UFC 271, le pagelle: Adesanya stratega del fighting. Mani al tritolo per Tuivasa e Cannonier

UFC 271, le pagelle: Adesanya stratega del fighting. Mani al tritolo per Tuivasa e Cannonier

13 Febbraio 2022 0 Di Giuseppe Albi

Notte di emozioni crescenti al Toyota Center di Houston, teatro di UFC 271.

Ad aprire la main card sono stati Bobby Green e Nasrat Haqparast. Una sfida che si preannunciava scoppiettante e che invece è risultata sostanzialmente sbilanciata.

Sin dai primi istanti del match infatti il leit motiv è stato chiaro ed ha evidenziato una superiorità di Green dal punto di vista dello striking. Un monologo suggerito anche dalla scarsa mobilità di Haqparast, il quale è rimasto per tre round interi sempre in linea alla traiettoria dei colpi risultando un facile bersaglio.

Vittoria per decisione unanime e voto 7 per Bobby Green che, con 163 colpi significativi messi a segno, è salito al primo posto nel conteggio totale nella storia dei pesi leggeri UFC. Voto 3 invece per un Haqparast completamente fuori focus.

Subito dopo è stata la volta di un matchup che sulla carta si presentava come la classica sfida fra wrestler e lottatore di jiu jitsu come quella fra Alexander Hernandez e Renato Moicano.

Nel primo round è stato soprattutto Moicano il più attivo riuscendo anche a proiettare il suo avversario con un single leg.

Nella seconda ripresa il brasiliano ha consolidato il tutto prima scuotendo il suo avversario con una combinazione in piedi e poi chiudendo i giochi con una rear naked choke perfetta che non ha lasciato scampo ad Hernandez.

Voto 7 per il jiu jitsu solidissimo di Moicano, giunto alla sua nona vittoria per submission in carriera. Voto 3 invece per un Hernandez al quale proprio non riesce di essere continuo nel suo percorso in UFC.

Nel match successivo sfida ai piani alti dei pesi medi fra il numero 3 del ranking Jared Cannonier e il numero 4 Derek Brunson.

Ritmi bassi e favorevoli alle capacità lottatorie di Brunson nel primo round. Un preludio di dominio che è stato clamorosamente ribaltato nella seconda ripresa da Cannonier.

The Killa Gorilla infatti ha cominciato a martellare il suo avversario con colpi sempre più precisi e, soprattutto, sempre più maledettamente potenti. Il culmine a 4’29” del secondo round quando è riuscito a spegnere la luce a Brunson con una combinazione terrificante conclusa con delle gomitate in ground and pound brutali.

Un KO spettacolare che gli è valso il nostro 8 in pagella e una probabile prossima chance titolata. Voto 4 per un Brunson dai due volti: dominante nel primo round, completamente in balia del suo avversario nel secondo.

Se nel match fra Cannonier e Brunson abbiamo assistito ad azioni di pura potenza, nell’incrocio fra Tai Tuivasa e Derrick Lewis i decibel misurati sull’impatto dei colpi è stato ancora più elevato.

Scambi vibranti subito nel primo round, come era facile da prevedere viste le caratteristiche di entrambi. Poi però è stato Lewis a sorprendere tutti con due takedown che sembravano indirizzare la sfida verso un copione inatteso.

A riscrivere completamente un nuovo capitolo dell’incontro e, a questo punto, anche della sua carriera ci ha pensato però Tai Tuivasa che, nella seconda ripresa, ha mandato a dormire Lewis con una gomitata al plutonio.

Una mazzata tribale festeggiata con le solite bevute di birra versata direttamente nelle scarpe dei fans. Una tradizione divenuta singolarmente comune vista la striscia di vittorie sempre più crescente di Tuivasa che si merita un 7.5 per l’impresa compiuta.

Dietro la lavagna e voto 5 invece per Lewis, al quale va dato comunque il merito di aver mostrato un miglioramento tecnico dal punto di vista lottatorio.

Se il fuoco e le fiamme che hanno caratterizzato la main card di Houston hanno scatenato gli appassionati del KO, il main event fra Israel Adesanya e Robert Whittaker è risultato essere invece una sorta di partita a scacchi più affine agli amanti della tecnica.

Primi due round ad appannaggio di The Last Stylebender grazie alla sua capacità quasi sovrannaturale di schivare i colpi e alla sua precisione chirurgica in ogni combinazione. L’unico lampo di Whittaker a metà della seconda ripresa con un takedown andato a segno.

Nella terza ripresa altra proiezione di Whittaker, questa volta in ingresso su un tentativo di high kick di Adesanya, e altra difesa intelligente del nigeriano, il quale ha mostrato ancora una volta significativi progressi nelle skills difensive lottatorie cercando costantemente l’ausilio della gabbia.

Terreno dove ha imparato a lavorare in maniera davvero eccellente e che gli ha permesso di resistere ad un altro tentativo analogo anche nel quarto round quando Whittaker era riuscito quasi a chiudere una standing rear naked choke.

Una contesa tutto sommato molto equilibrata e che si è rivelata tale anche nell’ultima ripresa. Whittaker infatti ha continuato a cercare di spostare il combattimento a terra, ma ha trovato un Adesanya sempre molto attento e intelligente.

Una prova di maturità importante per Adesanya che si è confermato ancora una volta campione con verdetto unanime pur non offrendo grande spettacolo proprio come fatto contro Vettori.

Può stare antipatico, può stare simpatico, ma il suo focus strategico e tattico sui match è fra i più machiavellici di sempre. Voto 7 per lui.

6.5 invece per Whittaker. Non è una legge scritta ma si sa: per strappare il titolo al campione ai punti c’è bisogno di molto di più.