Inside The Injury: Calvin Kattar si infortuna a UFC Vegas 63

Inside The Injury: Calvin Kattar si infortuna a UFC Vegas 63

1 Novembre 2022 0 Di Ernesto Piane

Sabato 29 ottobre è stata una giornata molto prolifica per gli sport da combattimento. Bellator 284 a Milano (ne approfitto per ringraziare e salutare i ragazzi della community di Twitch del canale di Alex per la sempre calorosa accoglienza, specialmente per chi è passato anche solo per un saluto o due chiacchiere) , l’evento di Boxe “Paul vs Silva” e UFC Vegas 63 Kattar vs Allen.
Quest’ultima (come spesso le card minori ci hanno abituato) è stata un tripudio di azione ed virtuosismi sportivi. Nel main event, tuttavia, abbiamo assistito ad uno stop prima del limite a causa ad un brutto infortunio ai danni di Calvin Kattar. Se ne sta parlando molto e le vostre domande sono state altrettante: come sempre qui sotto troverete le più gettonate.

 

Ma cosa è successo?

Durante il primo round abbiamo visto entrambi gli atleti non risparmiarsi, quando ecco che, sul finale, Kattar carica una ginocchiata saltata. Qui, atterrando male, abbiamo visto la sua espressione di dolore e Allen cercare di trarne vantaggio provando subito a chiudere il match a terra.
Il round, però, finisce dopo poco e Kattar raggiunge claudicante il suo angolo.
Un medico di gabbia dà una controllata alla gamba destra ma dice che si può procedere. Tuttavia l’infortunio c’era stato davvero, e all’ennesima più violenta trazione dell’arto possiamo vedere la testa della tibia uscire dalla sua sede anatomica,  protrudere in avanti per qualche istante, per poi ricollocarsi in sede con uno scatto. Kattar cade in terra dal dolore e l’arbitro chiude l’incontro.

 

Quali sono state le dinamiche?

I movimenti in questione e le forze applicate, mi fanno credere che si tratti di una lesione (probabilmente completa) del legamento Crociato Anteriore , ma come spesso succede in questi casi, è anche probabile che vi sia la lesione (parziale o completa) di almeno un legamento collaterale. In tal caso è probabile che l’altro legamento danneggiato possa essere il Collaterale Mediale, questo si può intuire per come è atterrato, causando l’angolazione innaturale della tibia verso l’esterno come potete vedere nella foto qui sotto (freccia viola).

Quali sono i sintomi?

Il dolore di solito è molto alto, si ha da subito instabilità articolare ed è assolutamente ridotta la normale funzionalità dell’arto. Il trauma può originare inoltre, versamento articolare che ulteriormente compromette la mobilità. Molti pazienti mi hanno riferito di aver sentito uno schiocco interno inconfondibile e una fitta di dolore molto acuta localizzata in un punto ben preciso oltre che l’immediata sensazione di instabilità del ginocchio.

 

In cosa consiste e cosa si può fare?

La rottura del crociato si tratta di uno degli infortuni più comuni negli sport in generale, e sebbene sia ancora motivo di preoccupazione e ferma obbligatoria dalle competizioni per un periodo medio-lungo, tuttavia vi sono oramai protocolli chirurgici, farmacologici e riabilitativi estremamente validi.

Prima di tutto dovrà essere eseguito un esame diagnostico mirato a valutare il grado di lesione dei tessuti coinvolti. Dopo almeno una settimana infatti si dovrà procedere con una Risonanza Magnetica, unico esame diagnostico abbastanza preciso sulla valutazione dei tessuti molli.

Quindi, a seconda del grado di rottura, e del numero di legamenti danneggiati si determina il da farsi. Per quanto riguarda Kattar, in caso la lesione sia avvenuta , come credo, sia al crociato anteriore (completa) che al collaterale mediale (parziale o completa) sarà necessario l’intervento chirurgico di ricostruzione. Dopo di che, se tutto fila liscio ci vorranno circa 6 mesi di riabilitazione e recupero per poter tornare ad allenarsi al 100%.

Però con alcune tecniche all’avanguardia il recupero potrebbe essere anche più veloce. Ad esempio con le infiltrazioni mirate di cellule mesenchimali o con plasma ricco di piastrine (come scrissi su Ngannou qualche mese fa).

 

Calvin Kattar doveva essere fermato?

Questa è una domanda che mi è stata fatta e ho visto scritta spesso sui social, la risposta non è tuttavia così semplice.
Kattar si era sicuramente reso conto che poteva essere qualcosa di serio, ma la muscolatura estremamente sviluppata di questi atleti (in grado di mitigare in parte l’instabilità articolare), l’adrenalina e la soglia del dolore di solito alta, possono mascherare in un primo momento l’effettiva gravità della situazione.
Esistono, è vero, test medici in grado di valutare l’integrità del crociato (ad esempio il Test di Lachman o il test del “Cassetto”) ma non sono sempre infallibili. In più potrebbe essersi trattato di una classica rottura in due tempi, per la quale si è all’inizio, durante il primo round, lesionato fortemente il legamento crociato ma non si è rotto completamente. Dopo di che con l’ennesima forte trazione posizionale si è finito di rompere.
Tuttavia, non credo che ci sia stata una valutazione medica corretta al 100% tra un round e l’altro, l’atleta infatti è stato fatto muovere un pochino sul posto e non è stato eseguito nessun test specifico. Ritengo che in questi casi, dove c’è un alto sospetto di una trauma importante, dovrebbe essere preso del tempo aggiuntivo e lo sportivo andrebbe valutato con test specifici.
Mani esperte sarebbero riuscite a capire il problema in una manciata di secondi e impedire eventuali ulteriori danni all’atleta già compromesso.

 

A cura di Ernesto Piane