Bellator, Penini a TuttoMMA: “La quarantena mi ha reso più forte mentalmente”

Bellator, Penini a TuttoMMA: “La quarantena mi ha reso più forte mentalmente”

25 Settembre 2020 0 Di Redazione

Bellator – Sabato 26 settembre occhi puntati su un evento importantissimo per le MMA italiane. All’Allianz Cloud di Milano andrà in scena Bellator Milan – Edwards vs. van Steenis, con cinque fighter italiani impegnati in match molto importanti per le rispettive carriere. Tra i cinque anche il veronese Pietro Penini (9-1-1, 1-0 Bellator MMA), che sarà impegnato nella scalata ai ranking della divisione pesi medi Bellator MMA. Penini è al suo secondo match nella promotion californiana, ed è reduce dalla vittoria contro Charlie Ward al debutto circa un anno fa, a Bellator London: MVP vs. Melillo e da una striscia positiva di tre vittorie negli ultimi tre incontri. A poche ore dal match contro il veterano Bellator Mike Shipman (13-3, 5-2 Bellator MMA), Pietro ha risposto alle domande di TuttoMMA.

Com’è stato preparare il match in una condizione surreale come quella che stiamo vivendo con una pandemia ancora in corso?

Beh… allora, in realtà mentirei se dicessi che è stato difficile preparare il match. Nel senso che, come ho già detto, penso che in Italia ormai abbiamo tutti i presupposti per poter fare un grande camp di allenamento, spostandosi, viaggiando un po’ di più magari perché non si hanno tanti atleti nella stessa palestra. Però si può fare benissimo. Sinceramente la preoccupazione più grande era quella di essere contagiato da qualcuno e risultare poi positivo al test, quello non nascondo che è stata la mia paura più grande per tutto il camp.

Come è stato vivere la quarantena per un fighter professionista e come pensi ti abbia cambiato questa esperienza?

Mah… senza soffermarci a parlare degli aspetti sanitari, politici e quant’altro che ha avuto la quarantena, e senza dimenticarci delle persone che hanno sofferto, io fortunatamente stavo bene e la mia famiglia stava bene, quindi mi sono focalizzato solamente sull’allenarmi.  Ovviamente senza la possibilità di fare sparring e senza qualcuno che mi tenesse i colpitori; però mi sono allenato tutti i giorni, due/tre volte al giorno e non ho lasciato neanche per un momento che la noia, lo stress, o altri pensieri negativi attaccassero la mia mente. Volevo solamente mantenere il mio allenamento perché ero fiducioso che prima o poi tutto sarebbe finito e quando tutto sarebbe stato finito volevo essere pronto. Sicuramente mi ha reso più forte mentalmente, più concentrato su ciò che voglio davvero e su ciò che davvero conta nella mia vita, inoltre ho imparato a lasciare andare le cose che risultano tossiche e concentrarmi solamente su quelle che invece sono positive e mi danno un’energia positiva.

Quali migliorie e quali eventuali difficoltà hai riscontrato cambiando camp e spostandoti ad Aurora, fondando nel contempo ESMA?

Beh… non parlerei di migliorie, nel senso che ad Aurora già mi ero spostato più volte; ho sempre collaborato con i team di Borgomeo a Roma e comunque con altri team italiani… e sì, nel contempo, abbiamo fondato Esma. All’inizio mi ha ovviamente un po’ portato via delle energie mentali, però devo essere sincero, è stata una grossa spinta in avanti. Sono due ambienti positivi, di energia positiva che mi fanno stare bene, quindi è sicuramente stata una grossa spinta.

Cosa avresti cambiato, se ci fosse qualcosa da cambiare, del match d’esordio in Bellator con Ward?

Mah… il match d’esordio con Ward è stata forse la serata perfetta. Tutto è andato come ci eravamo prefissati. Non nego che avrei preferito chiudere il match prima del limite e nella mia testa lo potevo fare. Non saprei dire cosa non è andato, nel senso cosa non mi abbia permesso di farlo. Sicuramente mi ha stupito il mento di Ward, e forse avrei potuto schiacciare un po’ di più sull’acceleratore in certi momenti per cercare di chiudere il match; però, comunque dovevo sempre fare attenzione alle sue mani e non so se poi la scelta di spingere di più si sarebbe rigirata contro di me.

Come vedi il match con Shipman?

Vedo un bel match. Lo vedo un bel test; è un atleta completo, pericoloso, e voglio capire quanto sono altrettanto pericoloso io.

Dove ti vedi tra un anno, sia nella vita che sportivamente?

Tra un anno mi vedo esattamente dove voglio essere.

La prima cosa che farai e la prima cosa che mangerai dopo il match?

La prima cosa che farò dopo il match sarà una doccia e la prima cosa che mangerò sarà del McDonald’s schifoso.