“Khabib si sta allenando da solo, in una palestra deserta, per UFC 249”
20 Marzo 2020 1 Di RedazioneKhabib Nurmagomedov si sta allenando da solo, in palestra, per prepararsi a UFC 249. The Eagle, nonostante l’emergenza coronavirus stia sortendo effetti davvero, davvero pesanti anche su suolo americano, non ha smesso di prepararsi neanche un giorno per la sfida a Tony Ferguson, che in linea teorica dovrebbe essere il suo avversario il 18 aprile prossimo in un match valido per il titolo pesi leggeri UFC.
Una contesa, questa, saltata già quattro volte, e che rischia concretamente di non trovare compimento per la quinta volta nonostante non vi siano – finalmente – infortuni che attualmente ne hanno minato il già incerto svolgimento.
Intanto però, Khabib è lì: come uno spartano alle Termopili, pronto a tutto. L’AKA, però, è deserta quando c’è lui: non c’è più l’amico Daniel Cormier, non ci sono gli sparring partner né la confusione più totale che solitamente alberga in quel di San José (California). Questo quanto dichiarato da Javier Mendez, head coach dell’American Kickboxing Academy, a Marc Raimondi di ESPN.
C’è solo Khabib, a nessun altro è concesso entrare. Nessuno che arriva, bisogna tenerlo al sicuro. Khabib si aspetta di affrontare qualcun altro, qualora accadesse qualcosa a Ferguson. Un qualsiasi top fighter. Lui si aspetta di combattere, non è in una situazione stile “Se Tony è out dimenticatevi che io combatta“. Si sta allenando per affrontare qualcuno. Ferguson è un top, è il migliore che possa affrontare adesso. Se il match si farà? So che Dana White farà tutto il possibile affinché si faccia. Posso dire con certezza che è questo ciò che vuole. Certo, non sono sicuro che possa farcela perché lui non controlla mica chi ci governa. Ma, ovviamente, voglio che il match si faccia: nessuno verrà pagato se non si va lì a lavorare.
Javier Mendez, head coach dell’AKA, sulla preparazione di Khabib in vista di UFC 249
Un quadro alquanto desolante che, c’è da giurarci, sarà davvero monco rispetto a quanto previsto in principio, prima che il COVID-19 rivoluzionasse vite e programmi di tutte le persone e le aziende sparse per tutto il globo.
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1 commento
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[…] Ci stavamo allenando all’AKA, senza alcuna informazione riguardo il match, dove e quando si sarebbe svolto. UFC ci aveva detto che al 100% non si sarebbe svolto negli USA, e che al 99% lo avremmo fatto ad Abu Dhabi. Dopo di ciò, e dopo aver parlato con UFC, abbiamo deciso di volare negli Emirati Arabi un mese prima del match. Ma arrivati lì abbiamo scoperto che avrebbero chiuso i voli e che nessuno sarebbe stato autorizzato ad entrare e uscire ad eccezione dei residenti. Perciò, sono tornato in Russia. Attualmente sono in Daghestan, mi alleno ogni giorno ma non so per cosa. Perché quando abbiamo messo piede qui abbiamo scoperto che, come negli USA o negli Emirati e in qualsiasi parte del mondo, i voli sono bloccati. L’intero mondo è in quarantena. Perciò ho sentito che stanno cercando un nuovo avversario per Tony, perché lui è negli USA ed io sono qui in Russia. Tutti dovrebbero seguire le leggi, anche i fighter devono sfamare le proprie famiglie e pagare le bollette, se non combattono non guadagnano. Non so cosa stia succedendo, è difficile allenarsi mentre il mondo intero è bloccato: non sai a cosa prepararti. […]