UFC, Johnny Walker: ascesa e declino di un predestinato. E intanto Jon Jones ironizza…

UFC, Johnny Walker: ascesa e declino di un predestinato. E intanto Jon Jones ironizza…

20 Marzo 2020 1 Di Riccardo Colella

Il pubblico UFC può davvero essere severo e talvolta spietato coi propri beniamini; e tanto più è luminosa la stella di coloro i quali sembrano essere destinati a un futuro radioso, tanto più repentina è la discesa con cui la stessa stella può precipitare. Ma sono proprio quelle le persone che, più di ogni altra, rischiano di sprofondare dalle sommità delle cime più alte, fino agli abissi più profondi. Come al tempo degli antichi romani, quando la folla urlante poteva, in taluni casi, influenzare la decisione dei Cesari e decidere le sorti del gladiatore che calpestava la sabbia del Colosseo.

Nell’odierna UFC la situazione è certamente – e per fortuna – meno traumatica e feroce; ma se c’è un atleta che più di tutti simboleggia questa altalena emotiva tra gli appassionati, è certamente Johnny Walker. Nato a Rio de Janeiro nel marzo del 1992, il giovane Walker fa il suo esordio tra i professionisti nel 2013, inanellando un record di 10-3, dove tutte le vittorie arrivano per finalizzazione.

Il Brasile inizia subito a stargli stretto e il crescente successo in patria lo porta a valicare gli oceani e trasferirsi nella “Terra di Albione”. Il suolo anglosassone è quello che fa per lui; e le seguenti tre vittorie sono un valido lasciapassare per il Dana White’s Tuesday Night Contender Series. La successiva vittoria per decisione unanime contro Henrique Da Silva gli garantisce definitivamente l’accesso in UFC.  

Con quel sorriso quasi fumettistico e lo sguardo del ragazzo sognante che affronta ogni incontro con l’entusiasmo di chi lo fa per la prima volta, l’ascesa dell’atleta brasiliano è fulminea. E i paragoni si sprecano. L’attuale campione del mondo dei pesi medi, Israel Adesanya, viene spesso tirato in ballo per un ipotetico quanto improbabile match contro Johnny. “Se non fosse per la differenza di peso, chissà…”, è la voce che spesso gira nell’ambiente.

Certo i primi tre match di Walker nella promotion di Dana White sono quanto di più sorprendente e devastante ci si possa aspettare da un esordiente. La conquista del “Performance of the Night” in tutte e tre le occasioni ne sono un lampante esempio. E di nuovo via di paragoni, stavolta con avversari della sua stessa stazza. La sua categoria di peso, però, è l’attuale regno del più chiacchierato, discusso, amato e nel contempo odiato lottatore di tutti i tempi.  

Proprio Jon “Bones” Jones sembra essere il metro di paragone per qualsiasi promettente atleta che osi misurarsi coi massimi leggeri. E per Johnny Walker la situazione non sembra diversa. Tutti sono pronti a scommettere che sarà lui la prossima punta di diamante UFC; e con un Jones che si avvia verso la fase calante della carriera, chi se non l’aitante Johnny potrebbe raccoglierne l’eredità?

Ma le tipiche entrate da guascone e le esultanze quantomeno discutibili e improduttive del brasiliano, non sono sufficienti a scomodare un mostro sacro dell’ottagono come l’attuale numero uno della classifica PfP UFC. Certo, la facilità con cui l’atleta carioca sembra sbarazzarsi degli avversari è un qualcosa che rasenta quasi la perfezione. Ma l’imprevisto, come in una partita di Monopoli – quando ancora non si scriveva con la “y” -, è sempre dietro l’angolo. Ecco quindi un coriaceo Corey Anderson a far deragliare il treno Walker. Stop per TKO al primo round, e l’hype che strepitava attorno al fighter di Rio riceve un forte scossone. Nulla di grave: una sconfitta ci può stare e i paragoni, però, iniziano lentamente a ridimensionarsi.

UFC Fight Night 170 sembra essere l’evento del rilancio e Johnny fronteggia l’ostico Nikita Krylov. L’atleta brasiliano parte bene ma viene ben presto irretito dal soffocante grappling dell’ucraino. Si arriva al termine dei tre round e Johnny Walker si trova a soccombere per la seconda volta di fila, imboccando una sonora e preoccupante parabola discendente. I critici scuotono la testa, Dana White si chiude in un mutismo degno del Lama del Darjeeling e il campione dei pesi massimi leggeri, finora in distaccato silenzio, se la ride sornione. Ecco quindi che, dal suo account Twitter, parte una frecciatina al vetriolo, che fa il giro del web: “If Johnny Walker keeps fighting like this… I’ll let you guys finish the sentence for me…”. Ma attenzione: guai a dare per bollito Johnny Walker dopo appena due sconfitte di fila. La speranza è che possa ritrovare se stesso e la serenità che ne ha contraddistinto gli esordi nella promotion statunitense.

Buon senso richiederebbe, come in ogni aspetto della vita, di non gettarsi a capofitto in previsioni svilenti più per chi le fa che per chi le subisce. Solo il tempo, l’allenamento e l’esperienza potranno realmente indicarci il percorso del brasiliano. La sua stella è ancora lì, alta nel cielo UFC e continua a brillare. Magari un tantino più fioca e leggermente più distante, ma ancora visibile.