UFC, Josh Emmett a TuttoMMA: “In USA pare arrivi l’apocalisse. MMA? Pagano poco e rischiamo la vita”

UFC, Josh Emmett a TuttoMMA: “In USA pare arrivi l’apocalisse. MMA? Pagano poco e rischiamo la vita”

14 Aprile 2020 1 Di Ernesto Piane
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UFC – Josh Emmett è davvero un ragazzo simpatico. Era intuibile per chiunque seguisse le MMA, ma ci teniamo a ribadirlo dopo la scoppiettante intervista telefonica che abbiamo avuto qualche giorno fa. Abbiamo toccato parti della sua vita privata non molto note al grande pubblico, come la sua laurea in psicologia, ma anche temi attuali. Per esempio, ci è sembrato un ottimo candidato per sciogliere uno degli enigmi made in USA più discussi dell’emergenza COVID-19, ovvero la corsa a svuotare tutti gli scaffali di armi & carta igienica, e Josh da vero top 10 del mondo dei featherweight UFC ci ha degnamente risposto. Non vogliamo svelarvi altro, buona lettura!

Ciao Josh, iniziamo con la domanda, ahimè, di routine. Puoi darci le tue opinioni sulla crisi covid-19 e su come sta influenzando la tua vita quotidiana e i tuoi allenamenti?

È orribile quello che sta succedendo nel mondo. Sia da un punto di vista sanitario che economico, tantissime persone si stanno ammalando, ci sono molti morti e ho paura che le imprese non riusciranno più a rialzarsi. Per quanto riguarda la mia vita di tutti vi dico che al momento me la sto cavando piuttosto bene, mangio molto sano e sto continuando gli allenamenti nella palestra che ho allestito nel mio garage. Vivo a Sacramento, il nostro governatore ha chiuso tutto lo stato. Dobbiamo rimanere nelle nostre abitazioni fino al 30 aprile, ma forse il lockdown si estenderà fino alla fine di maggio. Non vedo l’ora che finisca tutto e le persone possano iniziare a ricostruire ciò che hanno perso e tornare al lavoro, tornando finalmente alla nostra normale routine.

Questo panico legato all’epidemia sta facendo sì che molte persone acquistino ogni genere di beni in grande quantità. Abbiamo visto che negli USA c’è stata un’incredibile richiesta di carta igienica e armi. Eri a conoscenza di tutto ciò?

Si, l’ho sentito (ride). Credo che molta gente si stia preparando per una guerra o pensano che sia arrivata l’apocalisse. Le persone stanno comprando armi solo perché non sanno davvero cosa succederà e in parte li capisco. Mi sento come loro perché siamo tutti chiusi in casa e non sai se la situazione prenderà presto una brutta piega. Potrebbero esserci episodi criminosi, saccheggi e irruzioni dentro le case. Penso che forse stiano comprando armi per aumentare la loro sicurezza. È vero, la prima cosa che è sparita dagli scaffali è la carta igienica, ma anche l’acqua. Se ci pensate, non ne abbiamo esattamente bisogno: se sei a casa e dopo essere stato in bagno hai bisogno di lavarti, puoi sempre farti una doccia e se vuoi bere basta aprire il rubinetto (ride).

Le tue ultime due performance nell’ottagono UFC sono state impressionanti. Chi vorresti affrontare nel tuo prossimo incontro?

Se potessi scegliere, vorrei combattere contro il campione perché sarebbe il modo per arrivare dritto al titolo. Il mio obiettivo è quello di essere un campione UFC. In generale vorrei combattere con chiunque possa farmi arrivare alla chance titolata.

Quando hai capito che volevi diventare un lottatore di MMA?

Sono sempre stato un fan di UFC e MMA. Quando ero al liceo nel 1999 guardavo le MMA in pay per view. Inoltre, sono cresciuto facendo molti sport, al college ho fatto anche wrestling. Sapevo che un giorno sarei diventato un fighter. Nel 2005, durante uno dei miei incontri è arrivato Urijah Faber dando volantini alle persone in mezzo alla folla per pubblicizzare l’apertura della sua palestra, la Ultimate Fitness. L’ho visto e quando ho finito la stagione del wrestling sono andato in palestra, ho pagato 750 dollari per 12 mesi. Ho iniziato a fare lezioni regolari di boxe e kickboxing. Penso che avesse visto del potenziale in me, quindi mi ha chiesto se volessi allenarmi seriamente e combattere. Dovetti però mettere in pausa l’impegno con Urijah perché ricevetti l’opportunità di lottare a un livello superiore e finire la mia laurea. L’ho fatto per due motivi: sapevo che il wrestling mi avrebbe aiutato nelle MMA, ma sapevo che era importante finire il college. Poiché, se non fosse andata bene la carriera di fighter avrei avuto un piano di riserva. Intorno al 2010, mi sono laureato e sono tornato alla palestra di Urijah. Ho fatto due combattimenti da dilettante e poi sono diventato professionista.

Sappiamo che hai studiato psicologia, pensi che questa abilità ti abbia aiutato a capire meglio la situazione dentro e fuori l’ottagono?

Credo proprio di sì. La mente è una cosa molto potente ed è sicuramente uno dei miei attributi più forti. Penso l’approccio al combattimento sia al 70% mentale e il resto fisico. Mi sento in grado di capire alcuni atteggiamenti che ha il mio avversario quando mi è vicino, come nei face-off, durante i quali posso sicuramente leggere le persone in un modo più accurato.

Ti abbiamo visto rilasciare uno status interessante sui social network su come le cose dovrebbero essere cambiate riguardo gli stipendi dei combattenti. Vuoi darci maggiori dettagli a riguardo?

Sì, i fighters non sono pagati abbastanza. La gente dall’esterno può pensare “Guadagnano così tanti soldi per un solo combattimento!” ma è solo la superficie di un problema più complesso. Prima di tutto, i camp durano 2-3 mesi e sono super costosi: il cibo, gli integratori e i soldi che devi pagare ai vari coach per allenarti tutti i giorni. Inoltre, dopo l’incontro devi pagare molte cose, negli Stati Uniti il ​​30% della borsa va in tasse, il manager è un altro 10-20%, più il coach e l’intero angolo, che hanno bisogno ovviamente del volo e camere d’albergo per almeno una settimana. Le persone non ne hanno idea. Se guardi il baseball, anche il meno pagato di tutta la lega, letteralmente qualcuno che si veste e si siede in panchina tutto il tempo guadagna estremamente più di noi. E stiamo parlando di combattenti da main card, seguiti da milioni di persone in tutto il mondo. Oltre a questo, rischiamo anche la vita, ogni incontro potrebbe davvero essere l’ultimo. Ti faccio un esempio: alcuni atleti che guadagnano 10k per un combattimento e devono recarsi dall’altra parte del mondo, se perdono e vengono massacrati di botte, devono pagare tutte le spese che ho citato prima. Quindi finisce che molte volte sono costretti anche a metterci qualcosa di tasca loro per andarsi a far pestare dall’altra parte del mondo.

Josh, dopo alcune ricerche abbiamo scoperto che non hai un nickname. Considerando che in questo momento il governo ha pieno potere sulla nostra libertà, quale sarebbe il tuo soprannome se Donald Trump te lo chiedesse? (risata generale)

Chiamami solo con il mio nome! Alcune persone hanno cercato di darmi qualche soprannome, ma non mi piaceva niente. Un giorno ho visto questa cosa strana, qualcuno aveva messo sulla mia pagina di Wikipedia il soprannome “The Grimreaper”, e mi sono detto “che diavolo è questo?!” (ride). Successivamente prima di un mio incontro la ESPN mi ha annunciato come The Grimreaper! Ed ho pensato “Aspetta di non penso proprio di avere un soprannome e di sicuro non è the grimreaper!” è stato piuttosto divertente. Quindi, non lo so, non so cosa dire a Donald Trump, probabilmente mi chiamerebbe “il pagliaccio” (ride).

Per concludere, hai un messaggio per i fan italiani che leggono TuttoMMA?

Auguro a tutti gli italiani e chiunque altro nel mondo nient’altro che il meglio. Non vedo l’ora di tornare in Italia, l’ultima volta è stata nel 2017 per la Vigilia di Natale. Siamo arrivati ​​a Verona, perché il mio fratellino è un militare dislocato vicino Pisa. Abbiamo visitato molte città come Roma, Firenze, Milano, Venezia e incontrato persone fantastiche, per non parlare dei ristoranti! Devo ammettere che il cibo italiano è il mio preferito, mi sono sentito veramente coccolato e amato per tutta la durata del mio soggiorno. La prossima volta voglio visitare anche il sud!

Ancora una volta, che bravo ragazzo e che fighter simpatico da intervistare! Dal canto nostro speriamo torni presto in Italia, di sicuro lo inviteremo a cena.

Ciao Josh!

A cura di Ernesto e Giulio Piane

FULL INTERVIEW IN ENGLISH

Josh Emmett is really a nice guy, it was already crystal clear for anyone who follow the MMA, but we want to repeat it after the fun and intresting phone interview we had a few days ago. We asked some details of his private life not well known to the public, such as his degree in psychology, but also current topics. For example, he seemed to be an excellent candidate to solve one of the most discussed puzzles of the emergency COVID-19, that is the race to empty all the shelves of weapons and toilet paper, and Josh as a true top 10 in the world of UFC featherweight has worthily answered us. We don’t want to reveal anything else, happy reading!

Hi Josh, let’s start with the question, alas, routinely. Can you give us your opinions on the covid-19 crisis and how it is affecting your daily life and your training?

What is happening in the world is horrible. Both from a healthcare and an economic point of view, many people are getting sick, there are many deaths and I am afraid that many companies will no longer be able to get up again. About me? I can tell you that at the moment I am doing rather well, I am eating very healthy and I am continuing the workouts in the gym that I have set up in my garage. I live in Sacramento, our governor has closed the whole state. We have to stay in our homes until April 30, but perhaps the lockdown will extend to the end of May. I can’t wait for everything to end and people can start rebuilding what they have lost and go back to work, finally returning to our normal routine.

This panic related to covid outbreak is making a lot of people everywhere buying every sort of stuff in big quantity, we saw that many buy mostly toilet paper and guns. Were you aware of all this?

Yes, I heard it (laughs). I think a lot of people are preparing for a war or they think the apocalypse has come. People are buying weapons just because they don’t really know what’s going to happen and I partly understand them. I feel like them because we are all locked in the house and you don’t know if the situation will soon take a bad turn. There could be criminal episodes, looting and raids inside the houses. I think maybe they are buying weapons to increase their security. True, the first thing that disappeared from the shelves was toilet paper, but also water. If you think about it, we don’t exactly need it: if you are at home and after being in the bathroom you need to clean yourself, you can always take a shower and if you want to drink just turn on the tap (laughs).

Your last two performances in the UFC octagon were impressive. If you were asked to choose your next opponent, who would you like to call out?

If I could choose, I would like to fight the champion because it would be the way to go straight to the title. My goal is to be an UFC champion. In general I would like to fight with anyone who can get me to the chance to fight for the belt.

When did you realize you wanted to become an MMA fighter?

I’ve always been a fan of UFC and MMA. When I was in high school in 1999 I watched MMA on pay per view. Besides, I grew up doing many sports and during college I did wrestling. I knew that one day I would become a fighter. In 2005, during one of my wrestling matches Urijah Faber arrived giving flyers to people in the crowd to advertise the opening of his gym, Ultimate Fitness. I saw it and when I finished the wrestling season I went to the gym, I paid $ 750 for 12 months. I started taking regular boxing and kickboxing lessons. I think he saw potential in me, so he asked me if I wanted to train seriously and fight. However, I had to pause my commitment with Urijah because I received the opportunity to fight on a higher level in wrestling and finish my degree. I did it for two reasons: I knew wrestling would help me in MMA, but I knew it was important to finish college. Because if fighting job didn’t work out I had a backup plan. Around 2010, I graduated and went back to Urijah gym. I had two amateur fights and then I turned professional.

We know you studied psychology, do you think that this skill helped you for understand better the situation inside and outside the octagon?

I really think so. The mind is a very powerful thing and it is definitely one of my strongest attributes. I think the approach to combat is 70% mental and the rest physical. I feel able to understand some of the attitudes my opponent has when he is close to me, such as in face offs, during which I can certainly read people in a more accurate way.

We have seen you release an interesting status on social networks about how things should have changed regarding the salaries of fighters. Do you want to give us more details about it?

Yes, fighters are not paid enough. People from the outside can think “They make so much money for one fight!” but it is only the surface of a more complex problem. First of all, the camps last 2-3 months and are super expensive: the food, supplements and the money you have to pay to the various coaches to train every day. In addition, after the meeting you have to pay a lot of things, for example in the United States 30% of the money goes into taxes, the manager is another 10-20%, plus the coach and the whole corner, who obviously need the flight and rooms hotel for at least a week. People have no idea. If you watch baseball, even the lowest paid in the league, literally someone who gets suits up and sits on the bench all the time earns far more than we do. And we’re talking about main card fighters, followed by millions of people around the world. In addition to this, we also risk life, every fight could really be the last. I’ll give you an example: some athletes who earn 10k for a fight and have to go to the other side of the world, if they lose and are beaten up, they have to pay all the expenses I mentioned before. So it ends up that many times they are also forced to put something out of their pocket to go and get beaten up in the other side of the world!

Josh, after some research we found out that you don’t have a nickname. Considering that in this moment the government has full power in our freedom what will be your nickname if Donald Trump demand it from you?

Call me with my name! some people tried to call me with some nickname but nothing really stuck. One day I saw something strange, someone had put on my Wikipedia page the nickname “The Grimreaper”, and I said “what the hell is this ?!” (Laughs). Subsequently, before my fight, the ESPN announced me as The Grimreaper! And I thought “Wait I don’t have a nickname and it’s certainly not the Grimreaper!” it was quite funny. So, I don’t know, I don’t know what to say to Donald Trump, he would probably call me “the clown” (laughs).

Well, that’s pretty much everything Josh. Do you have a message for italian fans who read TuttoMMA?

I wish all Italians and anyone else in the world nothing but the best. I can’t wait to go back to Italy, the last time was in 2017 for Christmas Eve. We arrived in Verona, because my little brother is a soldier and was located near Pisa. We have visited many cities such as Rome, Florence, Milan, Venice and met fantastic people, not to mention the restaurants! I have to admit that Italian food is my favorite, I felt truly spoiled and loved throughout my stay. Next time I also want to visit the south!

Again, what a nice guy and what a fun fighter to interview! We really hope that you will return to Italy soon, and you are for sure invited to dinner.

Bye Josh!

 Written by Ernesto & Giulio Piane