UFC 273, le pagelle: Volkanovski è imbattibile. Chimaev vince soffrendo

UFC 273, le pagelle: Volkanovski è imbattibile. Chimaev vince soffrendo

10 Aprile 2022 0 Di Giuseppe Albi

Uno degli eventi più attesi dell’anno si è materializzato alla Vystar Veterans Memorial Arena confermando tutte quelle che erano le aspettative della vigilia.

Nel match iniziale della main card è stato l’equilibrio a regnare sovrano. Mark Madsen e Vinc Pichel hanno dato vita infatti a tre round rustici e molto combattuti dove nessuno dei due contendenti è riuscito ad avere pienamente le redini dell’incontro.

Due fighters agli antipodi, e significativa in tal senso è stata l’ultima ripresa, con Madsen in azione con il controllo a terra tipico della lotta greco-romana (di cui è stato vice campione olimpico) e Pichel a rispondere con tentativi di submission tipici invece del brazilian jiu jitsu (di cui è cintura nera).

A convincere maggiormente i giudici è stato tuttavia Madsen che si è portato a casa la vittoria con un verdetto di decisione unanime abbastanza discutibile.

Per noi invece non ci sono state differenze dal punto di vista del rendimento e per questo ci sentiamo di assegnare un 5.5 a entrambi. Ci si aspettava infatti decisamente di più, soprattutto da un fighter imbattuto e in ascesa come il danese.

Nel match successivo spazio alle donne e all’interessante incrocio fra Mackenzie Dern e Tecia Torres, rispettivamente la numero 5 e la numero 7 del ranking dei pesi paglia femminile.

Dopo un primo round transitorio nel quale la Torres è riuscita ad evitare i takedown della sua avversaria e a tenerla a distanza con dei side kick, nel secondo la Dern è riuscita a spostare gli equilibri portando il match sul suo terreno di caccia.

La donna più vincente della storia del jiu jitsu infatti prima è saltata in guardia alla Torres e poi da quella posizione ha attaccato un braccio con una kimura. Un tentativo velenoso e tramutatosi in qualcosa di ancora più spettacolare quando la Dern ha migliorato la sua posizione passando una gamba sopra la testa della sua avversaria.

Nonostante il prodigio tecnico la Torres è riuscita a sopravvivere, ma subito dopo è caduta in una leva al ginocchio. Una minaccia di submission continua dalla quale tuttavia la Torres è riuscita ancora una volta a sfuggire.

Sfumata la vittoria, la Dern non è riuscita a ripetersi nel terzo round permettendo alla sua avversaria di recuperare terreno sul piano dello striking. Nonostante questo i giudici l’hanno comunque premiata con una tiratissima split decision.

I nostri voti? 6.5 alla Dern per quanto fatto vedere soprattutto nel secondo round (quello che ha fatto probabilmente la differenza. Gli altri due non erano sicuramente sufficienti). 6.5 anche alla Torres per l’incredibile resistenza e per quanto mostrato complessivamente per tutto l’arco del match.

Archiviati i primi due incontri, il sipario si è alzato successivamente sull’attesissima sfida fra Khamzat Chimaev e Gilbert Burns.

Doveva essere l’ennesimo monologo del fighter di origini cecene e invece il tutto si è trasformato in una battaglia epica.

Chimaev si è ritrovato di fronte infatti un avversario di un livello totalmente diverso rispetto a quelli affrontati fino ad ora e la differenza si è vista tutta.

Sin dal primo round Gilbert Burns è riuscito a limitare la solita sfuriata iniziale di Chimaev e a controllare con grande determinazione i successivi tentativi di takedown.

Un Durinho in grande spolvero e che, nel secondo round, ha messo seriamente in difficoltà Chimaev costringendolo anche al knockdown con un destro violento a pochi secondi dal gong. Un colpo di scena incredibile che ha fatto balzare tutti in piedi nell’arena (e probabilmente anche a casa) restituendo a Chimaev un’immagine più umana rispetto a quella di extraterrestre che gli era stata cucita addosso dopo le sue prime impressionanti vittorie.

Entrambi esausti e sanguinanti i due guerrieri dell’ottagono si sono dati battaglia per un’ultima e decisiva ripresa. Cinque minuti a basso ritmo rispetto a quanto ammirato precedentemente, ma comunque di grande intensità.

Il giusto finale per un match che sarà ricordato per molto tempo, soprattutto da Khamzat Chimaev, il vincitore per decisione unanime secondo i giudici.

Il motivo per cui “Borz” se lo porterà per sempre nella sua mente questo match è da ricercare soprattutto nel dolore provato e nella comprensione che, per compiere la tanto agognata scalata verso l’olimpo, dovrà passare da inferni di questo tipo.

Voto 8 comunque per Chimaev e per la sua capacità di imporsi anche a questo livello.

Ci sentiamo di dare lo stesso voto – 8 – anche a Burns. Si può essere osannati anche dopo una sconfitta? La risposta è sì se si mette in scena una prestazione come quella del brasiliano che ha sfiorato in più di un’occasione un’impresa che sarebbe entrata nella storia.

Nel co-main event altri pronostici disattesi. Doveva essere infatti la demolizione definitiva di Aljamain Sterling per mano di Petr Yan e invece è stato l’atleta di origini giamaicane ad avere la meglio con un verdetto di split decision.

Dopo aver gestito il primo round sul piano dello striking con grande intelligenza e tranquillità, Sterling ha dominato anche nella seconda ripresa riuscendo ad ingabbiare Yan con un triangolo di gambe dalla schiena del rivale. Da quella posizione super favorevole però non è riuscito a piazzare la rear naked choke vincente, così come successo anche nel terzo round in una situazione praticamente identica.

Nonostante questo Sterling ha accumulato punti su punti mantenendo il controllo e rimanendo parzialmente attivo con il ground and pound.

Nel quarto round è stato Yan invece ad uscire fuori alla distanza come sua consuetudine. Sterling tuttavia è rimasto composto sia in fase difensiva, sia in fase offensiva. Una prova di un’intelligenza estrema da parte del Funk Master, il quale è riuscito a intrappolare nella sua ragnatela uno Yan apparso meno propositivo rispetto al passato.

Vittoria e unificazione del titolo dei pesi gallo UFC dunque per Sterling che torna a casa con la cintura e il nostro 7 in pagella. Voto 6 invece per un Yan dal quale ci si aspettava decisamente di più.

Ed ora il main event, l’atto unico di Alessandro il Grande. Un’opera teatrale dalle forti tinte marziali dove il campione dei pesi piuma UFC si è confermato tale sconfiggendo The Korean Zombie.

Sono bastati i primi due round per far intuire l’andamento del match. Volkanovski infatti ha dominato il suo avversario con combinazioni rapidissime e drammaticamente efficaci, come evidente anche sul volto segnato dello Zombie.

Il solito uso scientifico del low kick e le armi del gancio sinistro d’incontro e del diretto destro d’incontro sulle avanzate a viso aperto del coreano, hanno permesso poi a Volkanovski di dominare anche la successiva ripresa andando vicinissimo alla chiusura del match per TKO.

Un’agonia inutilmente prolungata per The Korean Zombie, il quale è stato salvato dall’arbitro Herb Dean che ha fermato l’incontro all’inizio del quarto round dopo una combinazione a due mani spaventosa del campione.

Prova superba ed ennesima difesa del titolo per l’imbattibile Volkanovski al quale non possiamo che dare 10 per quanto fatto nell’ottagono e per la sua legacy.

Voto 5 invece per un Jung Chan-Sung assolutamente impotente davanti allo strapotere del suo avversario.