UFC 270, le pagelle: Figueiredo torna Re dei mosca. Ngannou sorprende tutti

UFC 270, le pagelle: Figueiredo torna Re dei mosca. Ngannou sorprende tutti

23 Gennaio 2022 1 Di Giuseppe Albi

Tutto l’hype accumulato nelle ultime settimane per UFC 270 non ha tradito le attese visto quanto andato in scena all’Honda Center di Anaheim, in California.

Una main card infuocata e a scoccare la prima scintilla è stata subito la sfida fra Trevin Giles e Michael Morales. Un incontro promosso nell’evento principale dai prelims come conseguenza di diversi match saltati.

Scelta da parte della promotion che è risultata vincente grazie soprattutto alla prestazione del debuttante in UFC Morales che, dopo aver resistito all’assalto di Giles e ad un tentativo di submission nei primi minuti, è riuscito a portare l’incontro dalla sua parte con una sequenza letale seguita da un furioso ground and pound che ha costretto l’arbitro Mike Beltran a porre fine alla contesa.

Impatto clamoroso sul pianeta UFC per l’ecuadoriano che ha portato il suo record a 13 vittorie e 0 sconfitte. Una striscia impressionante caratterizzata da 10 successi per KO, di cui 7 ottenuti nel primo round.

Voto 7.5 per lui con tanto di nota a margine che riporta la dicitura: “Prospect da tenere assolutamente d’occhio”. Voto 5 invece per un Giles alla sua seconda sconfitta consecutiva.

Nel match successivo abbiamo assistito ad un’altra finalizzazione lampo palesatasi subito al primo round. Il merito è stato di Said Nurmagomedov il quale ha letteralmente maltrattato un wrestler solidissimo come Cody Stamann.

Pochi e intensi secondi nei quali il daghestano (che non è parente di Khabib Nurmagomedov) ha mostrato uno spinning back fist, uno spinning kick e, soprattutto, una ghigliottina brutale arrivata in risposta ad un tentativo di single leg da parte di Stamann. Una manovra tecnicamente perfetta che ha calato il sipario sul match.

Voto 9 per il terrificante Said Nurmagomedov. Voto 3 per uno Stamann risultato totalmente inerme davanti allo strapotere del daghestano.

Dopo due match all’insegna dello spettacolo poteva mancare alla festa uno come Michel Pereira? Assolutamente no, anche se c’è da dire che il brasiliano si è ritrovato di fronte un avversario durissimo come Andre Fialho, giunto all’evento in short notice dopo il forfait di Muslim Salikhov.

Sulla carta doveva essere un match a senso unico e invece Fialho ha messo subito in difficoltà Pereira nel primo round con uno striking solido e senza fronzoli.

Il brasiliano, dopo cinque minuti di smarrimento, è riuscito tuttavia a risalire la china nella seconda ripresa grazie alla solita varietà e fantasia nei colpi.

Un andamento del match che ci ha portati così ad un ultimo e decisivo round risultato sostanzialmente in parità. Un equilibrio rotto solo dal verdetto dei giudici che hanno assegnato la vittoria per unanimous decision a Pereira.

D’accordo o meno con la decisione, ci sentiamo di dare lo stesso voto ad entrambi: 6.5.

Con un ritmo serratissimo siamo giunti al co-main event della serata. Uno di fronte all’altro il campione dei pesi mosca Brandon Moreno e lo sfidante, nonché ex re della divisione, Deiveson Figueiredo.

Un match di un livello tecnico sublime dove entrambi gli atleti hanno portato nell’ottagono tutto il loro repertorio.

Dopo due round equilibrati, nel terzo è stato Figueiredo ad alzare l’asticella e a piazzare due knockdown. Quello più pesante sul finire della ripresa con un destro improvviso che poteva risultare decisivo se non ci fosse stato il suono del gong a salvare Moreno.

Nei successivi due round il messicano è riuscito a recuperare parzialmente le distanze e a riprendere il copione di inizio match. Dall’altra parte però Figueiredo ha continuato a pressarlo piazzando i colpi più significativi. Molto efficaci in particolare i low kick del brasiliano, una vera e propria sentenza per tutto l’arco della contesa.

Nel complesso 25 minuti di grande azione che hanno visto trionfare con verdetto unanime Figueiredo.

Voto 8 dunque al neo campione dei pesi mosca UFC. Voto 6.5 invece ad un Moreno apparso questa volta più contratto rispetto al match precedente.

Archiviato il co-main event, tutte le attenzioni si sono spostate sull’incontro principale della serata: la sfida valida per il titolo dei pesi massimi UFC fra Francis Ngannou e Ciryl Gane.

Nei primi due round Gane ha eseguito alla lettera il game plan che tutti si aspettavano, ovvero controllare il match alla distanza per evitare le sfuriate di Ngannou e poi accorciare immediatamente dopo aver piazzato le proprie sequenze.

Una ricetta che è sembrata funzionare nei primi dieci minuti, poi però nella terza Ngannou ha sorpreso tutti anticipando le intenzioni del francese e proiettandolo anche al suolo in ben due occasioni. Il chiaro segnale che il supporto di Kamaru Usman al suo angolo è servito al camerunense per accrescere il suo bagaglio tecnico nella lotta.

Una volta trovatosi per la prima volta in UFC con la schiena a terra Gane tuttavia non si è disunito ed è riuscito a resistere ai tentativi scriteriati di submission del suo avversario.

Nel quarto round Ngannou ha continuato nelle sue azioni di clinch a parete proiettando ancora Gane con dei solidissimi body lock takedown.

L’epilogo nell’ultima e decisiva ripresa con i due big man intenti a lottare definitivamente (e incredibilmente) al suolo scambiandosi le posizioni a suon di passaggi di guardia e continue transizioni.

In un’occasione Gane ha tentato addirittura una leva al tallone che non ha trovato impreparato però Ngannou, il quale non solo ha difeso senza fare una piega, ma ha anche ribaltato tutto guadagnandosi la top position e controllando il round fino alla fine.

Benvenuto 2022, l’anno in cui anche i pesi massimi lottano a terra e benvenuto anche al Francis Ngannou 2.0 che, proprio grazie alla lotta, è riuscito a conquistare la vittoria per decisione unanime e il nostro 8 in pagella.

Voto 5.5 invece per un Gane uscito sicuramente ridimensionato dalla sfida.