UFC 276, le pagelle: figuraccia di Strickland. Adesanya intoccabile. Volkanovski nell’olimpo dei G.O.A.T?

UFC 276, le pagelle: figuraccia di Strickland. Adesanya intoccabile. Volkanovski nell’olimpo dei G.O.A.T?

3 Luglio 2022 0 Di Giuseppe Albi

Adrenalina alle stelle per UFC 276, uno degli eventi più attesi dell’anno.

  • PEDRO MUNHOZ VS SEAN O’MALLEY

La main card della T-Mobile Arena tuttavia è iniziata subito con una falsa partenza. Fra Pedro Munhoz e Sean O’Malley è finita infatti in no contest dopo uno stop medico. Fatale la ditata involontaria nell’occhio da parte di “Sugar” ai danni del brasiliano a metà della seconda ripresa.

Un esito che lascia tutto in sospeso fino alla probabile rivincita fra i due. Per quanto visto comunque fino allo stop, Munhoz sembrava essere nettamente in vantaggio grazie ai pesanti e numerosi low kick scagliati ai danni di O’Malley.

 

  • BRYAN BARBARENA VS ROBBIE LAWLER

Dopo l’amaro in bocca lasciato da Munhoz vs O’Malley, ci hanno pensato Bryan Barberena e Robbie Lawler a far rialzare i battiti di tutti gli appassionati di MMA.

Doveva essere una battaglia senza esclusione di colpi e così di fatto è stata. Un volume di colpi impressionante da parte di entrambi, con combinazioni prolungate e scambi al veleno.

Nel primo round è stato soprattutto Lawler a colpire duramente. Nella seconda ripresa invece, con pazienza e grinta, è stato Barbarena a venire fuori alla distanza, piazzando diverse gomitate che gli hanno aperto la strada per il TKO finale.

Vittoria importantissima e voto 8 per Barbarena. Esce a testa altissima nonostante la sconfitta anche Lawler, al quale non ci sentiamo di dare meno di 7.

What a fight!

 

  • ALEX PEREIRA VS SEAN STRICKLAND

Subito dopo è arrivata la sentenza di Alex Pereira che ha spedito al tappeto Sean Strickland nel primo round.

Una figura pessima quella rimediata dall’americano che, dopo i tanti proclami della vigilia, è incappato in un terrificante gancio sinistro e un successivo destro che gli hanno spento la luce.

Uno Strickland completamente fuori focus, i cui limiti tecnici nell’ottagono sono emersi in maniera eclatante andando a cancellare le ultime vittorie che lo avevano proiettato al numero 4 del ranking. E non poteva essere altrimenti visto l’atteggiamento e l’assenza totale di un gameplan.

Strickland infatti si è presentato al cospetto di uno striker puro come Pereira con l’intenzione di scambiare in piedi. Un’eresia, soprattutto se a tutto questo si aggiunge una stance a dir poco discutibile e l’attitudine ad avanzare continuatamente rimanendo in linea.

Voto 0 per Strickland, con tanti saluti ai suoi sogni di gloria. Voto 8 per Pereira che, col minimo sforzo e con grande serietà, si è aggiudicato anche questo incontro.

È vero, l’ex campione GLORY è un fighter incompleto e le sue lacune nella lotta non sono ancora state testate in UFC, ma il suo striking è davvero una costante e lo rende una mina vagante nella divisione dei pesi medi.

 

  • ALEXANDER VOLKANOVSKI VS MAX HOLLOWAY

Nel co-main event altro capolavoro in termini di dominanza. Il riferimento questa volta è per Alexander Volkanovski, sempre più il campione legittimo dei pesi piuma UFC.

L’australiano ha chiuso nel migliore dei modi la trilogia con Max Holloway imponendosi in tutti e cinque i round.

Non è arrivata la vittoria prima del limite come aveva auspicato alla vigilia del match, ma quanto fatto dal campione è stato davvero impressionante.

Un footwork e un lavoro pugilistico davvero da manuale che hanno letteralmente annichilito l’ex campione Holloway facendolo sembrare uno dei tanti. Una prova mostruosa, da autentico G.O.A.T. delle mixed martial arts. E a confermarlo c’è quanto mostrato nell’ottagono e, soprattutto, lo spaventoso record di 22 vittorie consecutive.

Voto 10 per Volkanovski che, dopo aver fatto piazza pulita della divisione dei piuma, ora potrebbe tentare l’assalto ai pesi leggeri UFC.

Voto 6 per Holloway. Ha perso per la terza volta contro quello che può essere considerato a tutti gli effetti la sua Kryptonite. Ma nonostante questo ha venduto come sempre cara la pelle. Respect.

 

  • ISRAEL ADESANYA VS JARED CANNONIER

Ed ora il main event. C’era tanta attesa per vedere se Jared Cannonier sarebbe stato all’altezza di replicare le sue ultime performance anche contro Israel Adesanya. Il focus in particolare era sulla capacità di The Killa Gorilla di mettere a segno un knockout.

Tutto ciò però non è avvenuto. Merito del solito Fighting I.Q. sublime del campione, ancora una volta assoluto padrone dell’ottagono.

Adesanya infatti ha gestito tutti e cinque i round previsti andando a segno con la solita precisione e velocità, e controllando soprattutto le rare sfuriate del suo avversario con gli spostamenti e con i low kick.

A tutto questo ha aggiunto anche un uso del jab magistrale e una posizione di guardia emblematica atta a sfruttare il suo maggiore allungo e ad impedire a Cannonier di accorciare la distanza.

Con tutti questi elementi lo sfidante è riuscito a fare veramente poco. L’ennesima vittima caduta nella tela del ragno Adesanya.

Voto 5 per Cannonier, un altro nome depennato dalla lista dei papabili detronizzatori.

Voto 8 al calcolatore umano Israel Adesanya. Voto 10 invece alla sua scelta di entrare nell’arena con la theme song di Undertaker. Un momento che rimarrà sicuramente iconico anche in futuro.