UFC, Khabib: “C’è stato un momento in cui Justin Gaethje mi ha salvato”

UFC, Khabib: “C’è stato un momento in cui Justin Gaethje mi ha salvato”

17 Agosto 2020 1 Di Redazione

UFC – Dopo qualche scambio di battute poco amichevoli, Khabib Nurmagomedov (28-0) dichiara che non corre assolutamente cattivo sangue con il suo prossimo avversario, Justin Gaethje (22-2). In realtà appare un po’ strano ai nostri occhi, perchè per annunciare il suo ritorno, giusto una settimana fa, Khabib affermava di voler portare The Highlight giù nelle profondità dell’oceano, e ciò non è carino da parte sua.

Questa apertura al dialogo di Khabib fa riferimento ad un episodio risalente a più di 4 anni fa, quando, secondo la fiaba, Gaethje lo aiutò a fare il taglio del peso. The Eagle sembra non aver dimenticato quel gesto e ne parla a RT Sport:

“Era il 2016 e io uscivo da 3 operazioni. Dovevo combattere contro Tony Ferguson, ma per un suo infortunio mi hanno assegnato con soli 9 giorni di preavviso Darrell Horcher. E fu Justin ad aiutarmi a tagliare gli ultimi 2 chili e mezzo, proprio la mattina stessa della cerimonia del peso”.

La storia si fa interessante e Khabib continua dicendo:

“Dovevo smaltire l’ultimo chilo nella sauna, e Justin mi ha aiutato a uscire dall’acqua bollente perché non c’era nessuno dei miei compagni, sia Islam (Makhachev) che Omari (Ahkmedov) stavano tagliando il peso anche loro, e Gaethje mi è stato vicino aiutandomi”.

È un piacevole aneddoto che mette insieme: amicizie premurose, asciugamani che vengono passati al momento giusto e acque calde, anzi bollenti. Ma Khabib sa bene che The Highlight è un avversario di valore, ha visto cosa ha fatto a El Cucuy, per questo lo rispetta e vuole fare un match corretto con tanto di strette di mano.

Ma poi di colpo il volto gli si scurisce, o perlomeno ancora di più del normale, e afferma che questa con Gaethje, sarà la solita storia che si ripete: bravi striker che cercheranno di colpirlo ma lui li braccherà a terra, infliggendo loro un furioso ground and pound. Così è stato con Barboza, con Iaquinta, con Poirier, e allo stesso modo è andata con McGregor.

Guarda caso proprio su quest’ultimo si sofferma e si spinge oltre:

“Credo che Conor sia uno striker di gran lunga migliore rispetto a Gaethje, anche lui chiaramente è bravo, altrimenti non sarebbe arrivato dove è ora, ma Conor è migliore, me lo dice la mia intelligenza di combattimento”.

È un atteggiamento ambiguo quello che mostra il daghestano, prima ricorda i tempi passati e l’aiuto datogli da The Highlight, e poi gli gira le spalle senza pensarci un attimo, tirando fuori la maestria nel fighting del suo più acerrimo nemico. Sicuramente sta passando un brutto periodo a causa delle sue note vicissitudini, ma quando vuole essere tagliente, sa farlo senza dubbio. E chissà, forse pensa anche al fattore economico che deriverebbe da un rematch con l’irlandese.

D’altro canto, Justin se ne infischia e risponde con il suo progetto di creare una zona di morte intorno al suo prossimo avversario, una piccola area davanti a Khabib, che non appena verrà violata, avvolgerà l’aquila nel caos. Un po’ come quell’asciugamano che avvolgeva il corpo tremante del russo subito dopo la sauna.

A parte gli scherzi, entrambi comunicano in modo equivoco e dietro quella patina di fair play e aneddotiche scadenti, tutto viene da pensare fuorché si amino. Sullo sfondo c’è una tensione che, in qualche modo, emerge a sprazzi, e che potrà essere finalmente allentata soltanto in autunno, negli ultimi giorni di ottobre.

Ormai poco più di 2 mesi mancano e i giorni scorrono veloci. E più che speculare su come andrà l’incontro, ci si comincia a chiedere: a quanti di questi amabili botta e risposta dovremo ancora assistere?