UFC Vegas 22: The Good, The Bad and The Ugly

UFC Vegas 22: The Good, The Bad and The Ugly

21 Marzo 2021 0 Di Giuseppe Albi

Nuovo appuntamento con “The Good, The Bad and The Ugly”, la rubrica che analizza i momenti migliori, i più cattivi (sportivamente parlando) e i più brutti dell’ultima card UFC.

Questa volta passiamo in rassegna UFC Vegas 22. Siete pronti? Partiamo!

THE GOOD – Lo striking di Adrian Yanez

E’ la cosa che mette d’accordo tutti una volta calato il sipario all’UFC Apex di Las Vegas. O almeno così dovrebbe essere dal punto di vista tecnico. La prova di Adrian Yanez è stata infatti la più convincente della main card.

Pulito, ottimo footwork e con un counter striking da manuale. Questo texano di 27 anni sarà decisamente da tenere d’occhio in futuro. E’ vero, la divisione dei pesi gallo è una delle più pregne di talento, ma è anche quella più sensibile ai cambiamenti nelle gerarchie. Un motivo in più per Yanez per ambire ad un ruolo da protagonista nei prossimi anni. Al momento è a quota due vittorie consecutive per KO da quando è in UFC. Tre se si considera la finalizzazione messa in mostra al Dana White’s Contender Series. Se dovesse continuare così non c’è da stupirsi di vederlo al più presto almeno nella Top 10.

THE BAD – Tai Tuivasa

A guardarlo sembra l’uomo più gioviale del mondo e in molti vorremmo sorseggiare una birra da una scarpa insieme a lui. Ma quando Tai Tuivasa è nell’ottagono la trasformazione in “cattivo” è impressionante. Uno dei fighter con le mani più pesanti di tutto il roster UFC. Un Re Mida della guerra che trasforma in distruzione tutto quello che tocca. Chiedere per conferma a Harry Hunsucker, finito pesantemente al suolo per aver cercato di scambiare a viso aperto con lui. Probabilmente gli mancano diverse cose per potersela giocare con i pesi massimi della Top 5. L’altezza per esempio, una difesa più concreta sia in piedi che a terra. E poi la costanza, forse il reale limite di questo fighter. Se ci chiedete però di mettere in evidenza la cosa più cattiva vista a UFC Vegas 22 non ci sono dubbi: scegliamo il suo devastante KO.

THE UGLY – Il trash talking di Kevin Holland e la rissa da scuola fra Montserrat Conejo e Cheyanne Buys

Il trash talking è un’arte e come tale va esibito in contesti che possono contribuire ad accrescere la propria grandezza. Quanto fatto da Kevin Holland invece è risultato essere la pura frustrazione di un atleta incapace di rendersi conto dei propri limiti. The Trailblazer ha cercato in tutti i modi di distrarre Derek Brunson. Lo ha fatto nei giorni precedenti alla sfida e al weigh-in. Lo ha fatto persino durante il match mentre subiva i colpi dal ground and pound. Una scenetta, per carità, anche abbastanza divertente all’inizio, ma che alla lunga ha rivelato una profonda insicurezza. A posteriori questa potrebbe sembrare un’analisi molto dura, ma è anche vero che quando si percorre la via del trash talking si deve mettere in conto di uscirne demoliti se le cose non vanno per il verso giusto. E Kevin Holland ne è uscito veramente a pezzi.

A salvare Kevin Holland e la sua big mouth dalla palma di cosa più brutta della serata ci pensano Montserrat Conejo e Cheyanne Buys. Queste due signore hanno dato vita infatti ad uno dei match più surreali e allo stesso tempo insoliti di sempre in UFC. Avete presente una rissa di scuola dove uno dei due contendenti afferra la testa dell’altro ed entrambi restano in quella posizione fin quando un professore non li separa? Ecco, è accaduta praticamente la stessa cosa per tre round interi, con la Conejo a tenere la stretta in kesa gatame e la Buys incapace di uscire da una delle tecniche base del controllo a terra. Uno spettacolo decisamente brutto, così come lo scontro verbale e a gestacci inscenato a fine match. Probabilmente se avessero dimostrato la stessa garra avuta in quel momento anche durante la contesa, forse avremmo assistito a qualcosa di diverso.