UFC 249 sarà davvero un Mortal Kombat (ma senza Christopher Lambert)

UFC 249 sarà davvero un Mortal Kombat (ma senza Christopher Lambert)

9 Aprile 2020 7 Di Giuseppe Albi

UFC 249 – Il fascino che trasuda dalle Mixed Martials Arts è qualcosa di unico e allo stesso tempo trascendentale. E’ così dall’alba dei tempi, ovvero da quando alcuni uomini facoltosi decisero di mettere a confronto dentro una gabbia le principali arti del combattimento per scoprire quale era la più efficace.

E’ nata così la UFC, un’entità spirituale che si è tramandata ed evoluta nel corso degli anni quasi fino ad assumere i contorni di un sogno. Un viaggio onirico che, in un periodo storico che sarà ricordato per sempre per la terribile pandemia che sta affliggendo tutto il mondo, è riuscito a toccare comunque nuove vette di epicità grazie ad un annuncio tanto surreale quanto geniale.

UFC 249 sarà disputato su un’isola. Punto. Basterebbe solo questo per chiudere tutto e sperare di aver fatto in tempo a rimanere nel mondo della logica. Da qui in poi infatti inizierà qualcosa di difficile definizione. Inizierà un viaggio ancestrale fatto di visioni e fantasie che affondano le radici nel passato. Un flashback metafisico fatto di ricordi che hanno accompagnato la nostra infanzia.

Perché, ammettiamolo, chi ama le MMA non può non essersi frantumato almeno una volta nella sua vita le falangette schiacciando compulsivamente i tasti di un joypad per battere un amico o un fratello ad un videogioco di lotta. Chi ama le MMA ha guardato, fino a conoscere le battute a memoria, film cult tipo “Senza esclusione di colpi”, “The Quest” o “Mortal Kombat”.

Già, Mortal Kombat. Se appartenete alla categoria sopra descritta saprete sicuramente che nella sinossi del film c’è scritto testualmente che “Esperti di arti marziali vengono convocati su un’isola misteriosa per competere in un torneo il cui risultato deciderà il destino del mondo”.

Un testo evocativo che appare oggi più che mai attuale. E allora allacciate le cinture e partite insieme a noi come i più temerari degli onironauti perché siamo pronti a portarvi sull’isola di Shang Tsung.

…E’ tutto buio. Con la mente sono sveglio, ma con il corpo no. Il respiro comincia ad essere sempre più affannoso. Provo a muovermi ma non ci riesco. Cerco così di mandare gli impulsi alle parti periferiche del corpo. Finalmente un dito della mano riesce a muoversi. Respirare però diventa sempre più difficile.

Una mano! Riesco a muovere anche una mano! Con un ultimo sforzo provo a svegliarmi. Finalmente sono tornato a respirare.

Apro gli occhi e di colpo vengo colto da una fortissima luce bianca. Piano piano riesco a mettere a fuoco. Sono sdraiato sulla riva del mare. La sabbia in bocca, l’acqua che sbatte delicatamente accarezzandomi la testa. Sono sveglio. O forse no.

Cerco di orientarmi, ma di fronte a me c’è solo il mare. Mi addentro così nella vegetazione che si trova alle mie spalle. Su ogni albero c’è affissa sempre la stessa immagine. E’ un signore calvo con un sorriso che non riesco a definire se sia rassicurante o terrificante. Deve essere sicuramente il governatore di questo posto.

“Qui lo chiamiamo Dana Black”.

Una voce mi sorprende alle spalle. E’ un omone gigante che mi sembra familiare. Ma certo! E’ Teila Tuli, il primo uomo in assoluto che ho visto entrare in una gabbia della UFC.

“Una volta ogni generazione il signor Black organizza un torneo interdimensionale. Vieni, ti accompagno al luogo designato”.

Arrivati sul posto ringrazio Teila Tuli e mi commuovo: il calcio in bocca che gli rifilò Gerard Gordeau a UFC 1 il 12 novembre del 1993, in fondo, è stato come il Big Bang che ha generato l’universo UFC.

Entro nell’edificio che mi si para davanti. Vengo attratto da alcune voci provenienti da una stanza. Mi avvicino e scosto la tenda. Sono alla cerimonia del peso di UFC 249!

Mi stropiccio con forza gli occhi. Non riesco a credere a quello che sto vedendo. Sulla bilancia c’è un mostro con quattro braccia: è Francis “Goro” Ngannou.

Non faccio in tempo nemmeno a chiedermi se tutto questo sia reale che, indietreggiando, urto qualcosa alle mie spalle. Mi giro e vengo fulminato da una creatura metà uomo e metà coccodrillo. Sulla sua felpa c’è scritto: Jacare Souza. Dal palco però qualcuno lo ha appena chiamato “Reptile”.

Ho la fronte madida di sudore in un misto fra angoscia ed esaltazione. Come se non bastasse in un angolo ci sono due ragazze che contribuiscono ad innalzare i battiti cardiaci. Sono Jessica “Kitana” Andrade e Rose “Sonya Blade” Namajunas.

Solo una serie di insulti provenienti di nuovo dal palco mi fanno distogliere l’attenzione. Al centro della scena c’è il signor White/Black che, con grande fatica, sta cercando di tenere a bada due lottatori. Da una parte Tony “Scorpion” Ferguson. Dall’altra Justin “Johnny Cage” Gaethje. Sono loro gli ultimi grandi cerimonieri di questo spettacolo senza tempo.

Le due teste si sfiorano. Volano parole grosse. Vengono trattenuti a stento. Nel frattempo tiro fuori il cellulare per farmi un selfie. Non sono un amante di questa pratica giovanile, ma non posso non immortalare questo momento. Do le spalle al palco e scatto la foto stando attento a riprendere il più possibile di quello che sta accadendo fra quei signori. Sarà un match fantastico e io sarò lì a guardarlo. Ma, proprio mentre formulo questo pensiero, le gambe cominciano a tremare. La mente rallenta e una nebbia si dirada davanti ai miei occhi fino a portarmi in una fitta oscurità.

E’ di nuovo tutto buio. In lontananza però sento una voce. Lentamente, quasi come stessi tornando nel mio corpo, riapro gli occhi. E’ notte fonda. Sono sdraiato sul divano e in televisione stanno scorrendo le immagini di un match UFC. Su OGNI canale disponibile.

Rimango in attesa, poi finalmente capisco. E’ un preludio di quello che succederà il 18 aprile quando non ci saranno altre cose da guardare se non UFC 249.

Sorrido e il cronista – che interagisce con me – ricambia annuendo con la testa, poi vengo risucchiato di un nuovo da un maledetto vortice. E’ tornata ancora lei, l’oscurità.

Apro gli occhi. Questa volta sono nella camera da letto. E’ stato il cane a svegliarmi, come sempre. Il profumo del caffè che proviene dalla cucina mi invita ad affrontare un nuovo giorno.

Mi alzo dal letto e prendo il cellulare dal comodino. Lo osservo fra le mani come se lo vedessi per la prima volta nella mia vita. Poi, per curiosità, entro nella galleria e guardo l’ultima foto scattata. Vengo colto immediatamente da una risata che non riesco a controllare.

Mia moglie, stranita, mi chiede cosa ho da ridere. La guardo, la bacio e le spiego che il 18 aprile lo scoprirà. E poco importa se UFC 249 sarà in una riserva indiana, piuttosto che nella già citata isola. Contestualmente, la card del prossimo PPV UFC resterà comunque un Mortal Kombat per tutti noi comuni mortali che staremo lì ad attendere una

VITTORIA, SFOLGORANTE