Rose Namajunas rincara la dose dopo l’ormai celebre: “Meglio morta che rossa”

Rose Namajunas rincara la dose dopo l’ormai celebre: “Meglio morta che rossa”

16 Aprile 2021 0 Di Redazione

“Meglio morta che rossa”. Rose Namajunas rincara la dose, ribadendo a gran voce il grido di battaglia che era tanto in voga durante gli anni della Guerra Fredda fra USA e Russia.

Lo slogan, dichiarato in una recente intervista che vi abbiamo proposto in un nostro articolo (clicca QUI per leggerlo) ha suscitato non poche polemiche fra i tanti fan sparsi in giro per il mondo, che non le hanno certo risparmiato aspre critiche attraverso i media e i social.

La Namajunas, intervistata da Ariel Helwani su ESPN, non si è comunque tirata indietro rispetto alle forti dichiarazioni mettendo davanti a tutto le sue radici lituane. Rose ha citato nuovamente come fonte d’ispirazione il Docu-film “The Other Dream Team”, immedesimandosi nella squadra di Basket Lituana che per la prima volta nelle Olimpiadi del 1992 ottenne il diritto di gareggiare non più come squadra sovietica, ma come Nazionale di Basket Lituana.

Le mie opinioni si basano sulle esperienze – ha detto Rose – Non è un filmato di Youtube trovato a caso, è un vero riferimento storico, un documentario”.

Poi rivolgendosi direttamente ad Ariel Helwani: “Se hai dubbi al riguardo ti consiglio di guardare il film, potresti farti una idea di ciò che ha dovuto passare la mia famiglia, e del motivo che li ha spinti ad emigrare dall’altra parte del mondo negli Usa, il motivo per il quale faccio arti marziali, e tutto il resto. Probabilmente avrei una vita molto diversa se non fosse per tutto ciò che mostra il documentario, se non fosse per la lotta contro l’oppressione del comunismo”.

Subito dopo l’ex campionessa UFC è stata incalzata sui possibili risvolti delle sue dichiarazioni in vista del match con Weili Zhang.

“Un giornalista mi ha detto che nei miei incontri del passato, fossi motivata da animosità nei confronti delle mie avversarie, e come invece contro la Zhang non ne vedesse alcuna – ha continuato la Namajunas – Per questo motivo ha pensato che non fossi abbastanza motivata per affrontarla. Nulla di più lontano dalla verità. Numero uno non ho alcuna animosità verso nessuno, certo non sono perfetta e naturalmente provo emozioni come tutti. Ma quando combatto le metto da parte, e il mio modo di farlo è unicamente dovuto alla manifestazione dei miei demoni più profondi, quelli che affronto ogni giorno della mia vita. Quindi Weili come persona non c’entra nulla. Allo stesso tempo sono motivata per questo confronto più che mai. Questo incontro stimola in me le radici etniche più profonde, e mi ricorda quanto sia importante la libertà. Vorrei che la gente guardasse con interesse questo documentario per conoscere la storia, la lotta per la libertà, questo valore che al giorno d’oggi è cosi importante. Come per il Covid adesso: mio nonno è morto da solo in ospedale, perché nessuno poteva andare a trovarlo, tutto ciò è sbagliato, dovremmo avere la libertà di stare con le nostre famiglie. Ecco la mia opinione, basata su fatti ed esperienze, non su qualcosa campato in aria.

Ariel Helwani ha poi chiesto a Rose se pensasse fosse giusto, anche simbolicamente, caricare sulla persona di Weili Zhang tutti i peccati del comunismo, considerando poi che la campionessa cinese è sempre stata molto riservata, non esternando mai nessun sentimento patriottico nei confronti della Cina.

Immediata la replica della Namajunas: “Non so quali siano le sue convinzioni, ma è una domanda che potremmo farle davvero, sapere quindi in cosa crede, anche se potrebbe esserle stato detto cosa dire, non lo sapremo mai probabilmente. Con il comunismo non puoi avere liberamente una opinione, non puoi criticare il governo apertamente senza conseguenze gravi. Io invece posso parlare degli Stati Uniti e se il governo sia imperfetto o se le cose siano incasinate, e sono molto grata per questa libertà di opinione”.

Altra carne sul fuoco dunque e altre polemiche all’orizzonte. I fan di Rose in giro per il mondo, non tutti, ma la maggior parte sicuramente, hanno una sola domanda in testa: “Perché Rose”?

Articolo realizzato da Antonio Paleologo