UFC 279, la ricostruzione delle ore folli che hanno stravolto la card

UFC 279, la ricostruzione delle ore folli che hanno stravolto la card

10 Settembre 2022 0 Di Giuseppe Albi

Lo diciamo spesso: il pianeta UFC è un qualcosa di surreale dove tutto può accadere.

Quanto verificatosi nei giorni della vigilia di UFC 279 però si può considerare a tutti gli effetti come un autentico punto limite dove la follia ha toccato vette altissime.

Mettiamo per un attimo in secondo piano il solito gioco delle parti con le frecciate a distanza scagliate dai protagonisti della card (Khamzat Chimaev e Nate Diaz potevano non ritrovarsi al centro della scena?).

Mettiamo in secondo piano anche l’alterco fra Khamzat Chimaev (sì, sempre lui) e Paulo Costa dopo un incrocio fortuito all’UFC Performance Institute.

Glissiamo persino sulle parole di Nate Diaz il quale ha dichiarato di essere stato praticamente obbligato dalla promotion ad affrontare Chimaev.

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Ecco, passiamo oltre su tutto, ma non possiamo fare sicuramente altrettanto su quanto successo dalla conferenza stampa in poi. Ma partiamo con ordine…

Tutto il programma si svolge secondo il classico copione. Il sipario si apre sull’arrivo del bus con a bordo Nate Diaz che esordisce sulla scena sbuffando dalla bocca la solita nube di fumo. Postura con braccia chiuse sul torace, camminata dinoccolata e abbraccio al fratello Nick, arrivato a dar man forte “in caso di bisogno” (e quando ci sono i Diaz le variabili sono infinite).

Poi l’arrivo degli altri. C’è Jingliang Li, il più tranquillo della carovana, in un completo azzurro elegantissimo. C’è Tony Ferguson con gli occhiali da sole d’ordinanza. C’è Kevin Holland e il suo sorriso smagliante. E c’è Khamzat Chimaev con gli occhi sgranati e il solito ghigno.

Intanto all’interno i giornalisti sono pronti per la conferenza stampa, così come anche i tanti fan accorsi per vedere un’anticipazione verbale di quello che poi si materializzerà nella gabbia.

Anche Dana White sembra pronto. È lì in piedi sul palco pronto a dare il suo saluto iniziale, ma all’improvviso viene avvicinato da uno dei suoi uomini che gli sussurra qualcosa all’orecchio. Il presidente UFC ascolta, sembra quasi non cambiare espressione, ma nel suo sguardo si legge benissimo la sua frustrazione.

Poi si rivolge alla folla annunciando che la conferenza stampa è annullata per via di alcuni scontri che ci sono stati nel backstage e che hanno coinvolto diversi fighters.

Qualcuno fra il pubblico urla degli insulti, ma Dana White taglia corto dicendo che “per sicurezza” è meglio agire così.

Non è dato sapere cosa sia realmente successo e, soprattutto come accade in questi casi, le voci sono sempre al limite fra finzione e realtà.

C’è chi dice che Chimaev (ancora lui) sia venuto alle mani con Holland e che i Diaz si siano messi in mezzo. C’è chi dice invece che Holland si sia messo in mezzo allo scontro fra Chimaev e i Diaz. C’è persino chi dice che in tutto questo Tony Ferguson sia rimasto lì a ridersela di gusto.

Robe da freak show, anche se il gran finale è andato addirittura oltre il previsto.

Al weight-in infatti Chimaev ha mancato il peso addirittura di quasi quattro chili. Un traguardo celebrato ridendo e facendo il dito medio ai presenti.

Intanto, dietro le quinte, probabilmente Dana White si è esibito nel remake della scena de “L’aereo più pazzo del mondo 2” con l’iconica frase: “Niente panico, niente panico… ok panico!”. Ovviamente con imprecazioni annesse.

Tutto infatti sembrava perduto, tutto sembrava andato a rotoli. Ma ecco il colpo di scena, l’ennesima dimostrazione che in UFC tutto è possibile: la card presenta al suo interno alcuni dei fighters più folli dell’intero roster? E allora diamo una bella rimescolata e si va!

E così di fatto è stato. Tony Ferguson è stato promosso nel main event contro Nate Diaz. Khamzat Chimaev invece è stato retrocesso nel co-main event per affrontare Kevin Holland. Entrambi i match sono stati ufficializzati sulla distanza dei cinque round.

E Daniel Rodriguez e Jingliang Li? Tutti e due sono rimasti senza avversari e quindi vengono messi uno contro l’altro.

Tutti contenti, tutti felici, anzi, forse la rimescolata ha generato matchup più sensati. Quello che resta però è un tuffo in un passato dalle forti tinte hardcore dove si sapeva solo all’ultimo momento contro chi combattere. I gameplan? Robe da nerd, non c’è il tempo di farli.

Ovviamente seguiremo la card con lo stesso interesse. Ma le perplessità sono molte, soprattutto se la tendenza si riproporrà anche in futuro. In fondo i precedenti sono stati tracciati…