UFC Vegas 57, le pagelle: Rakhmonov è un cyborg. Umar Nurmagomedov, il nuovo che avanza

UFC Vegas 57, le pagelle: Rakhmonov è un cyborg. Umar Nurmagomedov, il nuovo che avanza

26 Giugno 2022 0 Di Giuseppe Albi

UFC Fight Night per palati fini in quel di Las Vegas.

Tanti i temi in ballo, soprattutto in ottica ranking pesi leggeri. E tanti anche i fighters interessanti da tenere d’occhio.

Ad aprire la main card sono stati Chris Curtis e Rodolfo Vieira, un classico matchup fra striker e grappler. Ne è venuta fuori una sfida con pochi spunti e ancor meno emozioni.

Vieira infatti ha provato più volte a portare il match a terra (come era nelle aspettative), ma Curtis è riuscito a difendere senza affanni. Poi però il nulla da una parte e dall’altra, con Vieira completamente a corto di fiato nell’ultimo round e Curtis poco propenso ad approfittarne.

Tanto è bastato probabilmente per convincere i giudici che hanno premiato quest’ultimo con un verdetto di decisione unanime.

Prova insufficiente da parte di entrambi invece a nostro giudizio e voto 4 in pagella.

Nel secondo match occhi puntati sull’imbattuto Umar Nurmagomedov, opposto all’emergente Nate Maness.

Telecomandato all’angolo dal cugino Khabib, il daghestano ha letteralmente dominato il suo avversario controllando i giochi a terra per due round interi grazie alla pressione e alla padronanza che rappresentano il marchio di fabbrica della scuola del compianto Abdulmanap Nurmagomedov.

Nel terzo round poi Umar si è esibito anche in alcune sequenze di striking di alto livello. La testimonianza, forse, di una nuova evoluzione della suddetta scuola per ciò che concerne le nuove leve.

Vittoria senza possibilità d’appello e voto 8 per Umar Nurmagomedov. Con tanti saluti agli altri contender della divisione dei pesi gallo: in un futuro non troppo lontano ci sarà da preoccuparsi anche di lui.

N.C. Non classificato invece per Maness, apparso quasi impaurito al cospetto del suo avversario.

Dopo due match della main card finiti ai punti, ci ha pensato Thiago Moises a regalarci una vittoria prima del limite sottomettendo Christos Giacos al primo round.

Una standing rear naked choke (arrivata al culmine di un set up pazzesco) che gli è valsa vittoria e il nostro 8 in pagella.

Voto 4 invece per un distratto Giacos.

Nel match successivo si è saliti con il tonnellaggio per l’incrocio fra i pesi massimi Josh Parisian e Alan Baudot.

Dopo un primo round a favore di Baudot è stato successivamente Parisian a prendere le redini della contesa.

L’americano infatti prima si è rialzato da un knockdown e poi ha cominciato a martellare il suo avversario per tutta la seconda ripresa con un lunghissimo ground and pound.

Un lavoro prolungato che ha logorato gradualmente Baudot e che ha costretto l’arbitro Mark Smith ad interrompere il match.

Vittoria per TKO e voto 6.5 per Parisian. Voto 3 invece per Baudot, completamente in riserva dopo solo un round. Decisamente inaccettabile a questi livelli.

Nel co-main event le attenzioni erano tutte per l’imbattuto Shavkat Rakhmonov, chiamato alla definitiva consacrazione contro il gatekeeper dei piani alti della divisione dei pesi welter UFC Neil Magny.

Un appuntamento di fronte al quale Rakhmonov si è fatto trovare assolutamente pronto mettendo in scena una prova imperiosa.

Sin dal primo round infatti il kazako si è imposto con una freddezza disarmante che ha annichilito Magny il quale, spalle a terra e completamente in balia della pressione dell’avversario, è riuscito solo a limitare i danni.

Nella seconda ripresa però l’americano non ha potuto più nulla quando Rakhmonov ha capitalizzato nel migliore dei modi il suo secondo e ancor più lancinante controllo a terra con una velenosissima ghigliottina.

Un dominio davvero pazzesco per Rakhmonov, giunto alla sua quarta vittoria consecutiva dal suo approdo in UFC. Con un record complessivo di 16-0 e a 27 anni il futuro dei pesi welter sarà suo? Nell’attesa di trovare una risposta gli diamo un bel 9 in pagella.

Nonostante la netta sconfitta ci sentiamo di dare comunque un 5 al coraggio di Magny, il quale ha resistito come ha potuto di fronte ad un autentico predestinato.

Ed ora il main event. Mateusz Gamrot vs Arman Tsarukyan si presentava alla vigilia come un autentico crocevia per entrambi nel percorso che porta al vertice della categoria dei pesi leggeri UFC.

Il match si è rivelato effettivamente all’altezza delle aspettative con cinque round a dir poco esplosivi.

Nella prima ripresa partenza sprint da parte di entrambi, con Tsarukyan apparso superiore nelle azioni di striking e Gamrot in quelle di lotta.

Nel secondo round invece è stato soprattutto Tsarukyan a prendere maggiormente l’iniziativa trovando la giusta distanza con i calci e impensierendo in più di un’occasione Gamrot in particolare con i middle kick.

Stesso leit motiv anche nel terzo, con Tsarukyan ancora molto propositivo grazie a combinazioni veloci ed efficaci.

Nel quarto round invece è stato Gamrot ad uscire fuori alla distanza, andando anche vicino alla submission per rear naked choke a pochi secondi dal termine.

Si è arrivati così ad un’ultima ripresa apertissima che ha visto emergere ancora una volta Gamrot il quale si è imposto per i giudici per decisione unanime.

Un verdetto che molto probabilmente darà adito a diverse discussioni visto l’equilibrio palesatosi per tutti e cinque i round.

Noi che abbiamo gustato con piacere la sfida invece non ci sentiamo di trovare differenze nelle prestazioni: voto 8 ad entrambi.