Uno sguardo più da vicino allo strapotere tecnico di Giga Chikadze

Uno sguardo più da vicino allo strapotere tecnico di Giga Chikadze

14 Gennaio 2022 0 Di Giuseppe Albi

Quando Giga Chikadze è sbarcato in UFC la domanda che in molti si sono fatti è la solita che aleggia nell’aria ogni volta che un atleta di un’altra disciplina compie il grande salto nelle MMA ovvero: riuscirà ad essere vincente anche in un contesto marziale completamente diverso?

Oggi, dopo sette successi ottenuti in altrettanti match disputati, la risposta appare piuttosto scontata. Se non fosse abbastanza ad alimentare la tesi arrivano in soccorso i tre TKO ottenuti negli ultimi tre match che sono serviti a mettere a tacere anche chi sosteneva che Chikadze fosse sì un buon fighter, ma che con il passaggio alle MMA avesse smarrito le sue skills da finalizzatore.

Merito di uno stile di combattimento unico, che fa della tecnica, della scelta di tempo e della precisione uno strumento letale per i suoi avversari.

Abbiamo deciso per questo di analizzarlo più da vicino scomponendolo nelle parti principali.

La prima grande macroarea è quella del footwork. Si può affermare senza timore di essere smentiti che il gioco di gambe e gli spostamenti di Chikadze sono quanto di più elegante e allo stesso tempo devastante si possa osservare oggi in UFC dal punto di vista dello striking.

La stessa struttura dell’ottagono ha accentuato maggiormente tutto questo permettendo al georgiano di muoversi su traiettore ancora più ampie rispetto ai ring della kickboxing. Una sorta di footwork continuo che non ha lasciato praticamente mai punti di riferimento ai suoi avversari, i quali si sono ritrovati spesso a rincorrerlo e a imbattersi inevitabilmente nei suoi colpi d’incontro.

 

Proprio i colpi d’incontro sono un’altra arma letale nell’arsenale del georgiano. Un retaggio frutto del suo background nel karate.

Osservando i match disputati in UFC da Chikadze infatti lo si è visto di rado attaccare con combinazioni prolungante, ma più che altro con colpi singoli arrivati soprattutto come risposta agli attacchi dei suoi avversari.

Una delle sua azioni preferite in tal senso è sicuramente l’overhand destro in risposta al jab. Un vero e proprio proiettile che, per velocità e imprevedibilità della traiettoria, risulta essere sempre molto velenoso.

 

Continuando a sfogliare il manuale tecnico di Chikadze, nel capitolo dei colpi d’incontro troviamo anche la ginocchiata.

Come detto Chikadze sfrutta il suo footwork più per attirare gli avversari che per colpire per primo. Oltre all’overhand destro, un altro fondamentale letale sfruttato da Giga quando gli avversari chiudono la distanza è proprio la ginocchiata, che viene usata sia per arrestare l’impeto dell’attaccante, sia per causare potenzialmente un knockdown nei fighter che tentano un takedown.

 

Dall’analisi svolta fino ad ora quello che si evince è che Chikadze sia soprattutto uno “schermidore”, ovvero uno striker capace di colpire in maniera imprevedibile con grandissima precisione e con affondi mirati. Niente di più vero, se non fosse che il georgiano abbia nel suo arsenale anche un’ulteriore arma a disposizione. Anzi, un’arma di distruzione di massa: il Giga Kick.

Solitamente, per i fighter che adottano una guardia ortodossa (per intenderci quella con braccio sinistro e gamba sinistra avanzati), è usuale avere i colpi più potenti con gli arti destri, soprattutto con i calci. Chikadze invece cela nel suo calcio sinistro il vero segreto.

Contravvenendo ad ogni regola sulla catena cinetica infatti Giga riesce a usare il suo calcio sinistro come una frusta che si abbatte sui suoi avversari con una velocità e una precisione incredibili.

Una delle varianti più usate è il middle kick con il quale arresta l’avanzata degli avversari o addirittura va a cercare il fegato. Un colpo incredibile, che Chikadze rende ancora più letale sondando il terreno prima con un high kick e poi andando al corpo quando l’avversario ha alzato la guarda.

 

Insomma, un fighter eccellente che può essere considerato con tutta probabilità come il miglior striker puro dell’intero roster UFC.

Gli unici due interrogativi sono legati alla tenuta della sua mascella (nell’eventualità che incappi in un incrocio di colpi sfortunato) e alle sue capacità al suolo (nell’eventualità che si ritrovi ad affrontare un fighter con un solido background nella lotta).

Al momento però, vista la sua imbattibilità, è opportuno esaltarne le qualità tecniche che abbiamo cercato di analizzare in questo articolo in vista soprattutto della sua prossima sfida che si presenta come un crocevia importante nel percorso che porta verso una futura chance titolata.