UFC, il treno dell’hype deraglia: il KO di Di Chirico che fa la storia

UFC, il treno dell’hype deraglia: il KO di Di Chirico che fa la storia

17 Gennaio 2021 0 Di Redazione

UFC – Ciuff ciuff, attenzione il treno sta uscendo dai binari, sta deragliando, si frantuma, va a pezzi, è KO, è andato. È il treno dell’hype di Buckley che è stato fermato: Alessio Di Chirico inizia la sua carriera adesso, con un upset clamoroso che non ci dimenticheremo facilmente.

Ore 21.30 circa, i fighter stanno per entrare nell’ottagono. Manzo è concentrato, è nervoso, sa che non deve perdere e farà di tutto per gestire il suo avversario. Arriva anche Joaquin Buckley, tranquillo come se niente fosse, è convinto che vincerà e che ci sarà anche un bel ko: sì, proprio quello che subirà a poco più di 2 minuti dall’inizio del match.

È stato un Alessio magico che ha condotto un match impeccabile, con freddezza, senza perdersi d’animo. La mente è forte e lo doveva essere perché era evidente la pericolosità dell’avversario. Ci si aspettava la sfuriata, il passo imbufalito e le sbracciate, ma ciò non è avvenuto.

Manzo ha ben studiato l’avversario, lo tiene a distanza ed è pronto ad andare di rimessa non appena egli accorcia gli spazi. I calci lo aiutano e Buckley, pur provando, non riesce ad avanzare, perché in fondo quello vuol fare: penetrare nel corto e caricare il sinistro.

Alcuni leg kick intelligenti di Alessio forse innervosiscono Buckley, che incassa anche un middle e prova a cambiare posizione, il passo del match, nuovi movimenti. Ma la frustrazione cresce e arriva un qualcosa che spegne il lume della ragione: un head kick spettacolare che scaraventa a terra il nero lottatore.

E pensare che la vita di Buckley era cambiata proprio con un calcio, quello ai danni di Kasanganay dello scorso ottobre. Ironia della sorte, con l’anno nuovo c’è il ritorno alla vecchia vita: l’head kick di Di Chirico ridimensiona le velleità del povero New Mansa, riportandolo indietro di 3 mesi.

Gli hammerfist che concludono l’incontro, consegnano ad Alessio una vittoria che porta alle lacrime. L’emotività deve essere scaricata: tutte le frustrazioni, le attese, le preoccupazioni, e soprattutto la rabbia va svanendo, portando con sé l’abbraccio nei confronti di Buckley ancora tramortito, che all’annuncio della sua sconfitta batte sportivamente le mani.

L’intensità della voce di Alex Dandi al momento del KO, corrispondeva alla bocca spalancata di Daniel Cormier a bordo ottagono in veste di telecronista. La felicità sgorgava nei nostri cuori e anche Alessio nella sua intervista ripete più volte quanto sia felice.

Ma dice anche altro, sia nel post fight con Jon Anik che nella press conference:

“Ragazzi, mi dispiace ma mi ero ripromesso di non fare quest’intervista. Non amo che intervistiate solo il vincitore, questo sport si fa in 2 sempre: il vincitore e il perdente. Mi dispiace, ma ciò non mi piace, rispetto il vostro lavoro ma voglio comunque mandare questo messaggio”.

Detto ciò, posa il microfono e alza i tacchi per andarsene. Alex Dandi definisce il messaggio come un gesto politico, il voler sottolineare quanto in questo sport si dia troppa voce al vincente e non si ascolti chi viene sconfitto. È chiaro che c’è anche, per così dire, una punta di polemica riferita agli ultimi incontri persi e ai giudici che hanno decretato la decisione.

Oltre alla vittoria, il Manzo porta a casa anche una Performance of the Night meritatissima, a cui si aggiungono su Twitter i complimenti e lo stupore di Chito Vera, Dan Hardy, Niko Price e del suo ultimo avversario Zak Cummings: insomma le MMA che ci piacciono. Dall’Italia, lo YouTuber Cicalone si congratula vivamente con lui.

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Un anno che inizia bene, con i pesi medi italiani che salgono e prendono coraggio. Dopo la grande impresa di Vettori, si registra dunque un altro orgoglio; uno spartiacque dopo un periodo sconsolato che, visto il risultato del match di ieri sera, è stato probabilmente catartico.

Manzo inizia una nuova carriera e molti di noi sapevano che aveva tutte le carte per vincere. Dietro il tifo e tutte quelle speranze, abbiamo visto la realtà costruita dalla concretezza di un fighter, che non si è perso d’animo che non è stato lasciato da solo.

Le vittorie e le sconfitte, come lui stesso ha affermato più volte, non sono di uno solo, ma di tutti quelli che nella loro misura, hanno partecipato. E se lui ha vinto, anche noi abbiamo vinto, grazie a lui e al suo team.

E voi come vi sentite? Avete gioito come bestie alla vista di quell’head kick? Raccontatecelo nei commenti.