UFC, la vita di Thiago Santos nell’esercito brasiliano: “Se non cacciavi, non mangiavi”

UFC, la vita di Thiago Santos nell’esercito brasiliano: “Se non cacciavi, non mangiavi”

4 Novembre 2020 0 Di Redazione

UFC – Il ritorno nell’ottagono di Thiago Santos sta ricevendo, tutto sommato, una buona dose di attenzione. Le cause sono diverse: principalmente, la lunga attesa per questo match con Glover Teixeira (entrambi sono risultati positivi al covid in momenti diversi) e la sua prestazione contro Jon Jones a UFC 239. Quella sera Santos, sfavoritissimo e infortunato, andò molto vicino a detronizzare il campione perdendo solo per split decision. Ma prima della (quasi) gloria contro Bones, Santos ne ha passate tante. La sua non è la solita storia del brasiliano uscito dalle favelas (o meglio, è anche quella) ma molto di più. MMAJunkie l’ha raccontata nel 2016.

Santos non viene da una favela qualsiasi: viene dalla Cidade de Deus, la Città di Dio. Esatto, è proprio la zona ritratta in City of God, il film brasiliano del 2002 nominato a 4 premi Oscar: apprezzatissimo dalla critica, è uno dei film brasiliani più famosi di sempre e racconta la storia di un gruppo di ragazzi cresciuti in una delle tante favelas create in fretta e furia negli anni ’60, per spostare i poveri dal centro alla periferia.

Si tratta del genere di luogo in cui i guai ti trovano anche se non li cerchi e devi imparare in fretta a difenderti – anche Rafaela Silva, medaglia d’oro nel judo a Rio 2016, viene da qui. Thiago viene da una famiglia umile, che lo fa crescere con i giusti valori e il ragazzo non cede alle tentazioni del crimine organizzato. Tanti ragazzi prendono la strada sbagliata, ma ce ne sono molti di più che prendono quella giusta e Thiago tiene a sottolinearlo:

“Ci sono molte cose buone che vengono fuori dalla Città di Dio, al di là dell’immagine che danno i media. Sono solo una delle tante persone talentuose che sono arrivate dal nulla.”

A 18 anni decide di entrare nell’esercito, il genere di esperienza che ti aiuta per tutta la vita, dandoti struttura e disciplina, oppure ti mastica e ti sputa in un amen.

Potete immaginare come sia andata per Thiago:

“Fisicamente, l’esperienza militare mi aiuta perché ho passato anni a portare il mio corpo all’estremo. Essere a dieta è brutto, ma non quanto essere bloccato in Amazzonia a dover cacciare per procurarsi il cibo.

Ma questo mi ha dato tanta disciplina e i coach l’hanno sempre notata in me.”

Santos ha passato ben sette anni come paracadutista nell’esercito, durante i quali non ha mai smesso di allenarsi coltivando la sua temibilissima Muay Thai. L’esperienza lo ha fatto crescere, dandogli la forza per affrontare gli ostacoli anche una volta uscito dall’esercito:

“Non credo che il mio background abbia reso semplice il combattimento, perché non è facile per nessuno. Ma mi ha dato forza di volontà, mi ha preparato ad affrontare ogni avversità. Ogni volta che combatto, quando sto per entrare nell’ottagono UFC, visualizzo tutto quello che ho passato, quello che ho superato. Così, quando entro sono molto più forte.”

Marreta non è l’unico fighter brasiliano di alto profilo con esperienze militari o paramilitari. Paulo Thiago è un peso medio che dopo uno spettacolare KO su Josh Koscheck ha avuto alterne fortune in UFC. Thiago ha passato sei anni nel BOPE. Il nome vi dice qualcosa? Il BOPE è il corpo d’élite della polizia militare di Rio de Janeiro, ritratto in un altro film brasiliano piuttosto noto, ovvero Tropa de Elite – Gli squadroni della morte. Come Santos, anche Thiago ha parlato di come l’esperienza in situazioni di estrema tensione lo abbia aiutato a mantenere il controllo davanti a pericoli di portata minore:

“Quando usciamo per un’operazione, non penso alla paura di non tornare a casa. Non ci penso proprio, penso solo agli altri membri del battaglione e a completare la missione ad ogni costo. Trovarsi in situazioni di pericolo rinforza lo spirito. Si guadagna tranquillità in situazioni nelle quali una persona normale perderebbe il controllo. In un certo senso, il mio servizio militare mi ha aiutato molto con le MMA.”