Mara Borella: “UFC farà di sicuro tutto in sicurezza. Combattere adesso? La paura c’è”
30 Aprile 2020 0 Di Riccardo ColellaUFC – Fighter tosta e solare come solo i latini sanno essere, Mara Romero Borella ci tiene compagnia in questi giorni di quarantena. Di seguito riportiamo l’intervista rilasciata ai nostri microfoni, con la diretta Instagram con Alex Dandi che tanto ha chiarito sotto diversi aspetti. Il primo pensiero va al difficile momento che sta colpendo tutto il mondo e che non lascia indenne gli USA.
“In realtà non è che qui abbiano meno restrizioni. L’Italia ha dato l’esempio, le linee guida, e poi hanno chiuso anche qui… un po’ in Florida siamo messi meglio. Perché, comunque, qui per spostarci usiamo molto le macchine e non tantissimo i mezzi pubblici. Le maggiori chiusure e restrizioni sono a New York, nel New Jersey e a Miami, dove si usano molto di più i mezzi pubblici e c’è tanto turismo. Diciamo che si sono mossi con un buon anticipo”.
Ormai lo sappiamo. La ripresa di UFC è alle porte.
“C’è stato questo meeting a cui hanno reso parte un po’ tutti gli addetti ai lavori. Dana vorrebbe fare tutto sull’isola… All’inizio avevano scelto Miami, proprio nella downtown… ma non hanno ottenuto l’ok. Quindi si riparte da Jacksonville (FL) il 9 Maggio. Ci saranno questi tre eventi: il 9, il 13 e il 16 di Maggio… Se si ripartirà in modo positivo, allora gli altri eventi arriveranno. Ovviamente speriamo bene… perché è un’ottima possibilità per far ripartire gli sport qui in America. Prenderanno tutte le misure necessarie per far sì che si faccia tutto in sicurezza. Poi, dal momento che gli eventi si faranno su suolo americano, chiameranno tutti gli atleti che già sono negli USA… Personalmente mi alleno… e anche in casa, non mi sono mai fermata con gli allenamenti. Quindi sono qui, pronta e allenata…vedremo… Sinceramente un po’ di paura e timore ce l’ho, ma è normale. Ma sono anche sicura che prenderanno tutti gli accorgimenti necessari per evitare tutti i rischi. Anche perché sarebbe una pubblicità negativa per UFC e per Dana White stesso”.
Mara attualmente si allena all’American Top Team e il futuro delle palestre appare nebuloso.
“Ora posso dire poco perché le palestre sono chiuse e si rispettano le regole che impongono. È tutto chiuso e chissà quando riapriranno… forse a Luglio… ma non si sa ancora bene. La voglia di combattere ovviamente c’è… Considera che qui hanno chiuso le spiagge, i cinema, i ristoranti… ma possiamo comunque uscire e fare una corsa. È logico che se fai allenamento, lo fai con persone in sicurezza e che non hanno avuto comportamenti sbagliati. Se lo fai con persone che magari hanno girato, viaggiato, ecc., non è mai sicuro. Occorre usare la testa”.
Le preoccupazioni, come è logico che sia, ci sono. Ma nel momento del bisogno, si fa di necessità virtù.
“Io avevo già il biglietto per venire in Italia… e da quando ho iniziato a sentire tutto quel che succedeva in Italia… ecco forse qui la prendono un po’ alla leggera. Quello che è successo e sta succedendo in Italia mi ha sicuramente aiutata… la mia famiglia mi consigliava e mi spiegava come dovevo comportarmi. Le misure da adottare… Forse troppe precauzioni, ma sono servite. Qui comunque siamo tutti molto positivi come spirito… L’unica preoccupazione a livello di preparazione e di match è che sia tutto controllato. Perché come detto, la paura c’è. La preoccupazione c’è, ma cerchiamo di essere positivi. La voglia di combattere e tornare in palestra c’è ed è tanta… ed è una cosa buona… non vediamo l’ora di tornare alla normalità! Gli allenamenti per forza di cose si sono modificati. Oltre alla preparazione fisica e atletica, tantissimo fa anche la testa. Le card, come avete visto, sono state organizzate in due settimane… e la chiamata non ti arriva con largo anticipo. Dall’oggi al domani ti chiamano. La testa in questo momento fa davvero la differenza… Perché fisicamente ci siamo, ci alleniamo tutti i giorni e siamo pronti… Ma è proprio la testa… perché ci sarà un’altra emozione, un’altra atmosfera… Ci sono tantissime motivazioni in questo momento. Per un fighter che torna a combattere, per esempio, è una possibilità… e non vogliamo farcela scappare. È anche una buona opportunità per portare spinte e positività nel mondo… Lo sappiamo che non tornerà più come prima, ma dobbiamo portare positività!”.
L’attenzione si sposta, quindi, sull’attuale situazione di Mara in UFC e sul suo passato.
“Io ho ancora un match in UFC. Ho una sola possibilità per essere rinnovata e questa possibilità me la voglio giocare bene. Non so se da qui a tre mesi tornerò a combattere (intervista rilasciata prima della conferma del suo prossimo match, ndr), e non so se mi chiameranno da qui al domani. Ma so che non me la voglio far scappare… Voglio affrontarla sia con largo anticipo che in short notice. Voglio giocarmi tutta me stessa nella gabbia. Cosa non ha funzionato negli ultimi match? Nel penultimo non sono riuscita a fare il mio gioco. Perché comunque alla fine del primo round mi sono rotta un piede e questo mi ha limitata molto. Ma il match che mi ha segnata di più è stato l’ultimo. Avevo fatto un camp perfetto, una preparazione perfetta, un taglio perfetto… tutto perfetto… e alla fine tutta questa “perfezione” la paghi. Perché perdi di vista quelle piccole cose che devono sempre esserci per tenere alta la concentrazione. E al momento di far esplodere la Mara lottatrice, non ce l’ho fatta… Avessi perso per KO o TKO sarebbe stato un conto, ma così… ai punti e senza essere riuscita ad esprimermi, mi ha lasciato molta tristezza. Lì è stata proprio la testa che si è bloccata; ma questo periodo di quarantena mi è servito molto per lavorare su me stessa. Quindi gran lavoro di mental coaching, sempre in palestra. È un percorso che faccio tutti i giorni… come un vero e proprio allenamento. Ogni giorno dedico un’ora del mio allenamento alla testa. È stato come se avessi avuto il freno a mano tirato… sapevo cosa fare, ma inspiegabilmente non sono riuscita a farlo”.
Si parla del futuro di Mara.
“Abbiamo fatto anche una telecronaca insieme (rivolgendosi ad Alex Dandi) e mi sono molto divertita. Chissà… mi piace molto comunicare e cerco di farlo, applicandolo in quello che amo di più. Forse in Italia oppure in America… Ma davvero non mi dispiacerebbe… perché comunicare con le persone può davvero essere ottimale per i fighter e per questo sport, anche e soprattutto in Italia. Non smetterò ovviamente di allenarmi e competere. Se non nelle MMA, anche nel jujitsu… non mi vedo fuori da questo mondo. Mi piacerebbe anche insegnare in una palestra. È un pensiero che ho in testa; qui negli ultimi anni ho un po’ ricostruito la mia vita… ma non voglio staccarmi dall’Italia. Perché Italia e Honduras sono due posti dove voglio lavorare. In Honduras, per esempio, potrebbe essere un’occasione per tirare via i bambini dalla strada con lo sport. In Italia, invece, vorrei creare qualcosa di importante a livello femminile.
Si parte con le domande del pubblico.
“Io ho iniziato ad allenarmi nel judo a tre anni. Tante competizioni e verso i 14/16 anni ho voluto aggiungere altre caratteristiche… boxe, kickboxing… le MMA sono arrivate per caso. È stata la voglia di tornare a sorridere dopo il passato che tutti conoscete. E quando ho iniziato con le MMA, a 26 anni, era proprio quella voglia di tornare a vivere che mi ha spinta in questo senso… Ho iniziato per divertimento, mi è piaciuto… e piano piano è arrivata la voglia di competere e vincere. Fino all’opportunità con UFC. È vero che viaggiare è un modo per farsi notare… ma se parliamo del settore femminile, per esempio, in Italia c’è una buona crescita… Bellator sta offrendo molte possibilità in tal senso. In UFC non so bene… ma anche in Contender, per esempio, le atlete sono partite dall’Italia… mica andando fuori a fare allenamenti. C’è stata una connessione diretta. Bisogna incrementare un po’ queste connessioni, perché atlete ce ne sono e i manager lavorano molto su questo aspetto. Col tempo, se si lavora in questo modo, non ci sarà troppo bisogno di andarsene in giro. Io ad esempio accettavo tutto… ogni categoria di peso… perché sì, è vero che le ragazze ci sono… ma magari non così tante da poter essere “intercambiabili” e sostituibili in un match. Alcuni fighter italiano non si sono trovati bene all’estero. Io essendo per metà latina e metà italiana, non parlavo inglese, ma solo italiano e spagnolo… mi sono dovuta adattare. È una nostra caratteristica… dei latini, il sapersi adattare. In questi tre o quattro anni mi sono però trovata bene anche a livello di amicizia… nonostante l’ATT sia una palestra così grande. Alcuni non si sono trovati bene e se ne sono andati… credo che si debba trovare la giusta connessione anche coi coach e gli allievi. E molto dipende anche da come ti vuoi e sai adattare…“.
Chiusura sul post pandemia.
“Non potrà mai tornare come prima… non ci sarà possibilità di fare eventi col pubblico. Immagino la maggior parte degli eventi a porte chiuse e dovremo abituarci a questo. Non so quando riapriranno le palestre e ci sarà modo di viaggiare da una parte all’altra… ci sarà moltissima selezione. Come detto, anche qui, per il momento, si prediligono gli atleti del posto, per le prossime card… Ma la vedo dura anche per gli atleti del roster… per via delle età… UFC farà le proprie valutazione i propri calcoli… Ma sarà così anche per le altre promotion”.
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Info sull'autore
Giornalista ed infimo quanto discontinuo praticante di bjj, pugilato e muay thai. Scrivo di cinema e sport da combattimento quando non ascolto vinili. Il 23 settembre è uscito il mio libro "Professione Fenomeni".