Georges St-Pierre sul trash talking nelle MMA: “Le cose stanno sfuggendo di mano”

Georges St-Pierre sul trash talking nelle MMA: “Le cose stanno sfuggendo di mano”

29 Marzo 2022 0 Di Giuseppe Albi

Il trash talking nelle MMA, e in particolare in UFC, è diventato una parte integrante del circus.

Una componente essenziale per la costruzione delle rivalità e di conseguenza degli eventi più importanti.

I recenti casi di cronaca che hanno portato questo tipo di confronti anche al di fuori dell’ottagono scaturendo in vere e proprie aggressioni, hanno imposto tuttavia una riflessione importante su questa tematica.

Diverse le posizioni in merito e fra queste spicca sicuramente quella di Georges St-Pierre.

L’ex campione UFC in due diverse categorie di peso, nonché leggenda assoluta di questo sport, si è così espresso sull’argomento durante un’intervista con The MMA Hours:

“Le cose stanno sfuggendo di mano – ha dichiarato St-Pierre – Penso che alcuni ragazzi prendono il trash talking troppo sul personale. Per me non ha mai avuto tanta importanza cosa mi diceva il mio avversario. Non è mai stata una questione personale. Bisogna ricordare infatti che è soprattutto una questione d’affari. Quando facevano trash talking con me paradossalmente era un bene perché sapevo che avrei guadagnato più soldi. Quindi devo davvero ringraziare tutti i feroci avversari che ho avuto nella mia carriera e che hanno fatto un pesante trash talking nei miei confronti. Hanno contribuito a costruire un match interessante per il pubblico e a farmi fare più soldi. In conclusione, ben venga il trash talking se rimane confinato in quello che è perché fa sicuramente bene agli affari”.

Un altro passaggio interessante è quello relativo all’aggressione avvenuta a Miami da parte di Masvidal nei confronti di Covington.

C’è un motivo per cui non ho mai reso pubblica la mia famiglia e la mia vita privata – ha dichiarato ancora GSP – Quando mi provocavano mi entrava da un orecchio e mi usciva dall’altro. Ma se gli attacchi fossero arrivati alla mia famiglia probabilmente sarebbe stato diverso. Ecco perché ho cercato sempre di far trapelare poco sulla mia vita privata. In confronto alla mia carriera, la mia vita è un milione di volte migliore della mia carriera, ma la tengo segreta perché è la mia vita privata. È il mio diamante. È il mio tesoro. La maggior parte dei ragazzi di oggi invece non la pensa così. Molti di loro a volte usano le loro famiglie per costruirsi un’immagine. Ci può stare, ma per me non è stato così. L’ho sempre vista come una debolezza pericolosa. Si sa che attaccare la famiglia può facilmente vacillare una persona. O almeno io questo lo sapevo bene ed è per questo che non volevo dare la possibilità ai miei avversari di farlo”.