Vettori vs Araujo: il match che sancì l’approdo in UFC di Marvin

Vettori vs Araujo: il match che sancì l’approdo in UFC di Marvin

23 Marzo 2021 1 Di Giuseppe Albi

Gli articoli, che siano scritti su testate importanti o semplici blog, hanno tutti il dovere di essere incentrati sugli eventi o sui protagonisti delle storie che raccontano. Chi scrive, in sostanza, dovrebbe essere al di fuori di tutto limitandosi a svolgere il ruolo di narratore per il lettore.

Ci sono dei casi tuttavia in cui è opportuno contravvenire leggermente a questa regola. Succede quando chi scrive apre il cassetto dei propri ricordi per far vivere a chi legge le stesse emozioni provate in prima persona.

Nel maggio del 2016 ebbi modo di assistere ad uno degli incontri più significativi della carriera di Marvin Vettori e di interagire con lui nei giorni precedenti e seguenti al match. Realizzammo insieme anche un’intervista nella quale si poteva percepire già la personalità e la consapevolezza nei propri mezzi di un atleta che ha saputo dare sempre un seguito alle parole pronunciate.

Già a quei tempi infatti Vettori esprimeva gli stessi concetti a cui siamo abituati oggi e che riconducono tutti a un obiettivo che piano piano si sta realizzando: quello di combattere in UFC e di diventare un giorno campione.

Un sognatore, a tratti quasi un visionario, soprattutto se si considera che in quel maggio del 2016 Marvin Vettori era considerato ancora un prospect, seppur uno dei più interessanti del panorama italiano.

Intorno al suo nome comunque si vociferava già di un interessamento da parte di UFC. Serviva solo un ultimo passo per raggiungere la promotion più importante del mondo, lo scalpo di un fighter con un passato proprio in UFC.

L’occasione arrivò a Venator FC3 con il match contro Igor Araujo.

L’evento fu uno dei migliori che si siano mai visti in Italia per ciò che concerne le MMA. Per accorgeresene basta guardare i fighter presenti in quella card. Dagli italiani Stefano Paternò, Danilo Belluardo e Cristian Binda a Mattia Schiavolini che affrontò addirittura Jason Miller. E poi ancora Jack Hermansson, Cody McKenzie, Matt Hamill, Thierry Sokoudjou, Luke Barnatt, Emil Meek e Rousimar Palhares. Tutti nomi che potrebbero benissimo riempire una Fight Night UFC.

I giorni che precedettero gli incontri furono altrettanto spettacolari. Ci fu infatti una cerimonia del peso dai tratti molto internazionali e persino un indimenticabile open workout aperto al pubblico. Una giornata nella quale si potevano vedere da vicino gli atleti ed incontrarli di persona per scambiare qualche chiacchiera o scattarsi una foto insieme. Uno dei più disponibili fu proprio Marvin che non disse di no a nessuno nonostante fosse in piena fase taglio del peso e quindi desideroso di andare a riposare.

C’è un’istantanea in particolare che mi è sempre rimasta in mente legata a quel giorno. Dopo aver terminato l’allenamento ed essersi fermato con tutti infatti Marvin stava per guadagnarsi l’ingresso negli spogliatoi quando si accorse di una figura rimasta delusa sullo sfondo. Era un ragazzo disabile che non era riuscito a farsi spazio fra la ressa. Marvin non solo tornò indietro, ma si fermò a lungo a parlare con il ragazzo scattando foto con lui e firmandogli diversi autografi. Un episodio che la dice lunga sul reale spirito di questo atleta che troppo spesso viene etichettato in maniera sbagliata per via della sua enorme personalità.

E d’altronde come dargli torto quando dichiara di essere forte? Il dominio che mise in scena il giorno del match per esempio fu a tratti imbarazzante. Vettori sottomise il più esperto Araujo con una tremenda ghigliottina dopo 1’13” del primo round. Un successo che lo fece sembrare realmente di un altro pianeta e che consacrò definitivamente tutto il suo talento.

Qualche giorno dopo, come detto, ebbi l’occasione di intervistarlo. Mi raccontò la sua storia di passione e sacrificio. Di come era stato costretto prima a spostarsi in tutta Italia per allenarsi e poi in Inghilterra per continuare a crescere sempre di più di livello.

Il racconto di un ragazzo che sapeva dentro di sé di star per compiere il grande passo, ma che ancora non voleva gridarlo al mondo per quel sentimento di paura che ci attanaglia quando si è vicini a raggiungere un sogno.

Eppure in quelle parole si poteva percepire già il suo desiderio di grandezza. Un destino che Marvin Vettori, forse, ha sempre conosciuto e che ora sta vedendo concretizzarsi sempre di più.