UFC 264, le pagelle: O’Malley incanta. Tutto in sospeso fra Poirier e McGregor

UFC 264, le pagelle: O’Malley incanta. Tutto in sospeso fra Poirier e McGregor

11 Luglio 2021 5 Di Giuseppe Albi

Adrenalina alle stelle e match al cardiopalma per una delle card più attese dell’anno. E non poteva essere altrimenti visti i tanti atleti talentuosi impegnati nell’ottagono. Riavvolgiamo dunque il nastro e analizziamo tutto quello che è successo con le nostre consuete pagelle.

La main card si è aperta con lo Sugar Show di Sean O’Malley. Il 26enne del Montana ha battuto Kris Moutinho per TKO al terzo round. Un saggio di striking applicato alle mixed martial arts da manuale fatto di combinazioni veloci, uscite in diagonale e schivate entusiasmanti quello di O’Malley. Una prova d’autore contro un avversario nettamente inferiore dal punto di vista tecnico, ma che ha comunque venduto cara la pelle incassando e continuando ad andare avanti. Fino di fatto al terzo round, quando l’arbitro Herb Dean ha fermato la contesa dopo un pesante assedio imposto da O’Malley.

Voto 7.5 per Sugar, al quale non ci sentiamo di dare di più per le solite difficoltà palesate nella difesa dei low kick e perché crediamo che la definitiva consacrazione debba avvenire contro avversari più probanti. Voto 5 al coriaceo Moutinho.

Nel match successivo era in programma un interessante matchup femminile fra Irene Aldana e Yana Kunitskaya. Una sfida che si è decisa subito nel primo round quando la Aldana ha piazzato un gancio sinistro spettacolare che ha mandato al tappeto una Kunitskaya molto aggressiva fino a quel momento. Un’azione che ha completamente rovesciato le sorti del match permettendo alla Aldana di chiudere la sfida con un furioso ground and pound. Voto 6.5 per Irene Aldana. Voto 4 per Yana Kunitskaya.

Saliamo nella card e saliamo anche con il peso sulla bilancia perché quella fra Tai Tuivasa e Greg Hardy si presentava come un’autentica sfida fra big man. Due colossi che per le loro caratteristiche facevano presagire ad un rapido epilogo del match, e così di fatto è stato. A risolverla in suo favore è stato Tuivasa, il quale ha dimostrato ancora una volta che non è per niente conveniente scambiare con lui a viso aperto. Questa volta a pagarne le conseguenze è stato Hardy, finalizzato nel primo round con un sinistro tribale che lo ha mandato improvvisamente gambe all’aria. Vittoria importante per Tuivasa, la terza consecutiva, e voto 6.5 in pagella per lui. Voto 3 invece per uno spaesato Hardy.

Siamo arrivati con la nostra analisi al co-main event. Un match probabilmente al di sotto delle aspettative e con pochi spunti d’interesse. Sia Gilbert Burns, sia Stephen Thompson infatti non sono riusciti ad imporre i rispettivi stili in maniera continuativa. A prevalere tuttavia è stato il ground game di Burns che è riuscito a capitalizzare in maniera intelligente le fasi in cui è riuscito a limitare i calci di Thompson portandolo a terra. Un controllo al suolo che ha convinto i giudici ad assegnarli la vittoria per decisione unanime. Voto 6 per Durinho, che si è limitato a svolgere il compitino. Voto 5 per un attendista Thompson, il quale è riuscito solo a tratti a rendersi pericoloso.

Ed ora il main event. La grande attesa per la fine della trilogia fra Dustin Poirier e Conor McGregor si è risolta con un finale che lascia tutto in sospeso. Durante un primo round furioso infatti McGregor è rimasto vittima di un brutto infortunio alla caviglia sinistra che ha imposto l’arbitro Herb Dean a porre fine alla contesa per stop medico.

Una conclusione sicuramente inaspettata e che lascia davvero il rammarico per quanto visto nei primi cinque minuti del match. McGregor infatti aveva iniziato molto bene la sfida piazzando sequenze interessanti e dal sapore d’antico. Poi però è stato Poirier a prendersi la scena con colpi durissimi soprattutto durante la violenta fase di ground and pound che ha contraddistinto il finale della prima ripresa in seguito ad un goffo tentativo di ghigliottina da parte di McGregor. Una situazione che sembrava essere il preludio per un secondo round altrettanto intenso e invece negli ultimi secondi prima del gong è arrivato l’infortunio di McGregor che ha fatto calare il sipario su un evento che ci ha fatto comunque riassaporare quelle atmosfere intense (con tanto di pubblico scatenato) che forse avevamo dimenticato a causa della pandemia.

Le pagelle? Per questa volta ci adeguiamo al sentimento generale e lasciamo tutto in sospeso in attesa di vedere il vero epilogo di quella che, per le scintille che ci sono state nuovamente anche dopo l’infortunio di McGregor, può essere sempre più considerata come una delle faide più accese della storia UFC.