MMA: i 5 match più ridicoli della storia del Pride FC (e annessi)
24 Marzo 2020 3 Di RedazioneMMA – Pride never Dies, ma neanche tanto. Lo ammetto, senza vergogna: chi vi scrive ha cominciato a seguire le MMA nel luglio 2014, seguendo sbadatamente un UFC Fight Night: Cerrone vs Miller in una calda estate palermitana, in una casa di un paese limitrofo. Ai tempi, ero soltanto un praticante di karate che sognava un approccio al combattimento per sé più diretto, pratico, realistico e completo. In quel perfetto disegno mi trovai, quasi per caso, di fronte alla suddetta Fight Night. In replica, ovviamente, trasmessa su uno streaming Facebook rimosso poco dopo. Ne rimasi folgorato: dalla potenza devastante con cui Edson Barboza stese Evan Dunham, alla classe tipica di quello che ai miei occhi ignoranti era un thai boxer come Donald Cerrone, che annichilì Jim Miller. Non sapevo neanche chi fossero, ma dentro di me dissi: se non posso diventare come loro con tutti i limiti del caso – avevo già 20 anni, ero prossimo ai 21 e con poca voglia di darmi all’agonismo – voglio almeno capire come e cosa ha portato a tutto questo.
Comincia dunque un rewatch compulsivo di tutto ciò che ha segnato la storia delle MMA, dai primi UFC alla gloriosa Strikeforce, per cui non ho mai nascosto di avere un debole, passando per le evanescenti – ma meravigliose – Elite XC e Affliction. Poi, andando ancor più a ritroso nel tempo, mi ritrovo di fronte al Pride. Vedo un’arena sempre gremita, una Saitama Super Arena che ad ogni match infiamma la platea e poi trattiene il fiato come nella più bella finale di Coppa del Mondo, e a volte si commuove anche. Vedo, a dirla tutta, anche qualcosa che non mi piace, come i soccer kick, gli stomp e tutte pratiche talmente brutali che, grazie al cielo, ad oggi non sono tollerate e annoverate nelle regole unificate adottate da gran parte delle promotion di MMA che contano. Non sono mai stato uno di quelli impressionati dall’Ultimo Imperatore Fedor Emelianenko, a cui ho sempre preferito la classe di Cro Cop Mirko Filipovic nello striking, la furia irrrazionale di Wanderlei Silva e la potenza esplosiva di Rampage Quinton Jackson. Ad oggi, tuttavia, riconosco l’importanza fondamentale che ha avuto il russo nello sdoganare questo sport, soprattutto in Europa.
Grandi match si sono susseguiti in quegli anni, con la chiusura definitiva arrivata con un Pride 34 che davvero poco aveva da dire rispetto ai fasti di un tempo. Ad oggi, però, non siamo qui per parlarvi di quanto bello fosse il Pride: come tutti, o quasi, ricorderanno, sono stati tantissimi i freak show, i match da circo, susseguitisi. La platea nipponica, d’altronde, era solita divertirsi con confronti ai limiti del grottesco, a cui venivano alternati grandissimi match che sono entrati nella storia delle MMA. Per cui, in attesa di parlare – in un futuro non troppo lontano – dei 5 migliori match della storia del Pride FC, beccatevi quelli che per TuttoMMA sono i 5 peggiori freak show visti sul ring della promotion asiatica più gloriosa al mondo.
FEDOR VS HONG-MAN CHOI
Partiamo dal match che dà i natali alla nostra copertina, nonché l’unico degli incontri extra-Pride, considerato come si sia svolto in “Yarennoka!” con supporto speciale di M1 Global. E pensate che, per assurdo, io ero davvero convinto si fosse svolto in Pride. Per cui, se avete letto l’articolo prima della revisione, dimenticatevi tutto! Comunque sia: colui che è definito il miglior peso massimo del mondo affronta il russo Fed… no dai, scherzi a parte. Il biondo ed enorme kickboxer coreano porta giù Fedor, approfittando della sua grande mole. Sembra l’inizio di un classico epilogo alla Rocky, ma no: Fedor si libera e prova l’armbar. Ah, se ci fossero state le gomitate… vero, Choi? Si torna in piedi, ma per poco. Stesso copione, il coreano finisce sopra all’Ultimo Imperatore, che chiude un altro armbar portando alla resa l’avversario. Tutti contenti, anche il pubblico. Ma occhio, che un possibile Freak Show poteva tranquillamente trasformarsi in uno degli upset più inattesi della storia delle MMA.
ALBERTO DEL RIO… CIOE’, DOS CARAS JR. VS CRO COP
Ve la facciamo semplicissima: avete presente l’ex campione del mondo, nonché ex campione pesi massimi e degli Stati Uniti WWE Alberto Del Rio? Ecco: c’è stato un periodo in cui, tra il 2001 e il 2010, si è dato alle MMA. I risultati, in realtà, sono stati buoni in relazione al poco tempo dedicatovi attivamente, con un record da 9-6 arricchito dalla sconfitta del dicembre 2019 contro Tito Ortiz. Contro il buon Cro Cop, però, non c’è stata storia: sono bastati 46 secondi per far sì che l’ex K1 fighter lo stendesse con un proverbiale calcio alla testa.
BUTTERBEAN VS SEAN O’HAIRE
Qui ve la facciamo brevissima, perché il compianto Sean O’Haire – ex wrestler passato con pochi successi alle MMA – è passato a miglior vita nel 2014 e Butterbean è comunque uno dei mestieranti più onesti del mondo della boxe, capace di mettersi in gioco anche nella kickboxing. Su questo match, poi, poco da dire: ci ha messo 30 secondi a stendere l’ex wrestler di Smackdown, che ricorderemo certo di più per i feud sul ring della WWE.
ZULUZINHO VS FEDOR
Il buon Fedor, tra un gran match e l’altro, era comunque abbastanza esperto di match decisamente pessimi, come dimostra questa pagliacciata con l’enorme brasiliano. 26 secondi di imbarazzo che, non sappiamo voi, ma noi preferiamo dimenticare con piacere.
GIANT SILVA VS CHIUNQUE
Ex giocatore di basket, ex lottatore di MMA, ex wrestler. Solo in queste ultime vesti, però, ha avuto un discreto successo il buon Paulo Cesar da Silva, che ad ogni apparizione sul ring Pride ha mostrato imbarazzo facendo capire come, alle volte, la sola fama e il sapore dei soldi bastino a giustificare tante botte prese sui denti. La vittoria su Akebono nel Dynamite vale quel che vale, come quella su Henry Miller. Le sconfitte, invece, parlano da sole.
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[…] Una domanda che si ripete da sempre e che nelle MMA moderne affonda le radici nelle leggendarie sfide fra UFC e Pride. […]
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