Megan Anderson, la fighter che ha sconfitto la depressione e ora sogna il titolo UFC

Megan Anderson, la fighter che ha sconfitto la depressione e ora sogna il titolo UFC

5 Marzo 2021 1 Di Giuseppe Albi

Forti, vincenti e con uno spirito guerriero difficile da scalfire. Gli atleti ai vertici delle promotion degli sport da combattimento appaiono al pubblico come esseri invincibili. Eppure, dietro muscoli e tanto allenamento, si celano racconti che rivelano difficoltà e paure comuni a tutti gli esseri umani.

La storia di Megan Anderson, in tal senso, racchiude proprio questo aspetto legato alla fragilità umana. A rivelarla è stata proprio la prossima contendente al titolo femminile dei pesi piuma UFC che, durante un’intervista con il giornalista di ESPN Ariel Helwani, ha raccontato i suoi problemi di depressione.

Tutto iniziò durante la sua infanzia per colpa di un padre alcolizzato. Uno shock che si è protratto nel tempo e che ha condizionato anche la sua adolescenza. Contrariamente a quanto succede a molti che finiscono col perdersi però la Anderson decise di dare una svolta alla sua vita arruolandosi nell’esercito australiano. Il sistema rigido tipico dei corpi militari riuscì solo parzialmente a colmare quell’assenza di regole che aveva caratterizzato fino a quel momento la sua vita. Tutte le ansie e le paure accumulate infatti si materializzarono sempre di più fino a toccare la punta dell’iceberg nel 2010 quando precipitò in un profondo stato depressivo che la portò ad un passo dal suicidio.

Un evento traumatico che la costrinse a lasciare l’esercito per cominciare il suo percorso di rieducazione alla vita. Un sentiero tortuoso e ricco d’insidie nel quale arrivò tuttavia l’incontro con le MMA, il vero punto di svolta della sua storia. Tre anni dopo essere stata ad un passo dal togliersi la vita infatti Megan Anderson fece il suo debutto da professionista e la sua vita cambiò radicalmente. Al suo esordio uscì sconfitta, ma da quel momento inanellò una serie di quattro vittorie consecutive che le valsero, nel 2015, la chiamata da parte di Invicta.

Anche in Invicta perse all’esordio, e anche quella volta riuscì a rialzarsi mettendo a segno quattro vittorie consecutive. L’ultima, quella del gennaio 2017, le permise di conquistare il titolo dei pesi piuma grazie ad uno spettacolare head kick nel secondo round ai danni di Charmaine Tweet. Un’azione da manuale che attivò le sirene UFC.

Fece il suo debutto nella promotion di Dana White nel 2018. A darle il “benvenuto” fu nientemeno che Holly Holm. Un match difficilissimo nella quale la Anderson fu costretta a cedere il passo alla più quotata avversaria che si impose per decisione unanime.

Dopo quella sconfitta, nel dicembre dello stesso anno, arrivò la prima vittoria importante contro una veterana come Cat Zingano, demolita per TKO nel primo round. Proprio quando le cose sembravano andare per il meglio però, i fantasmi del passato ritornarono ad aleggiare nella sua mente: prima del match con Felicia Spencer andato in scena il 18 maggio del 2019, la Anderson venne colta da un attacco di panico. Alla fine combatté comunque, ma la sottomissione subita dopo pochi minuti dall’inizio dell’incontro fu il chiaro segno di una resa cominciata nella sua testa ancor prima che nell’ottagono. L’aiuto di uno psicologo e la sua incredibile forza interiore la rimisero per l’ennesima volta in carreggiata trascinandola fino al successo dei giorni nostri.

Oggi Megan Anderson è una donna che ha scoperchiato un vaso di pandora fino ad ora tenuto nascosto da molti: ovvero quello della depressione che affligge diversi fighter. Un problema che questa ragazza australiana classe 1990 ha imparato a gestire e a trasformare in qualcosa che l’ha portata al riscatto.

Le due vittorie consecutive ottenute negli ultimi due match contro Zarah Fairn Dos Santos e Norma Dumont e la conseguente chance per il titolo contro Amanda Nunes, d’altronde, sono lì a testimoniarlo.

Una vittoria personale prima ancora che nell’ottagono. Una vittoria che fa apparire la sfida prestigiosa contro una campionessa come la Nunes il giusto riconoscimento per una vita vissuta da vera combattente.