ad un ottimo pugilato. Diaz colpisce di rimessa rispondendo colpo su colpo. Ne viene fuori una guerra furibonda. Joe Riggs finirà il match con entrambe le mani rotte. Nick Diaz invece con la faccia completamente devastata.

Alla fine dei tre round il verdetto dei giudici premia con decisione unanime Riggs. Il match però è tutt’altro che finito.

Entrambi i lottatori vengono portati in ospedale. Arrivano con due ambulanze diverse ma, non appena si incrociano all’ingresso della struttura, ricominciano a scambiarsi insulti.

Riggs ha una flebo attaccata al braccio. I capelli biondi e i pantaloncini bianchi sono diventati rossi a causa del sangue che si è accumulato nella battaglia. Diaz, col volto tumefatto, continua a chiamarlo “bitch” con la cadenza tipica del cattivo ragazzo di Stockton.

I due si avvicinano sempre di più e il match ricomincia per un altro clamoroso round disputato in ospedale!

Diaz colpisce Riggs con un destro. “Diesel” incassa e si getta sulle gambe dell’avversario cercando un takedown. Intanto la flebo dal suo braccio si stacca e il sangue fuoriesce dappertutto.

La fase di scramble si sposta in uno stanzino. Diaz continua a colpire al volto Riggs che, a sua volta e con le mani entrambe rotte, ricambia con delle gomitate. Il trambusto attira Nate Diaz che irrompe sulla scena con una pioggia di calci. Nell’ospedale intanto è il panico. Il sangue è ovunque e le grida hanno svegliato tutti i pazienti. Poi finalmente arriva la sicurezza che, taser in mano, pone finalmente fine alla contesa.

Poco dopo sopraggiunge anche la polizia ma – come ha raccontato lo stesso Diaz – “Quei ragazzi volevano solo il mio autografo”.

Una chiusura tragicomica per una storia che definire surreale appare riduttivo. Nelle MMA però non bisogna stupirsi mai di nulla ed è anche per questo che, forse, amiamo alla follia questo pazzo microcosmo di emozioni.