L’involuzione stilistica di Conor McGregor. L’analisi

L’involuzione stilistica di Conor McGregor. L’analisi

28 Novembre 2021 1 Di Giuseppe Albi

La carriera di Conor McGregor in UFC può essere sintetizzata principalmente in tre capitoli.

Il primo, quello del suo approdo nella promotion e della sua prorompente ascesa, va dal 2013 al 2014.

Il secondo, quello della sua consacrazione e della conquista dei due titoli, va dal 2015 al 2016.

E poi c’è il terzo, quello del declino, che va dal 2018 fino ai giorni nostri.

In attesa di scoprire se ci saranno nuovi capitoli in futuro, abbiamo cercato di fare un’analisi su come si siano evolute queste fasi e sul perché la carriera del folletto irlandese abbia assunto una parabola discendente.

Non conoscendo in maniera oggettiva le componenti esterne che hanno caratterizzato la vita privata di McGregor in quest’arco temporale, o quanto abbiano inciso in maniera significativa gli infortuni subiti, possiamo servirci unicamente delle differenze stilistiche che si sono palesate nel corso dei combattimenti.

Il primo fattore che salta all’occhio è l’uso dei calci. Il McGregor visto all’opera nel suo prime era solito farne un uso massiccio soprattutto per mettere pressione ai suoi avversari e creare allo stesso tempo le distanze a lui più congeniali.

Proprio la gestione del range di combattimento è un’altra componente venuta a mancare nelle ultime uscite e che invece risultava essere una prerogativa imprescindibile nel primo McGregor per avere sempre il giusto timing e poter scegliere i colpi più accurati (l’apice per esempio si è visto nel match contro Eddie Alvarez).

Altre caratteristiche fondamentali in passato e non più presenti ora sono sicuramente il footwork e il movimento della testa.

Con la sua caratteristica stance infatti  McGregor risultava essere molto elusivo e altamente imprevedibile. Un vero incubo per i suoi avversari che non solo non riuscivano mai ad avere punti di riferimento, ma potevano anche essere attaccati da qualsiasi angolazione e nella maniera più improvvisa possibile. Chiedere a José Aldo per conferma.

Tutte caratteristiche che hanno fatto la fortuna dell’irlandese, ma che sono state perse negli ultimi anni a favore di una stance più pugilistica, un quasi totale abbandono dei calci e una gestione della distanza molto approssimativa caratterizzata tuttavia da un uso abbastanza proficuo del clinch.

Per apprezzare al meglio queste differenze, vi lasciamo qui sotto un video esplicativo che mettono in evidenza proprio il cambiamento operato da McGregor.