UFC 250, le pagelle: 10 per la Nunes. Voti alti per O’Malley, Sterling e Garbrandt

UFC 250, le pagelle: 10 per la Nunes. Voti alti per O’Malley, Sterling e Garbrandt

7 Giugno 2020 9 Di Giuseppe Albi

UFC 250 – Doveva essere una card stellare e così di fatto è stata. UFC 250 non ha tradito le attese offrendo match spettacolari e ad alto tasso di adrenalina.

La main card si è aperta con lo “Sugar Show” di Sean O’Malley che ha impiegato 1 minuto e 54 secondi per sbarazzarsi di Eddie Wineland. Giusto il tempo di gustarci qualche high kick e un paio di colpi in girata e poi ecco arrivare come una sentenza il colpo che ha deciso l’incontro. Un’autentica poesia quella disegnata da O’Malley che dopo aver fintato il montante ha scagliato con lo stesso braccio un diretto destro che ha spedito nel mondo dei sogni un duro come Wineland, al quale assegniamo un 4 per essersi fatto sorprendere così rapidamente. Un’azione comunque incredibile che entrerà sicuramente negli archivi dei migliori ko di sempre nella storia UFC. Un lascito destinato ad accompagnare O’Malley in questa sua ascesa sempre più orientata alla collisione con una chance titolata. Spettacolarità, tecnica e personalità: a Sean O’Malley non possiamo che dare un altisonante 9.

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Nel match successivo Neil Magny e Anthony Rocco Martin hanno dato vita ad una contesa più equilibrata. Tre round di puro agonismo nei quali entrambi hanno dimostrato grande attenzione nella fase difensiva e una discreta voglia di attaccare soprattutto nelle fasi a parete. Ad aggiudicarsi la vittoria è stato Magny grazie soprattutto ad una maggiore consistenza nell’ultima ripresa. Un successo per decisione unanime senza particolari fuochi d’artificio e forse anche un po’ eccessivo. Ecco perché ci sentiamo di dare un 6.5 a Magny e un 5.5 a Rocco Martin.

E arriviamo dunque con la nostra analisi post UFC 250 al terzo match della main card. Una sfida, quella fra Aljamain Sterling e Cory Sandhagen, che poteva essere benissimo un main event di un qualsiasi UFC Fight Night vista la caratura dei due fighters impegnati. Uno di fronte all’altro infatti si sono ritrovati il numero 2 e il numero 4 del ranking dei pesi gallo. Ci si aspettava quindi grande battaglia e invece a risolverla in suo favore dopo soli 1 minuto e 28 secondi del primo round è stato Aljamain Sterling con una transizione fulminea da autentico predatore conclusasi con una rear naked choke che ha piegato le resistenze di Sandhagen. 19esima vittoria in carriera per l’atleta di origini giamaicane, la quinta consecutiva, e title shot che resta sempre lì alla portata. Voto 9 per Sterling, e non potrebbe essere altrimenti. Dietro la lavagna invece un distratto Sandhagan che si becca un inesorabile 4. In match così non si possono subire simili cali di concentrazione, soprattutto se appartieni ad una categoria letteralmente “on fire” come quella dei pesi gallo dove una vittoria o una sconfitta possono sconvolgere le gerarchie.

E’ il caso per esempio dell’ex campione Cody Garbrandt che ha dimostrato di essere tornato ai suoi livelli schiantando Raphael Assuncao. Per farlo ha scelto la via più spettacolare, ovvero un gancio destro sulla sirena del secondo round che ha spento la luce al brasiliano e mandato un segnale a tutta la categoria: in futuro ci sarà da fare i conti anche con Cody “No Love”. Voto 9 alla fenice Garbrandt. Voto 5 per il rischiatutto Assuncao.

Ora prendetevi un attimo, tirate il fiato dopo quanto letto fino ad ora e preparatevi ad entrare in un’altra dimensione, perché quando si parla di Amanda Nunes non si può fare altrimenti. Signori e signore alla lettura, siate consapevoli di essere testimoni della consacrazione della più forte artista marziale donna di tutti i tempi. Un’atleta unica che, oltre a dominare la classifica pound for pound femminile, presto potrebbe piazzarsi al primo posto anche in quella generale UFC. E non potrebbe essere altimenti visto che la brasilina fin qui è stata capace di incarnare ogni aspetto vincente delle MMA anzi, si potrebbe dire che Amanda Nunes è il poster generazionale di questa disciplina per la sua impressionante capacità di saper fare tutto. Chiedere per conferma a Felicia Spenser, demolita round dopo round da uno strapotere davvero difficile da contrastare. Un’opera di distruzione elevatasi nella terza ripresa con colpi sempre più forti, sempre più precisi, che sono continuati poi anche nei successivi round consumando le resistenze di una coriacea incassatrice come la Spencer. Al termine della quarta ripresa saranno 76 i colpi alla testa assorbiti dalla canadese che merita un 7 solo per il grande cuore dimostrato e per aver resistito per tutta la battuta di caccia della leonessa. Una mattanza dipinta su un volto che riassume nelle sue tumefazioni il carattere letale di una Nunes capace di dimostrare di non essere solo un animale da ko, ma anche una stratega dal cardio infinito in grado di lottare con intelligenza per 25 minuti senza mai calare d’intensità. Che dire, dare un 10 ad Amanda Nunes sembra quasi riduttivo, così come appare riduttivo attualmente tutto il roster femminile al suo cospetto.

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