UFC on ESPN 13, le pagelle: Kattar fa il ragioniere. Brillano Santos, Elliott e Lazzez

UFC on ESPN 13, le pagelle: Kattar fa il ragioniere. Brillano Santos, Elliott e Lazzez

16 Luglio 2020 2 Di Giuseppe Albi

UFC – Continuano incessanti i match a Yas Island. Una scorpacciata di arti marziali miste targate UFC pronta ad accompagnarci per tutta l’estate.

Nella notte fra mercoledì 15 e giovedì 16 luglio è andato in scena l’evento UFC on ESPN 13 e anche questa volta non sono mancati spunti d’interesse sin dai primi confronti nella main card.

Inizio subito con il botto con la sfida fra Abdul Razak Alhassan e Mounir Lazzez, due atleti con l’argento vivo che scorre nelle vene e per accorgersene basta già il primo round. Alhassan parte forte ma finisce gradualmente la benzina. Lazzez si chiude bene e risponde con uno striking molto composto ed efficace. Tre round gradevoli che si sono conclusi per decisione dei giudici in favore del tunisino trapiantato negli Emirati Arabi Mounir “The Sniper” Lazzez. La nostra pagella quindi non può che essere positiva per lui con un bel 7. Un 6 invece per Alhassan che al suo ritorno nell’ottagono dopo due anni di assenza ha svolto comunque una prova sufficiente nonostante la sconfitta.

Nel match successivo ad ergersi sugli scudi è Taila Santos che compie un clamoroso upset dominando per tutti e tre i round la numero 15 del ranking dei pesi mosca femminili Molly McCann. Per la brasiliana è la prima vittoria in UFC dopo la sconfitta all’esordio contro Mara Romero Borella. Un prospetto sicuramente da tenere d’occhio in futuro e che si merita per questa volta un bel 7 in pagella. Rimandata invece l’inconsistente McCann che torna in Inghilterra con un 4.

Sfida decisamente più combattuta fra Jimmie Rivera e Cody Stamann, due uomini molto attesi nel gioco di incastri della categoria dei pesi piuma. Rivera in particolare, dopo due sconfitte consecutive nei pesi gallo contro Yan e Sterling, ha risposto subito presente nel match di ritorno nei featherweight mettendo in scena una prova di ottima solidità. A farne le spese uno Stamann che non è riuscito a replicare l’impresa ottenuta un mese fa a UFC 250 contro Kelleher. Tre round di sostanziale equilibrio che hanno visto emergere Rivera grazie ad un maggiore controllo dell’ottagono e ad uno striking più preciso. I voti: 6.5 per Rivera. 5.5 per Stamann.

Copione simile anche nel co-main event fra Tim Elliott e Ryan Benoit. Dopo un primo round di studio gli animi si infiammano nella seconda ripresa. Benoit è il più tecnico sia in piedi, sia a terra, ma Elliott non molla di un centimetro. Nell’ultimo round il 33enne del Missouri accusa un problema alla mano destra ma Benoit non riesce ad approfittarne anzi, subisce l’iniziativa di un Elliott che con il jab sinistro fa veramente quello che vuole. Cinque minuti di azione decisivi per indirizzare il match dalla sua parte e per meritarsi il nostro 6.5 in pagella. 5.5 invece per Benoit che vede sfumare il successo e la sufficienza proprio nell’ultima ripresa.

Arriviamo così alla fine della nostra analisi con il main event fra Calvin Kattar e Dan Ige. Una sfida dalla quale ci si aspettava tanto soprattutto in un discorso di futuro dei pesi piuma. Di fronte infatti c’erano il numero 10 del ranking Ige e il numero 6 Kattar. Il confronto tuttavia non ha rispettato i canoni di spettacolarità che in molti profetizzavano ma è stato altrettanto duro. Pochi colpi, ma tutti mirati e tremendamente efficaci, come dimostrano i volti dei due fighters alla fine della contesa. Cinque round nei quali tuttavia Kattar si è fatto preferire per la sua maggiore propensione a condurre il gioco. Un verdetto per decisione unanime che ha messo in luce un Kattar più attento e meno impulsivo di quello ammirato nelle precedenti uscite. Segno chiaro che quando si arriva così in alto nel ranking la gestione del match e il gameplan sono due aspetti da non sottovalutare per non veder svanire quanto conquistato a causa di un banalissimo scambio a viso aperto al centro dell’ottagono. Voto 6.5 dunque per il nuovo Kattar versione ragioniere. 5 invece per Ige il quale non è riuscito quasi mai ad imporre il suo ritmo.