Inside the Injury: cosa è successo a Ngannou prima di UFC 270?

Inside the Injury: cosa è successo a Ngannou prima di UFC 270?

8 Febbraio 2022 0 Di Ernesto Piane

Come discusso  e approfondito durante il Talkshow del lunedì 7 febbraio sul canale Twitch di Alex Dandi, le dichiarazioni di Francis Ngannou hanno lasciato basita la stampa internazionale.

Infatti, il campione dei pesi massimi e tutto il suo entourage hanno rivelato scioccanti dettagli su un infortunio avvenuto appena 3 settimane prima del match titolato contro Cyril Gane. Dichiarazioni che sono state date in tutti i maggiori canali e testate di MMA (tra cui le interviste con Ariel Elwani, con ESPN e UFC stessa post match).

 

Ecco parte dell’intervista a Francis:

“I remember the doctor reading the report to me, it was scary,” he continued. “Telling me how my MCL was torn, grade three. My MPFL is torn. My ACL is damaged. Basically the only thing I had left on my leg was the PCL and LCL.”

Si parla di una lesione di terzo grado del legamento collaterale Mediale , lesione del legamento patello-femorale mediale e lesione parziale del legamento collaterale Laterale.

 

Tutti i legamenti in questione ( come si vede dalla foto qui sopra) collaborano a mantenere in asse l’articolazione del ginocchio.

Normalmente il Collaterale Mediale, ha la funzione di tenere compatti e stabilizzare femore e tibia nel lato interno del ginocchio.

Una lesione di terzo grado del collaterale corrisponde a rottura completa del legamento. Se pensiamo che normalmente sono 4 i legamenti principali che stabilizzano il femore sulla tibia, la perdita di uno di questi compromette molto la situazione: facendo perdere stabilità in un’area precisa (in questo caso l’interno del ginocchio) e sottoponendo i legamenti rimasti a trazioni molto maggiori del normale.

A questo, se si aggiungono le altre lesioni subite, si capisce come sembra quasi fantascientifica la prestazione di Francis Ngannou. Normalmente un simile infortunio necessita di lunghi tempi di riabilitazione e di un intervento chirurgico.

 

Ma non è tutto.

A rendere ancora più pazzesca questa notizia, si aggiunge che questo danno si è verificato circa 3 settimane prima dell’incontro. Quando normalmente i tempi di riabilitazione e riparazione per una lesione di grado 1-2 del collaterale (nettamente inferiore a quella dichiarata da “The Predator”)  richiede mediamente 6-7 settimane.

Per giustificare questo recupero sovraumano, Ngannou ha rivelato di essersi sottoposto a tecniche fisioterapiche incentrate a rafforzare la muscolatura della gamba e si è avvalso anche dell’ausilio di cellule staminali. Le iniezioni di queste ultime sono, insieme al PRP (plasma ricco di piastrine), tra le più nuove tecniche micro-invasive per riparare i danni di tessuti che normalmente hanno lenta rigenerazione e tendenza alla degenerazione ( i legamenti e la cartilagine ne sono un esempio). Sono tecniche complesse, da eseguire il 90% delle volte sotto guida Radiologica, in cui si iniettano elementi cellulari in grado di “replicare” o stimolare la “rigenerazione” del tessuto in cui entrano in contatto.  

Nonostante tutto però c’è da fare i conti con i tempi strettissimi a cui Ngannou si è trovato di fronte per il recupero prima del match, ma non solo. Infatti il dolore intenso, l’instabilità causata dai danni ricevuti e il versamento articolare che il più delle volte si verifica nelle lesioni legamentose multiple, rendono 3 settimane un tempo esiguo di recupero forse anche per Wolverine degli X-Men.

 

La mia opinione

Le forze di trazione e pressione che si originano durante una performance sportiva di questi livelli sono incredibili, specialmente nei pesi massimi e  ancor di più se si usa il wrestling (come accaduto durante il match). Che un ginocchio, nelle condizioni dichiarate, abbia retto 25 minuti di simile entità lascia in verità molti dubbi, specialmente se non seguite da divulgazione di prove tangibili (un’immagine della Risonanza Magnetica eseguita, ad esempio). Tuttavia, anche se le lesioni fossero di grado minore di quanto dichiarato, l’impresa sportiva che ha messo a punto il Camerunense è sicuramente Titanica.

 

In ogni caso, il prezzo da pagare per portare il corpo umano oltre i limiti è di solito alto, e sono sicuro che nonostante le ginocchiere “contenitive” usate, i legamenti già malridotti hanno accumulato ulteriori lesioni da trauma meccanico. Quindi, per tornare al 100%, sarà necessario  sottoporsi alla ricostruzione chirurgica. Aspettiamoci, quindi, di rivedere Francis “‘The Predator” Ngannou nuovamente nelle competizioni tra non meno di 5-6 mesi.

 

A cura di Ernesto Piane