Campioni ai raggi x: Petr Yan, il peso gallo russo che non conosce la parola pietà
5 Marzo 2021 1 Di Giuseppe Albi750 giorni. E’ questo il tempo che ha impiegato Petr Yan per diventare campione del mondo. Era il 23 giugno del 2018 infatti quando questo ragazzo russo mise per la prima volta piede in un ottagono UFC. Il suo avversario era Teruto Ishihara, un malcapitato fighter giapponese che si ritrovò di fronte un’autentica furia. Il risultato? TKO nel primo round.
Una prova convincente, di quelle da meritarsi l’applauso del distratto pubblico che segue i prelims in attesa dei match della main card. In quel periodo infatti la divisione dei pesi gallo era pregna di talenti ed emergere appariva come un’impresa assai ardua. Poco più di due anni dopo il ragazzo di Dudinka, città della Russia di 22.000 abitanti situata nel territorio di Krasnojarsk, è riuscito a rovesciare le gerarchie a suon di vittorie e prestazioni dominanti.
Sei successi consecutivi senza nessuna sconfitta che lo hanno portato alla sfida contro il leggendario José Aldo dell’11 luglio del 2020. In palio la cintura dei pesi gallo resa vacante dopo il ritiro di Henry Cejudo. Un match generazionale, quello fra Aldo e Yan, che metteva di fronte da una parte chi era riuscito a scrivere pagine memorabili della storia di questo sport, e dall’altra chi invece sognava di scriverne delle nuove. Ad avere la meglio fu il russo che si impose con una prova di forza impressionante culminata con un feroce ground and pound nel quinto round che gli diede la vittoria. La fine del cerchio. Un viaggio durato 750 giorni e che rimarrà nella storia.
In questo lasso di tempo infatti Petr Yan non solo ha conquistato la cintura, ma è riuscito ad entrare anche nella ristrettissima cerchia di altri atleti divenuti campioni da imbattuti come Israel Adesanya, Khabib Nurmagomedov e Cain Velasquez.
Un autentico predestinato che in così poco tempo ha già fatto vedere molte delle sue qualità come per esempio nei match disputati contro veterani come John Dodson, Jimmie Rivera e Urijah Faber, tutti e tre letteralmente annichiliti dalla ferocia di “No Mercy” (“Nessuna pietà”). Eppure l’impressione è che ci sia ancora molto da scoprire su questo glaciale fighter russo.
La sfida che lo vedrà opposto ad Aljamain Sterling a UFC 259 probabilmente è la più difficile della sua carriera vista l’ascesa incredibile che ha avuto il suo avversario nell’ultimo anno. La categoria dei pesi gallo inoltre è stata quella con più cambi di titolo nell’ultimo decennio in UFC, ben sette. Ecco perché alla vigilia della prossima sfida tutti sono curiosi di sapere se Petr Yan riuscirà ad imporsi come il vero re della divisione.
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Info sull'autore
35 anni, Responsabile editoriale di TuttoMMA. La scrittura e gli sport da combattimento sono arti sublimi. Poter fondere entrambe è la mia più grande passione.
1 commento
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[…] essere un investimento intelligente, comunque non ci sentiamo di prendere una posizione chiara. Yan è un martello pneumatico che non sembra aver incappato in grossi problemi di cardio fin ora, […]