Deiveson Figueiredo, la macchina da guerra che rivuole il suo trono

Deiveson Figueiredo, la macchina da guerra che rivuole il suo trono

19 Gennaio 2022 2 Di Giuseppe Albi

Quando a Dana White è stato chiesto un commento a caldo subito dopo che Deiveson Figueiredo era riuscito a conquistare il titolo, il presidente UFC si è lasciato scappare un sincero: “Pure violence!”.

E in effetti non ci sono altri termini per descrivere l’opera di distruzione messa in atto dal brasiliano nei confronti del veterano Joseph Benavidez. Un monopolio brutale che gli ha permesso di laurearsi campione dei pesi mosca UFC, il terzo nella storia dopo Demetrious Johnson e Henry Cejudo.

A differenza dei suoi due predecessori però Figueiredo sembra avere qualcosa di diverso. Dal punto di vista tecnico probabilmente risulta inferiore a due talenti come Johnson e Cejudo, ma queste lacune sono colmate da una caratteristica specifica che in lui raggiunge picchi importanti: la cattiveria.

Spesso quando si cita questo termine lo si fa sempre sotto un’accezione sportiva. Su Figueiredo invece ci troviamo in una situazione molto al limite. Il brasiliano infatti quando colpisce fa davvero impressione e a raccontarlo non è solo l’ultimo match contro Benavidez, o i due recenti contro Brandon Moreno, ma anche la sua intera carriera trascorsa prima nei circuiti hardcore del Brasile e ora in UFC.

Il suo score recita 1 pareggio, 2 sconfitte e 20 vittorie. Di quest’ultime solo tre sono arrivate per decisione. Il segno evidente che Figueiredo quando entra in una gabbia lo fa per finire il suo avversario. D’altronde da uno che viene soprannominato “Deus da Guerra” – il Dio della Guerra – è lecito aspettarsi altro?

Giudicate voi…